Il futuro dell’umanità? È sulla Luna… – In the silent sea (Corea del Sud, 2021)

del prof. Lucio Celot

Era inevitabile che, dopo il successo planetario e inaspettato di Squid Game, l’attenzione del pubblico seriale si appuntasse sulle produzioni sudcoreane, dopo che ormai da diversi anni in occidente si sta finalmente dando il giusto peso ad una cinematografia che nulla ha da invidiare alle produzioni hollywoodiane. Registi-autori come il compianto Kim Ki-duk (Pietà, 2012), il premio Oscar Bong Joon-ho (Parasite, 2019), Park Chan-wook (la “trilogia della vendetta”, 2002-2005), Kim Ji-woon (I saw the devil, 2010) e altri hanno contribuito a sollevare il velo su una realtà creativa ed estetica di indiscussa qualità.

Il sottotesto e il contesto implicito di Squid Game è, come è noto, la devastazione sociale operata dalla politica economica neoliberista che ha, come nel resto del mondo, creato sacche di emarginazione sociale e povertà che, nella finzione della serie, spinge centinaia di disperati a rischiare la morte nella speranza di vincere al “gioco del calamaro”; In the silent sea muove invece da un’altra emergenza reale, quella del cambiamento climatico: nel mondo non c’è più acqua, la poca che è rimasta viene razionata con iniqui criteri (ancora una volta) socio-economici discriminatori che creano disordini e instabilità politica. Ma forse c’è una speranza: sulla Luna, in una stazione abbandonata da diversi anni a causa di una perdita di radiazioni che ha ucciso tutto il personale, sono ancora conservati i campioni di un misterioso liquido (acqua?) che potrebbe risolvere la crisi idrica mondiale. Una spedizione di astronauti che comprende scienziati, militari e un’astrobiologa viene inviata sul nostro satellite per recuperare i campioni: il problema è che niente va come dovrebbe, a cominciare dall’allunaggio che distrugge la navicella e rischia di decimare il gruppo. Non solo: all’interno della stazione tutto funziona perfettamente, non ci sono indizi di radiazioni ma i cadaveri dei precedenti occupanti recano tracce di morte per annegamento; come se non bastasse, il mistero si infittisce perché un misterioso essere che si muove velocissimo e imprendibile nell’oscurità inizia a uccidere.

Sulla Luna niente è come sembra: a cavallo tra thriller e sci-fi distopica, ampliamento del cortometraggio The sea of tranquillity dello stesso regista della serie Choi Hang-yong, In the silent sea certamente non tiene incollati alla poltrona (o al divano) come Squid Game ma si fa apprezzare per le sue scenografie estremamente curate, una fotografia eccellente nel restituire le atmosfere lunari e, soprattutto, i riferimenti alla fantascienza classica: il rapporto che si instaura tra la bambina sopravvissuta e l’astrobiologa Song Ji-an ricorda quello tra Ripley e Nute in Aliens. Scontro finale di Cameron (1986), per non parlare del finale in cui l’allusione allo star-child, il “feto stellare” che chiude 2001: Odissea nello spazio di Kubrick (1968) è fin troppo chiara nell’auspicare la nascita di una nuova “super-umanità” che trascenda i limiti di quella attuale; l’atmosfera claustrofobica e la fredda illuminazione artificiale degli interni rimanda ad un altro piccolo gioiello del genere, Moon di D.Jones (2009).

Insomma, per quanto non indimenticabile, la serie di fantascienza coreana può soddisfare i palati degli aficionados del genere che si divertiranno a coglierne ascendenze e padri più o meno nobili.

 

Lucio Celot

The silent sea (id.), Corea del Sud 2021

Stagione 1 (ep.1-8)

Distribuzione: Netflix

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