I Classici da rivedere #4: La Memoria del passato contro gli orrori del presente – La Jetèe (C.Marker, 1962)

del prof. Lucio Celot

Diciamolo subito: non c’è nulla, nella storia della Settima Arte, che assomigli a La Jetée, il fotoromanzo di 28 minuti di Chris Marker, un esperimento unico nel suo genere che ha, a sua volta, segnato la storia della sci-fi al cinema (tra tutti, L’esercito delle 12 scimmie di Terry Gilliam, 1995, che ne riprende l’impianto generale e soprattutto il finale). Opera poco conosciuta che meriterebbe di uscire dalla nicchia degli aficionados, La Jetée è un “film inerte” (qui la recensione su Quinlan.it), negazione stessa dell’idea del κινεμα come “immagine in movimento”: è costruito, infatti, da una serie di fotogrammi fissi, freeze-frames, montati in successione e accompagnati da una voice-off narrante.

            La vicenda è ambientata in un futuro distopico e cupo: dopo la Terza Guerra Mondiale, Parigi, come il resto del mondo, è devastata dalle conseguenze del fall-out radioattivo; i sopravvissuti sono costretti a vivere nei sotterranei della città, prigionieri dei Tedeschi che hanno vinto la guerra. Non essendo più a disposizione degli uomini lo spazio naturale, è al Tempo che essi si rivolgono per cercare di riportare la vita sulla terra: gli scienziati tedeschi tentano una serie di esperimenti su cavie umane per rispedirle nel passato, modificare il corso del tempo ed evitare così la distruzione globale. Chi riesce nell’impresa è un uomo che fin da bambino è ossessionato da un’immagine che gli è rimasta indelebile nella memoria: mentre si trovava con i genitori sul molo d’imbarco (la jetée del titolo) dell’aeroporto di Orly, ha assistito all’assassinio di un uomo; e mentre i presenti accorrevano sul luogo del delitto, il bambino osservava una donna che, a sua volta, lo fissava intensamente. Con questa donna, tornato nel passato da adulto, intreccia una storia d’amore e porta a conclusione la propria missione; sarà però nel futuro che egli troverà il compimento, sbalorditivo ed ineluttabile ad un tempo, del proprio destino.

            Tutto giocato su tre livelli temporali diversi – il presente apocalittico, il passato della pace e dell’amore ritrovati, il futuro che chiude l’esistenza in un circolo senza uscita -, La Jetée è un inno alla Memoria come unica salvezza per l’Umanità: questa è la storia di un uomo segnato da un’immagine fin dall’infanzia sono le prime parole recitate dalla voce narrante, una dichiarazione di poetica per cui la memoria e la rivisitazione del passato sono la sola risposta possibile all’orrore del presente. Il protagonista senza nome, dopo giorni di inenarrabile dolore dovuto alle iniezioni di droga che servono a stimolare i ricordi, inizia a vivere una doppia vita: quella del presente, steso su un letto, nei sotterranei della città infestati dai ratti, con gli occhi coperti da una maschera e gli aghi in vena, e quella del passato che progressivamente si concretizza e gli consente di vivere nella Parigi di prima della guerra, in cui ri-conosce, frequenta e ama la misteriosa donna del suo ricordo di bambino (La donna che visse due volte di Hitchcock è il riferimento costante e implicito de La Jetée). Quello messo in scena da Marker è il tempo di cui parlava Agostino nelle Confessioni: il tempo della coscienza, soggettivo, della cui natura non sappiamo dire nulla se qualcuno ci chiede Cos’è il tempo? ma che si “distende” nella nostra dimensione interiore consentendoci di “presentificare” passato e futuro. Marker è autore di una sci-fi che potremmo definire “intima”, perché ad essere rappresentata è l’immaginazione produttiva, la coscienza umana nella sua ricerca di libertà dal determinismo che imprigiona le nostre vite.

            La Jetée è una straordinaria e toccante metafora della nostra esistenza e, pur nel pessimismo apocalittico che chiude quest’opera anomala, suggestiva e visionaria (non riveliamo il finale che, ancora una volta, sovverte l’idea ordinaria del tempo oggettivo), lo spirito di “condanna alla libertà” (Marker è stato allievo di Sartre, e si vede…) che aleggia lungo tutto il “film” ci lascia, alla fine, con un senso di speranza nella capacità tutta umana di trasformare i sogni e i ricordi in realtà.

 

La Jetée (id.)

Regia: Chris Marker

Distribuzione: Francia 1962 (b/n, 28 min.). Disponibile su MUBI (vers.or. subt.ita) e su YouTube (https://www.youtube.com/watch?v=fU99W-ZrIHQ: vers.or. subt.eng)

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