Morgan, tra genio e sregolatezza

di Fabrizio Russo (VD)

Marco Castoldi, o più semplicemente Morgan, nasce nel ‘72 a Milano da famiglia umile. Sin da piccolo, mostra inclinazione per la musica: suonando e componendo. Il bisogno di esprimersi aumenta in seguito all’uragano di emozioni causato dal suicidio del padre, evento che lo segnerà profondamente.

Così, dopo le prime piccole esperienze, a 19 anni fonda i Bluvertigo, band che riscuoterà presto successo grazie all’originalità del sound e al carismatico frontman.
Dopo la “Trilogia Chimica”, ossia gli album: Acidi e basi, Metallo non metallo e Zero, il gruppo partecipa a Sanremo 2001 con il brano “L’assenzio” (The Power of Nothing).
I componenti del gruppo, però, si allontanano sempre più e Morgan pubblica il primo album da solista: “Canzoni dell’appartamento”.
È da questo momento, a mio parere, che inizia il suo declino.

Dal 2008 in poi diminuiscono i lavori degni di nota e aumentano le apparizioni nel piccolo schermo: partecipa a XFactor, Amici di Maria De Filippi, The Voice e Ballando con le stelle, programmi che rafforzeranno il personaggio televisivo del cantautore e che gli porteranno svariati scandali.
Ed eccoci giunti al punto che tutti aspettavano. Morgan che impazzisce, Morgan che urla, Morgan che insulta. In fondo è per questo motivo che sto scrivendo: perché un artista pluripremiato che ha creato canzoni magnifiche e colme di sensibilità è ridotto a un fenomeno da baraccone?

Ovviamente, avendo informazioni limitate, possiamo solo ipotizzare le cause che hanno portato a questa situazione. La vita del nostro “Sgarbi della musica” sicuramente è stata travagliata: la perdita di una figura importante non si compensa facilmente, il successo porta con sé un carico di stress enorme e, tutto ciò amplificato da una spiccata sensibilità, porta a eccessi e malessere.Per me il punto fondamentale di questa storia in realtà non è l’artista, ma gli spettatori. Morgan semplicemente non è adatto al pubblico e all’ambiente discografico di oggi.
Prendiamo in esempio ciò che è successo al concerto-lezione su Franco Battiato del 26 Agosto:
Morgan sale sul palco e inizia a fare ragionamenti e improvvisazioni senza, però, suonare canzoni di Battiato, al che si iniziano a sentire voci dal pubblico che le pretendono. L’artista, accogliendo la richiesta, comincia a suonare “L’Animale” e dopo poche note arriva chiaro e forte un “SEI FUORI TEMA!”. La frittata è fatta. Succede quello che tutti sappiamo.

È l’imprevedibilità il problema. Le esibizioni di Morgan, per loro natura, richiedono fiducia, attenzione e tempo perché non si può sapere cosa farà.
Non è un cantante, è un vero e proprio showman.
E credo che, come detto prima, il pubblico (o almeno la maggioranza di questo) non sia pronto a questo tipo d’arte, per questo motivo il cantautore si sente poco compreso e scade nelle sue sfuriate. Questa è la mia teoria.

Quindi le strade sono due:

  • Il pubblico comincia ad apprezzare e capire gli artisti di questo tipo
  • Questi smettono di esprimersi in questo modo.

Io spero nella prima, ma la seconda è decisamente più probabile. Infatti si perderà una parte importante della musica, quella meno preparata e più sincera che a persone in grado di accoglierla può dare tanto.

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