L’Agorà del Calcio – Napoli-Bologna

L’Agorà del Calcio, rubrica a cura di Pietro Peluso e Salvatore Monaco

NAPOLI – BOLOGNA
Stadio San Paolo, 1/12

 

È (ancora) crisi-Napoli. I padroni di casa precipitano in una sconfitta per 1-2 contro un Bologna che, in stile mister Sinisa Mihajlovic, non si annichilisce dinanzi a nulla e rimonta con perseveranza e caparbietà un Napoli che per numeri e statistiche risulta tra i peggiori degli ultimi 10 (DIECI!!!) anni. 20 punti nelle prime 14 partite, proprio come nel 2009/2010. Appena 6 nelle ultime 8 tra campionato e Champions League (l’ultima volta risale al marzo del 2010!). Oltre un mese di astinenza dalla vittoria in serie A, dove gli Azzurri devono fare i conti con una classifica cruda e sentenziale che lascia percepire uno smarrimento generale con pochi precedenti. Una prestazione eufemisticamente non all’altezza della reputazione che il Napoli ha costruito con merito a livello internazionale. Un’involuzione di cui certamente risponderanno i responsabili, come conferma Ancelotti, sia in campo che fuori, dinanzi ad un’opinione pubblica in stato di shock.

Anfield Road appare ora più lontana che mai. Dal pareggio in casa Liverpool confermati 7 titolari su 11 di un Napoli che però sembra aver compiuto il più grande cambio a livello mentale più che tattico. L’instancabile Meret lascia spazio tra i pali ad un Ospina piuttosto esente da colpe; confermata la difesa a quattro, con a destra un Maksimovic in totale difficoltà in copertura ed un insolito Di Lorenzo estradato sulla fascia sinistra. Forte e decisiva la mancanza per infortunio di Allan davanti alla difesa, che lascia il posto a Zielinski come centrale di centrocampo con Elmas e Fabian Ruiz ai lati. Ripristinato Insigne nel tridente d’attacco di fianco a Llorente e Lozano. Napoli fiaccamente a trazione offensiva, che tiene a lungo la linea di difesa piantata molto in avanti. Scelta che regge finchè reggono la lucidità fisica e mentale degli uomini di Ancelotti, che prima con Skov Olsen al 58’ e poi Sansone all’80’ pagano i notevoli squilibri difensivi, che portano il Bologna in vantaggio ribaltando il risultato dopo un tap-in vincente di Llorente al 41’. Debolezza mentale, ma anche tecnica, da un lato e dall’altro. Proprio come sottolinea l’allenatore: “Il problema è l’atteggiamento, non riusciamo a mettere in campionato la stessa attenzione messa in Europa”; e ancora “[Le responsabilità] Per la maggior parte sono mie. Ma avrò il piacere di confrontarmi con la squadra perchè anche loro devono prendersi delle responsabilità[…] la situazione è troppo negativa per essere colpa di una sola persona”. Dunque, confusione nelle scelte da un lato, poca propositività dall’altro. Alla disillusione per il crollo delle aspettative pre-campionato subentra ora il timore di non riuscire a raggiungere l’Europa che conta. E tutti gli aspetti convergono verso quello che sembra un film dell’orrore, nella scenografia di un San Paolo povero di tifo che pur nel suo aspetto rinnovato appare comunque gotico. Sorriderà forse ADL al pensiero di avere già pronta la sceneggiatura della sua prossima pellicola. E Napoli soffre.

Ora più che mai, FNS!!!

Pagelle

NAPOLI

  • Ospina: 6

Il portiere colombiano è assolutamente innocente (non è mica colpa sua se Maksimovic e Manolas vanno a farfalle). Sicuro nelle uscite e, tranne per qualcosina, preserva con gelosia i suoi guantoni. È secondo portiere, un solo paio per tutta la stagione: c’è crisi in tutti i sensi!

  • Maksimovic: 4,5

Perde un pallone sanguinosissimo sul secondo gol che costa molto molto caro al Napoli. Spinge ogni tanto sulla fascia, ma crossa male (Niko’,  non è arte tua) e fa fatica anche in fase difensiva. Si dovrà ancora riprendere dal jet leg per la trasferta di Liverpool… bah.

  • Manolas: 5

Ha praticamente ringiovanito Palacio di 10 anni, probabilmente non l’ha preso nemmeno una volta. Il greco si fa anche saltare fin troppo spesso e troppo facilmente sul secondo gol. Insomma, una prestazione che puzza di… feta!

  • Koulibaly: 6,5

Ovviamente non è il Koulibaly dell’anno scorso ma comunque ci mette voglia, grinta e cattiveria. La sua espressione e le sue mani in testa a fine partita sono la fotografia del momento del Napoli. Un rimuginare chiaro e tondo: “Ma perché so rimasto qui? Chi me l’ha fatto fare?”.

  • Di Lorenzo: 5,5

Ragazzi, giocava terzino sinistra, è ovvio che questa posizione la soffre (magari perché è destro, caro Carletto?). Riesce comunque a spingere ed ad essere propositivo, ma ovviamente i cross con il mancino non sono granché. Si consiglia il rewatch di una buona dose di video di Reveiller, giusto per capire un po’ il mestiere.

