L’esplosiva e irriverente svolta del cinema supereroistico – Deadpool (T.Miller, 2016)

di Riccardo Maiello (1A)

Deadpool segue le vicende di Wade Wilson, un ex militare che diventa un mercenario specializzato in lavori pericolosi. Dopo aver scoperto di essere affetto da una grave malattia, Wade accetta un’offerta per diventare un supereroe grazie ad un esperimento segreto che gli conferisce poteri rigenerativi. Diventato Deadpool, il protagonista si mette alla ricerca di un nemico che gli ha rubato la vita e che rappresenta la sua unica possibilità di redenzione.

Deadpool è un film d’azione che ha conquistato il pubblico grazie alla sua irriverenza e alla sua capacità di rompere gli schemi del genere supereroistico. La cinematografia di questo film è estremamente dinamica e coinvolgente, grazie alla regia di Tim Miller e alla sua capacità di creare sequenze d’azione che mescolano sapientemente effetti speciali, movimenti di macchina e coreografie.

La fotografia della pellicola è molto particolare e si distingue per l’utilizzo di toni scuri e desaturati, che rendono la pellicola molto simile alle ambientazioni fumettistiche e si sposano perfettamente con l’atmosfera caotica e violenta del film; inoltre, la fotografia ha anche il merito di creare una forte connessione emotiva con il protagonista, interpretato dal bravissimo Ryan Reynolds, grazie a dei primi piani serrati che ne mettono in risalto le espressioni. La recitazione di Reynolds è senza dubbio uno dei punti di forza di Deadpool: l’attore canadese interpreta il ruolo del protagonista con una verve e una spontaneità sorprendenti, dando vita ad un personaggio indimenticabile che mescola ironia, cinismo e un profondo senso di giustizia e creando una forte empatia con il pubblico grazie alla sua capacità di sdrammatizzare le situazioni più critiche e di mettere in luce la vulnerabilità del suo personaggio.

Alla pellicola sono state mosse diverse critiche: la prima riguarda l’eccessivo utilizzo di violenza e linguaggio scurrile nel film. Il protagonista, infatti, utilizza spesso un eloquio volgare e offensivo, che può risultare fastidioso per alcuni spettatori. In secondo luogo, il film si concentra principalmente sulla figura di Deadpool, trascurando gli altri personaggi di contorno, che non vengono approfonditi a sufficienza, risultando piuttosto superficiali e poco memorabili (e questo può non piacere a chi cerca in una storia una maggiore complessità nella costruzione dei characters). Il doppiaggio italiano, inoltre, ha suscitato non poche perplessità per la scelta del doppiatore che ha prestato la voce al protagonista, Francesco Venditti, giudicata da alcuni spettatori poco adatta al personaggio che, nella versione originale, ha il timbro molto particolare e distintivo di Ryan Reynolds. Infine, alcune battute e riferimenti culturali nella versione originale sono stati adattati in modo poco preciso in quella italiana, perdendo parte del loro impatto e del loro significato. L’ironia di Wade, infatti, si basa soprattutto sui giochi di parole, di cui si sono perse le tracce nella traduzione.

In ogni caso, si tratta di rilievi che, pur fondati, non intaccano l’indubbio successo di Deadpool, film d’azione ma al tempo stesso riuscita commedia sul genere supereroistico.

 

Deadpool (id.)

Regia: Tim Miller

Distribuzione: USA 2016 (col., 108 min.)

 

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