“Arte&Psiche”: l’arte che si fa cura dell’animo dei giovani

di Francesca Pia Piantarosa (IIG)

Riprende per il quarto anno consecutivo il progetto “Arte&Psiche-Nuovi Colori” presso il Liceo Classico Adolfo Pansini, curato dalla psicoterapeuta e responsabile del Centro Anima Iris di Pompei Annamaria Ascione, dalla pittrice ed illustratrice Ester Rascato e dall’attrice e coreografa teatrale Rosaria Clelia Niola.
Tre figure professionali, che non hanno apparentemente nulla in comune unite per l’obiettivo ultimo di creare un canale di comunicazione con i ragazzi, affinché possano sentirsi liberi di esprimere le loro emozioni senza temere il giudizio altrui. Partendo dall’analisi di un’opera della Rascato raffigurante un corpo di donna, la Dott.ssa Ascione ha deciso di soffermarsi proprio sulla tematica degli stereotipi, in particolare quelli legati alle differenze di genere che mai come ora sono al centro della riflessione mediatica, come l’oggettificazione del corpo femminile o la presupposta superiorità dell’uomo rispetto alla donna. La voce dei ragazzi, che hanno osservato il quadro con un’accurata sensibilità, si leva in un coro unanime: le differenze ideologiche tra uomini e donne, che caratterizzano qualsiasi essere umano a prescindere dal genere di appartenenza, costituiscono una grandissima ricchezza per la società, ma solo il buon senso e l’accettazione del diverso rendono possibile la loro pacifica convivenza. Un’apertura mentale che molto spesso non si evince, che ancora manca a chi commette atti atroci come la violenza di Palermo o gli omicidi di Giulia Tramontano, Giulia Checchettin e di altre centinaia donne che nello scorso anno sono state vittime del desiderio di possesso e della prepotenza di un uomo. Come si traduce tutto ciò nella concezione dei giovani? Per i ragazzi e le ragazze della IIG (ordinamento ginnasiale), coinvolti attivamente nel percorso psicoeducativo dall’inizio della loro esperienza liceale, questi avvenimenti scaturiscono forte sconforto, angoscia, impotenza e tante preoccupazioni che influiscono negativamente sulla loro crescita e visione del mondo; dal sentimento di distruzione nasce poi il processo di creazione, attraverso il quale le specialiste riescono a percepire il feedback generale del gruppo e lo stato d’animo del singolo.
L’intervento curato dalla danzatrice Niola è consistito nell’invitare alcuni ragazzi a rappresentare liberamente le emozioni negative prima enunciate e gli altri ad interagire tramite la mimica ed il linguaggio corporeo, dando come risultato finale una composizione omogenea in cui tutti si abbracciano o si tengono per mano, simboleggiando come le avversità possano essere contrastate se si ha il coraggio di chiedere aiuto a chi ci sta accanto, superando così le complesse barriere di paranoie e pregiudizi che molto spesso tendono ad isolare. Raggiunta questa preziosa consapevolezza sul piano collettivo, il percorso procede con un’attività prettamente individuale che chiama i ragazzi a confrontarsi con un foglio bianco, su cui disegnare spontaneamente ciò che è emerso dagli spunti di riflessione e dall’esercizio teatrale senza dar peso al solo lato estetico, poiché non è necessario possedere spiccate competenze tecniche per trasmettere un messaggio: basta anche un puntino o una linea, l’importante è tracciarlo con la coscienza oltre che con la matita.
L’innovativo approccio importato dal progetto è ormai diventato oggetto di studio e di interesse mediatico in Italia e in altri paesi come Francia, Inghilterra, Spagna e Germania. La pratica della cosiddetta “medicina narrativa”, basata proprio sulla condivisione reciproca tra il medico e il paziente, ha ormai preso il sopravvento in ambito psichiatrico e non solo: “Arte&Psiche-Nuovi Colori” n’è diventata col tempo una chiara esemplificazione, al punto da essere dallo scorso anno oggetto di discussione e ricerca all’interno del master in Medichal Humanities dell’Università Suor Orsola Benincasa grazie al sostegno dell’ASSIMEFAC (Associazione Società Scientifica di Medicina di Famiglia e Comunità).
Insegnare alle future generazioni come gestire le emozioni è il grande impegno che le istituzioni si assumono oggi più che mai, e la premura dimostrata dalla Dott.ssa Ascione e dalle sue colleghe è da ritenersi mirabile ispirazione per tutte le comunità educanti.

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