  • Zielinski: 4,5

Caro Piotr, che hai passato? Hai perso il talento come in “Space Jam”? Hai toccato tanti palloni, ma li hai sbagliati tutti. Hai tirato più volte in porta senza mai prenderla. Fare un bell’esame di coscienza e capire che ci vogliono meno colpi di tacco e più voglia e concretezza no, eh? Vabbè, contento tu…

  • Fabian Ruiz: 5

Ciao Fabian, tutto bene a casa? La fidanzata? La famiglia? No perché un po’ tutti vorremmo capire che è successo. Difficile ricordare una tua partita buona quest’anno. Anche ‘sta volta davvero poco, poca precisione e quasi mai pericoloso. Almeno a differenza di Zielinski qualche spunto da buon giocatore di Serie A l’hai avuto.

  • Elmas: 4,5

Ah ma perché ha giocato? E chi se n’era accorto. Boh niente da dire. Davvero nulla.

  • Llorente: 5,5

Mezzo voto in più per il gol ma per il resto veramente ridicolo. Fallisce un paio di occasioni importanti e praticamente sbaglia tutte le occasioni. Sarà stato stanco per aver posteggiato troppo sabato in discoteca.

  • Lozano: 6

Legge L’Agorà del Calcio di giovedì: è d’accordo. Non dice nulla. Lavora sodo per riconfermarsi dall’inizio. Ci riesce. Corre e salta uomini ininterrottamente per i primi 15’. Dimostra al patron ADL che l’unica multa che gli andrebbe confermata è quella per eccesso di velocità. Va talmente tanto forte che segna. Si gira per esultare. Bandierina alta: fuorigioco e gol annullato. El Chucky cade in depressione. Da lì in poi non sarà più quello di inizio match. Chucky, sappiamo che ci leggi. Abbiamo stima e fiducia in te. Però un po’ di genio, eja!

  • Mertens: 5

Subentra e impatta poco sul match. Anzi, l’unica cosa che impatta è un pallone dolcissimo da appoggiare in porta soffiando, che però manda alla “Bodeguita” a via Leopardi. Il pensiero va a mio nonno Antonio, abbonato in curva B dall’ ‘84 al ‘91 (bei tempi) e abituato a vedere ben altro in quella posizione. Ho nitida nella mente l’espressione di delusione, e un “Diego, dove sei?” sussurrato con gli occhi al cielo con un tono di malinconica rievocazione dei tempi d’oro. Nel frattempo da Fuorigrotta chiedono il risarcimento danni per vetri e finestre rotte.

  • Insigne: 6,5

Prestazione da vero capitano (almeno una volta), ci mette l’anima ma purtroppo non basta. Il gol di Llorente è praticamente suo. Se giocasse così tutte le partite così sarebbe il fuoriclasse di cui tutti parlano. Ma uno come lui non si smentisce, e rimane Lorenzo Insigne.

  • Ancelotti: 3

Forse è anche troppo. Di Lorenzo terzino sinistro, Maksimovic terzino destro, Lozano e Insigne punte ed Elmas esterno. Tutti fantastici esperimenti, tanto da scienziato. Adesso veramente basta, una società decente lo avrebbe già cacciato, ma noi siamo particolari e masochisti. Ho io una posizione da proporre, per Carlo questa volta, ma perché invece di stare in panchina non prova ad andare a casa? Potrebbe essere un’ottima soluzione.

 

BOLOGNA

  • Danilo: 6,5

Il Thiago Silva del Bologna non cede nemmeno ad una minima disattenzione. Non fa ricevere nemmeno un cross a Llorente, anticipa che è una bellezza e intrappola gli attaccanti del Napoli salendo al momento giusto. Lontane le imprecazioni dei fantallenatori per i numerosi autogol. Stavolta prestazione più che sufficiente.

  • Tomiyasu: 6,5

Sull’esempio del connazionale Hachiko, il giapponese non molla mai l’uomo che decide di marcare. Ringhia sulle caviglie di Insigne per tutta la partita, contiene i suoi affondi e lo costringe a scelte obbligate. Dimostra che il Giappone in quanto sperimentazione dista ancora molti anni luce dal resto del mondo, e fa temere un’ennesima leadership nipponica anche nel football. Tra non molto Holly Hutton e Benji Price saranno più di un semplice manga.

  • Sansone: 7

Prestazione intelligente, sfrutta gli errori della difesa dei padroni di casa e con il gol del 2-1 regala tre punti d’oro al Bologna. Dopodiché a Napoli il proverbio “muoia Sansone con tutti i filistei” diventa ben più di un semplice proverbio. Nel silenzio, acuendo l’udito, si può ancora percepire in lontananza qualche tifoso che impreca non senza blasfemie e turpiloqui.

  • Palacio: 6,5

Coglie alla grande l’eredità di Marco Di Vaio, è dappertutto e mette in difficoltà la ridicola difesa partenopea. Un recente studio afferma che la fonte della sua eterna giovinezza risieda in quel codino che attira l’attenzione di molti. Da non escludere la convocazione nell’Albiceleste (tutto fa brodo purché non Mauro Icardi).

  • Skov Olsen: 6,5

Bravo a sfruttare l’occasione che gli è capitata. Oltre al gol però nessun guizzo particolare. A dimostrazione di quello che qualcuno baciato dalla saggezza sosteneva: “nella vita ci vogliono un quarto di coraggio e tre quarti di fortuna”. E bene sì, i detti antichi non falliscono mai.

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