Non solo un fumetto, ma una riflessione sul nostro futuro… – Pluto (N.Urasawa e T.Nagasaki)
di Luigi Iossa (IA)
Pubblicato fra il 2003 e il 2009, Pluto si è inserito sin da subito nell’Olimpo delle grandi opere della nona arte, vendendo un totale complessivo di circa 8 milioni e mezzo di copie e ottenendo svariati premi. Naoki Urasawa e Takashi Nagasaki sono gli autori principali di una storia che trae la sua ispirazione dal più noto Astro Boy di Osamu Tezuka e che viene rielaborata in chiave moderna e thriller.
Ci troviamo in un futuro, alquanto lontano e utopico, in cui gli uomini convivono attivamente con le macchine; i robot caratterizzano la parte viva della storia di questo manga, sono i veri protagonisti, spesso denigrati, insultati e trattati con sufficienza dagli esseri umani. Il protagonista è Gesicht, un ispettore dell’Europol che si ritrova a dover affrontare un caso scottante e misterioso. Un’entità sovrumana sta seminando il panico in tutto il mondo causando morti su morti; questi omicidi hanno tutti, però, un obiettivo ben preciso e condividono un fattore comune: ognuno di essi ha a che fare con il mondo della robotica. È importante che il lettore si immedesimi in una realtà in cui le macchine umanoidi sono considerati quasi come degli esseri umani e si battono per la difesa dei propri diritti che spesso vengono calpestati dagli umani. Pluto, dunque, ci induce a riflettere sull’autenticità dell’esistenza umana e a tenere in debito conto il continuo evolversi della tecnologia.
Quindi, tornando alla trama del manga, questa entità colpisce i sostenitori delle cosiddette “leggi della robotica”, ovvero tutti gli esseri umani che si battono in tutto il mondo per far sì che i robot vengano considerati allo stesso modo delle donne e degli uomini. Il compito dell’ispettore Gesicht è quello di individuare la causa di queste stragi e cercare di salvaguardare le possibili vittime future di “Pluto”.
Il titolo del manga prende il nome dall’antagonista, misterioso per buona parte della storia, del quale si conoscono solo le vittime, che vengono sempre esposte, una volta uccise, con delle corna sulle teste, che rimandano alle divinità infernali delle religioni arcaiche: Pluto era, infatti, il Dio dell’oltretomba presso i Romani. Andando oltre la fitta e avvincente trama di questo fumetto, e analizzandolo nel profondo, possiamo trovare degli spunti per delle riflessioni che mai come oggi sono attuali.
Nel primo episodio vi è forse uno degli squarci narrativi più commoventi della storia del manga. Urasawa ci presenta due personaggi, il compositore Paul Duncan, cieco sin dall’infanzia, e il robot North N.2, il badante di Duncan. L’anziano compositore è scettico, disgustato dalla presenza nella sua dimora di un robot; egli considera tutte le macchine come delle creazioni infernali, che deteriorano l’intelletto umano e il contorto rapporto fra i due è l’elemento dal quale si può trarre uno spunto di riflessione sul rapporto che l’uomo intrattiene nei confronti delle tecnologie e dell’intelligenza artificiale; in passato lo sviluppo di tali tecnologie era un sogno, un miraggio, era l’utopia di una generazione che voleva vedere nella tecnologia la possibilità di riprendersi dopo le distruzioni della seconda guerra mondiale: le macchine, i televisori, i primi frigoriferi erano le invenzioni di un’epoca che ambiva alla rinascita, mentre oggi, quando abbiamo raggiunto l’apice dello sviluppo, lo disprezziamo, lo banalizziamo e lo ripudiamo. Un altro tema portante del fumetto è sicuramente la guerra, o meglio il ripudio di essa, il tormento perenne di coloro che hanno combattuto, che hanno ucciso, i superstiti di un sanguinoso conflitto, consapevoli di aver fatto del male e seminato morte.
Andare oltre, oltrepassare le apparenze è il vero intento di questo fumetto, i robot rappresentano, nella grande metafora di quest’opera, la discriminazione, tutti coloro che sono discriminati; l’attualità delle tematiche, della profondità con la quale vengono affrontate, rende Pluto più di un semplice insieme di pagine in bianco e nero disegnate e scritte, ma un riflessone su noi stessi e sul mondo che ci circonda: è comodo come funziona la memoria di noi essere umani. Siamo predisposti per dimenticare. Continuando ad accumulare ricordi tristi o dolorosi non si potrebbe andare avanti a vivere… perciò dimentichiamo”
N.Urasawa e T.Nagasaki, Pluto, Panini editore 2009-2010, voll.1-8