Trentuno giorni di terrore… La regista dei morti – Capitolo 6

di Alice Musilli (VH)

Ferrara,

Mariella era una regista inerba che stava aiutando una troupe a girare un documentario sulla cittadella di Ferrara, in inglese, per un progetto di promozione per il turismo in italia. Mariella giocherellava con il suo crocifisso mentre si allontanava in macchina dal set per andare in un luogo che, secondo lei, sarebbe stato perfetto per il documentario. Scese dalla macchina controllando che la sua telecamera fosse sistemata. Ed eccolo là: di fronte a lei si stanziava l’ex ospedale psichiatrico di Aguscello.

Abbozzò un sorriso di stupore mentre entrava; nonostante la struttura fosse vandalizzata, non era deludente come tutti dicevano che fosse.

Iniziò a riprendere quando sentì un rumore a cui non fece caso, pensando fosse la struttura vecchia.

Finì le riprese del primo piano e si accese una sigaretta mentre preparava la telecamera per riprendere la famigerata stanza della giostra (al tempo non era ancora stata rimossa). Decise di dare una spinta alla arrugginita giostrina per fare una ripresa. In quel momento sentì chiaramente dei passi, veloci, sopra di lei. Alzò di botto lo sguardo, poggiando la mano sul coltellino svizzero che portava sempre nella tasca quando andava a fare questo tipo di riprese; amava l’urbex, ma sapeva quanto potesse essere pericoloso, specialmente al calar della notte.

Decise di ignorare quel rumore che doveva aver creato la sua mente suggestionata e tornò a guardare la giostra. In quel momento vide un bambino dagli occhi bianchi e i capelli biondi che giocava sulla giostra.

Sentì l’aria venir aspirata via dai suoi polmoni mentre guardava la piccola figura giocare.

No. Non poteva essere vero. stava allucinando.Guardò la telecamera e vide con orrore che stava riprendendo tutto.

Era vero. Era davvero davanti a lei. Ma chi era? o meglio, cos’era?! Un’anima di quei tanti bambini morti nell’incendio? o forse era morto prima per inattenzione dei medici? Oppure fatto morire di proposito per qualche orribile motivo?!

Magari non era umano?! Era un demone!? Le avrebbe fatto del male?!
“ohhh, signora! quanto sei alta, e la tua pelle è così scura!”

abbassò lo sguardo e vide una bimba, in camicia da notte, che le stava abbracciando i fianchi con un sorriso innocuo.

“eh…?! come- cosa-”
“non sembra una suora” osservò il bambino mentre continuava a giocare sulla giostra.

“suora-? no- no non sono una-”
“allora sei un medico!”

“ un medico donna? Le donne non erano solo infermiere?” da un angolo sbucarono due bimbi identici, che  parlavano all’unisono e la guardavano con stupore e diffidenza.

Mariella non sapeva cosa dire, né fare.

Abbozzò un sorriso, “b-beh…io sono una regista”
“una regista??” chiese la bimba, “ cos’è una regista??”
“monto film”
“i film si montano?? come una macchina??” disse uno di quelli che Mariella credeva fossero gemelli.

Ridacchiò, “circa…potreste dirmi, per caso, che anno è, bambini?”
la risposta all’unisono di tutte quelle piccole anime le fece gelare il sangue.

“1970!”

“1970..?” ripeté. Quello era l’anno in cui il manicomio di Aguscello era stato bruciato.

“ma per caso ci devi mettere sulla sedia?” chiese un’ennesima voce dietro di lei. Si girò e vide una decina di bimbi e bimbe che la guardavano spaventati.

“sedia…?”
“la sedia dei fulmini!” esclamò una bimba.

Mariella si coprì la mano con la bocca per non urlare. La sedia dell’elettroshock. Quei bambini stavano parlando della Sedia dell’elettroshock.

“tutto bene signorina?2 le chiese una delle tante anime.

“si…si tesoro. tutto bene…” sorrise cacciando indietro la sensazione di conato che le stava salendo dallo stomaco alla gola.

“ora che ci penso, avrei proprio bisogno di aiutanti forti e attrici bellissime per girare un paio di scene…ma ahimè, non so dove trovarli”

sorrise al coro di voci che si alzò, con i piccini che facevano a gara a chi fosse il più forte e le bambine a chi fosse la più bella.

“oh, ma non litigate! tutti possono fare il proprio!”

“io voglio recitare!”
“io voglio aiutare a girare!”
“oh-io voglio fare le luci! le luci!”

“Anche io voglio recitare!”

Così, pian piano,in una notte, Mariella girò delle riprese spettrali quanto belle e innocue. I bimbi giocavano normalmente, ma si notava dalla luce delle loro ‘pelli’ che loro, di normale, non avevano proprio nulla.

Quando mostrò il filmato però disse alla troupe che aveva chiesto a amici di famiglia e cuginetti di prestarsi per il ruolo. Non voleva rivelare proprio tutto tutto, perché lo sapeva benissimo che se fosse stato scoperto tutti avrebbero voluto studiare e tormentare quelle povere anime, e lei in parte si sentiva persino in colpa per aver ‘approfittato’ della loro ingenuità.

Il video divenne subito virale perchè ‘molto realistico e ben fatto’, perché insomma, queste cose son sempre considerate dai mass media come la CGI ben fatte. Mai nessuno ( o forse i molti pochi che ci credono preferiscono tacere) penserebbe di andare oltre e capire come fosse stata fatta la nonesistente computer grafica.

Ma chi lo sa. Magari, fra i vari siti e video falsi, qualcuno o qualcosa di vero è stato ripreso, e noi non lo sapremo mai.

Viviamo in un epoca in cui tutto è ‘smontabile’ e Mariella era ben felice di questo. Così, il segreto dei bimbi sarebbe rimasto al sicuro…almeno per ora.

Da quel giorno Mariella andò spesso all’ex manicomio, portando peluche, giochi e fiori ai piccini, che mai capirono la triste verità. Poiché erano morti nel sonno o nel fuoco, la loro giovane mente credeva semplicemente che si fossero fatti un sonnellino. Nemmeno loro mai capirono, e forse mai capiranno, la loro stessa natura.

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