Mosaici di vite spezzate in Medioriente, Fauda (Israele, 2015)
del Prof. Lucio Celot
Qui si cammina sul ghiaccio sottile, l’argomento è delicato, soprattutto di questi tempi, un anno dopo il 7 ottobre 2023, con i fronti del conflitto arabo-israeliano che si stanno pericolosamente ampliando e con il governo Netanyahu sempre più nell’occhio del ciclone per la risposta militare a Gaza, nella Cisgiordania e in Libano che ha causato decine di migliaia di morti e una nuova – l’ennesima – emergenza umanitaria. Argomento tanto più delicato perché la serie è di produzione israeliana e il rischio della propaganda è costantemente dietro l’angolo. Fauda (che significa “caos”) si presenta come un thriller politico ricco di azione e sequenze adrenaliniche che allo stesso tempo offre uno sguardo approfondito e complesso sulle dinamiche del conflitto israelo-palestinese; la serie, creata da Lior Raz, attore protagonista degli episodi ed ex membro delle forze speciali israeliane, si distingue per il suo realismo e la sua capacità di mostrare le diverse sfaccettature di un conflitto che continua a segnare drammaticamente la storia del Medio Oriente.
Le quattro stagioni (in attesa della quinta) seguono una squadra delle forze speciali israeliane Mista’arvim (“coloro che vivono tra gli arabi”) i cui membri sono ebrei arabizzati in grado di infiltrarsi regolarmente nei territori occupati per eliminare uomini e gruppi di combattenti indicati come terroristi dal Mossad (il servizio di intelligence per le operazioni all’estero) e dallo Shin Bet (l’agenzia per la sicurezza interna). Crudezza e realismo estremo non mancano, la violenza dei combattimenti, degli interrogatori e delle torture da entrambe le parti mette lo spettatore a contatto con la fisicità e l’impatto emotivo della guerra; ma va detto subito che Fauda evita rappresentazioni rigidamente manichee, il bene e il male non stanno mai da una sola parte e gli showrunners si sono sforzati di fare emergere le ragioni complesse e contraddittorie che motivano le azioni dei protagonisti. Viene in mente, in proposito, un apologo che spesso racconta David Grossman, lo scrittore israeliano che anni fa ha perso un figlio appena ventenne in guerra ed è quotidianamente impegnato per la pace in M.O.: Grossman racconta che quando era bambino, il nonno, armato di fucile, lo portava ai confini del kibbutz dove viveva e gli indicava un arabo, anche lui armato, che si trovava dall’altro lato del confine. Quando il piccolo David chiedeva al nonno perché portasse il fucile, il vecchio rispondeva “Perché ho ragione io”; e quando il nipotino gli faceva la stessa domanda indicando l’arabo, il nonno rispondeva “Perché ha ragione lui”. Ecco, Fauda non esita a mostrarci la violenza in tutta la sua efferatezza (bombe umane, torture, uccisioni mirate, conflitti a fuoco sanguinosissimi) ma evita di semplificare il conflitto presentandoci donne e uomini che non sono semplici stereotipi ideologici ma esseri umani in carne e ossa in preda a dilemmi morali; le loro scelte ambigue hanno sempre motivazioni forti, la necessità di sopravvivere, ideali cui dare corpo, senso di appartenenza, cameratismo.
Doron, il capo della squadra, personaggio carismatico e complesso che nutre progressivamente un senso di empatia verso i palestinesi (e si innamora di una dottoressa araba); i suoi compagni Naor, Boaz, Nuriz, Steve, Sagi, Avichay e il suo capo Gabi, il freddo e razionale funzionario dello Shin Bet; dall’altra parte, i membri di Hamas, divisi in fazioni e oggetto delle attenzioni del Mossad e della squadra di Doron, “La Pantera”, il giovane Walid, Al Maqdisi affiliato all’Isis: vittime e carnefici della polveriera mediorientale in cui la totale assenza di equilibrio politico può generare conseguenze devastanti in tutta la regione. Palestina, Siria, Libano, il Belgio con le sue cittadine ad alto tasso di islamizzazione e integralismo; Hamas, Hezbollah, l’Isis: Fauda allarga la prospettiva geopolitica nel corso delle quattro stagioni senza entrare nel merito delle ragioni storiche del conflitto ma mostrandocene gli effetti sulle vite pubbliche e private, loro malgrado al centro di logiche opposte ma identiche per spietatezza e ferocia.
Fauda (id.) Stagioni 04 (ep.1- 48) Distribuzione: Israele 2015. Disponibile su Netflix