PRIMO GIORNO DI SCUOLA – INTERVISTA AI GENITORI

(a cura di Cristina Cella, Giorgia De Manes, Francesca Pia Piantarosa per il PON di Giornalismo con Massimo Romano di NapoliToday e la prof.ssa Maria Palumbo)

Rientro in classe, i genitori: “Felici per i nostri ragazzi”

Il nuovo anno scolastico al Liceo Pansini di Napoli è iniziato Mercoledì 15 Settembre. I genitori hanno condotto per mano i propri figli fino all’ingresso dell’Istituto.

“È un’emozione fortissima: mia figlia è cresciuta e affronterà un percorso intenso e pieno di soddisfazioni”, dice una madre come portavoce di tutti quei genitori che erano lì e hanno rivisto nei figli loro stessi, rievocando in loro “La consapevolezza dell’invecchiamento”, come dice un’altra mamma appoggiata da un suo amico, anche lui padre di un nuovo pansiniano, che aggiunge: “Ti rendi conto che gli anni passano e che non sei più tu alle superiori. Stamattina ho detto a mio figlio di godersi questi cinque anni perché saranno i più belli della sua vita”

Tra la nostalgia però emerge anche un forte clima di ottimismo, sia verso l’organizzazione dell’istituto, ritenuto adatto alla crescita formativa e sociale dei loro figli, sia a favore dell’importante scelta che essi hanno fatto volontariamente attraversando per la prima volta il portone del Pansini, perché “Il liceo classico lo sceglie l’alunno”. Addirittura Federica, che affiancava la madre durante l’intervista, ha detto: “Ho scelto il classico dalla seconda media perché avevo già un quadro generale di ciò che volevo fare”.

Lo spettro della DaD aleggia sulla testa degli studenti, ma i genitori sono tutti concordi nel ritenere la presenza fisica a scuola elemento imprescindibile: “La prima cosa della scuola è la socialità e se siamo avanti ad un computer non basta, perché la socialità è guardarsi negli occhi, vedere i movimenti del corpo. Tutta la comunicazione fisica che attraverso un computer non c’è”

Pareri talvolta discordanti, invece, sul tema vaccini. Ci sono studenti che hanno ricevuto già entrambe le dosi: “La paura c’è – spiega una madre – perché non sappiamo cosa succederà, ma siamo chiamati ad un dovere civico. Io non posso per la mia libertà di non vaccinarmi coinvolgere la libertà dei più fragili. Io faccio parte di una comunità e farne parte impone degli obblighi. Sei libero di non vaccinarti ma te ne assumi tutte le responsabilità”. Ci sono stati anche alcuni che però si sono presi del tempo per decidere se sottoporli o meno alla somministrazione del vaccino per paura di eventuali conseguenze a lungo termine. È stato infatti detto che “Siccome è nell’età dello sviluppo, quanto più riesco a procrastinare meglio è, ma se può rassicurarvi sta facendo i tamponi tutte le settimane”.

Sono tutti d’accordo quindi che sia una precauzione necessaria per permettere ai loro ragazzi di ricominciare a vivere stando a contatto con gli altri e con il mondo esterno che gli è stato purtroppo sottratto dalla gravità della pandemia, ma per questi genitori è già una grande soddisfazione vederli entrare fisicamente nella loro nuova scuola e sperano che ci restino più a lungo possibile.

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