“Ieri partigiani, Oggi Antifascisti”

– Comunicato delle studentesse e degli studenti del Nuovo collettivo Pansini
“Totalitarismo. Il totalitarismo comincia con il disprezzo per quello che abbiamo. Il secondo passo è: ‘Le cose
devono cambiare, non importa come, qualsiasi cosa è
meglio di quello che abbiamo’. I governi totalitari organizzano questo sentimento di massa e organizzandolo
lo articolano e articolandolo fanno sì che in qualche modo
le persone lo apprezzino. Prima le persone si sentivano dire:
non uccidere, e loro non uccidevano. Adesso si sentono dire: uccidi, e sebbene pensino che uccidere sia molto difficile, lo fanno perché ormai rientra nel normale codice di comportamento […] Il totalitarismo fa leva sui pericolosi bisogni emotivi di persone che vivono nel totale isolamento e nel timore dell’altro. Bugie. Nel momento in cui non abbiamo più una stampa libera, può succedere di tutto. Quello che consente a uno stato totalitario di governare è che le persone non sono informate. Come fai ad avere un’opinione se non sei informato? Se tutti ti mentono sempre, la conseguenza non è che tu credi alle bugie, ma che nessuno crede più a nulla. Questo succede perché le bugie, per loro natura, devono essere cambiate, e un governo che mente deve riscrivere continuamente la sua storia. Quello che arriva alla gente non è solo una bugia, ma un gran numero di bugie, a seconda di come tira il vento
della politica. E un popolo che non può più credere a nulla, non può neanche decidere. È privato non solo della capacità di agire ma anche della capacità di pensare e giudicare. E con un popolo così ci puoi fare quello che vuoi”. Così Hannah Arendt scriveva a proposito della nascita dei totalitarismi e oggi è più attuale che mai.
Un momento storico catastrofico e vergognoso sta ricoprendo l’Italia e gran parte del mondo, l’avvento delle destre xenofobe e la diffusione del razzismo nell’indifferenza comune nelle strade e nella società sta provocando solo odio e violenza. L’antifascismo è diventato un privilegio dei ricchi e degli intellettuali; oggi a lottare contro lo sfruttamento, la barbarie e la privazione dei diritti sono rimasti solo quelli che i diritti li hanno ben salvaguardati. Per questo crediamo fortemente nella necessità di non smettere di credere in quei valori per i quali tanti uomini e tante donne sono morti! L’antifascismo deve tornare ad essere un bisogno di chi è vittima dei soprusi, e, per primi, degli studenti che devono essere l’avanguardia della lotta e della resistenza; sì  Resistenza, oggi sembra una parola così anacronistica, ma crediamo fortemente nell’uso di questo termine. Resistere, sì, alle forze reazionarie che stanno lasciando morire centinaia di uomini, donne e bambini in mare, che stanno approvando una legge come la Flat Tax, che permette ai ricchi di pagare meno tasse e ai poveri di essere sempre più poveri, che hanno ieri approvato il “decreto sicurezza”, una legge vergognosa, che è forse la più razzista e fascista degli ultimi settant’anni, che diffondono ignoranza e hanno iniziato una crociata contro la cultura, che diffondono solo razzismo, omofobia, sessimo e discriminazioni di
ogni genere…
Dobbiamo riattivare un meccanismo di partecipazione dal basso che parta proprio da chi quelle contraddizioni e difficoltà le vive tutti i giorni come gli studenti stessi. Pensare che tutto ciò che questo governo sta facendo è lontano da noi e non ci riguarda è fortemente errato, questa politica marcia sta cercando per prima cosa di distruggere la cultura e il mondo dell’istruzione in tutti i modi, applicando un modello di privatizzazione in ogni campo. Non è un caso che, a tre mesi oramai dalla creazione di questo governo, l’unica cosa su cui ha espresso il suo parere è la sicurezza e il controllo, mettendo telecamere e forze dell’ordine nelle scuole o addirittura, come successo a Padova, sui mezzi pubblici per “scortare” gli studenti. Siamo a conoscenza dell’importanza di adattarsi ai tempi e sappiamo che oggi il nostro punto di forza devono essere proprio il linguaggio e le modalità: nel ventunesimo secolo, un’ era che non ammette perdite di tempo, che tende a velocizzare tutto, anche studiare, finire un liceo classico in quattro anni perché bisogna andare a lavorare (dove, poi, ce lo devono ancora spiegare), bisogna essere rapidi, delle macchine, che producono e che non si fermano dava
nti a niente…Questa è la società a cui stiamo andando incontro e proprio per questo la resistenza deve essere “rallentare”, soffermarsi, ragionare e informarsi; la nostra idea è quindi creare un momento assembleare fra studenti, docenti, istituzioni, comunità migrante e tante altre realtà, che, insieme, possano uscire da questa giornata più consapevoli che a lottare contro la barbarie non si è soli e che insieme una Resistenza nuova è possibile. Per tutti questi motivi siamo fortemente convinti del bisogno,soprattutto all’interno della scuola, di ricordare cosa è stata la Resistenza, come Napoli abbia deciso grazie ad un’insurrezione popolare di resistere all’invasione nazista 75 anni fa e come oggi sia necessario lavorare per ricostruire quell’antifascismo popolare che possa dire “Basta” a questo governo. Dove l’ingiustizia diventa legge, la Resistenza diventa dovere.

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