L’ingannevole leggerezza di Kundera

di Ginevra Fracasso (IIA)
M.Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere (1984)

La leggerezza è un concetto apparentemente semplice, legato all’astratto ma la cui spiegazione dovrebbe essere essenziale, priva di aspetti ridondanti e confusionari. Quando si pensa a quest’ultima, infatti, vi è l’innegabile inclinazione ad immaginare uno stato d’animo paradisiaco e, dunque, utopistico, in cui inquietudini e preoccupazioni magicamente si riducono a fatue frivolezze.

L’insostenibile leggerezza dell’essere, romanzo di Milan Kundera pubblicato nel 1984, attraverso due intrecciate storie di amori passionali e intensi, smuove lo spirito del lettore il quale, immerso appieno nella travolgente trama, sarà portato dal susseguirsi degli eventi a comprendere quanto anche la leggerezza, ormai convenzionale, sia in realtà costellata da ulteriori e più profondi significati nascosti e irrimediabilmente paradossali.

Il romanzo, ambientato a Praga intorno al 1968, è incentrato sulla vita di artisti ed intellettuali cecoslovacchi nel complesso periodo storico tra la Primavera di Praga e l’invasione della Cecoslovacchia da parte di cinque stati membri del Patto di Varsavia. Tomáš, chirurgo di fama che ha perso il lavoro a causa di un articolo su Edipo che lo mette in cattiva luce agli occhi dei comunisti cechi, si innamora di una fotografa, Tereza, che successivamente diverrà la sua compagna. Nonostante il suo amore per Tereza, Tomáš non riesce a frenare la sua brama di amare, seppur solo carnalmente, anche altre donne, tra cui una in particolare, Sabina, dedita all’arte e che a sua volta ha un amante, un professore universitario, Franz, profondamente innamorato di lei. 

Proprio nel travagliato intreccio di questi amori difficili verrà trattato in modo più che anticonvenzionale il tema della leggerezza, complessa e sopravvalutata. 

La leggerezza diviene dunque insostenibile, poiché, come sostenuto dal proverbio tedesco, al quale viene fatto riferimento numerose volte nel libro, Einmal ist keinmal, ovvero “una volta e mai”: “l’uomo vive ogni cosa subito per la prima volta, senza preparazioni. Come un attore che entra in scena senza aver mai provato”. Tale affermazione porta a capire che ogni decisione, ogni scelta, poiché impossibile da ponderare, può essere presa con leggerezza, dal momento che nessun uomo può avere, vivendo una volta sola, la possibilità di capire se questa sia giusta o sbagliata e rimediare ai propri errori.

La vita, allora, perde di significato, diventando futile, inutile; tanto leggera da essere un insopportabile peso esistenziale impossibile da ridurre. 

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