Trentuno giorni di terrore… Fino alla tomba – Capitolo 5

di Alice Musilli (VH)

Parma,

Ivan, Mariarosaria, Regina e Flavio erano degli amanti del paranormale.

Frequentavano il liceo Carlo magno, istituto per lo più in disuso. Un tempo, infatti, era stato un ospedale durante il regno di Carlo V.  

I 4 amici avevano una passione in comune, il paranormale, ma la giovane dai boccoli bruni era l’unica ad essere attratta da cose come rune, candele, incensi e cose varie.

 

Non era la prima volta che Regina, all’uscita, sgattaiolasse ai piani inferiori e sotterranei, dove l’ospedale sembrava essere rimasto bloccato nel tempo, per accendere una candela. “Lo faccio per i morti, così che non si sentano dimenticati” diceva. 

Un giorno però era corsa, all’uscita, da Flavio, che era appena uscito dalla struttura. 

“Regina? sembri sconvolta, cosa succede?”
“Chiama gli altri! Dobbiamo portare gli strumenti che Ivan ha comprato domani- ho visto qualcosa lì sotto!”
Flavio era il più scettico del gruppo. Inarcò un sopracciglio, “ah si? e chi avresti visto?”
“Un ragazzo- sarà stato alto quanto me- dai capelli scuri e-e un cappio attorno al collo- mi ha guardato in fondo al corridoio che porta alle camere mortuarie. Aveva gli o-”
Ma il castano stava già chiamando gli altri. Sinceramente credeva che la sua amica si fosse solo impressionata. 

Si preoccupò invece quando, il giorno dopo, non la vide uscire da scuola assieme a Ivan e Mary, che ovviamente erano andati con lei.

Decise quindi di scendere anche lui. Immaginate il suo cuore che si fermava nel momento in cui vide i suoi tre amici seduti in cerchio, con al centro una scatola nera e una figura malnutrita che torreggiava davanti a loro. 

La figura aveva lunghi capelli neri legati da un fiocco scolorito. Aveva gli stessi vestiti che si potevano ammirare sui nobiluomini dipinti del tardo rinascimento.  Gli occhi erano neri, e non aveva un cappio alla gola, ma un segno viola si.

Alzò lo sguardo incontrando gli occhi verdi di Flavio: lui non av eva i bulbi oculari.

Sorrise fievolmente indicando Flavio, sembrò aprire la bocca, e dalla scatola si capirono alcune parole.

“avevo-occhi-colore-suo”

“Avevi gli occhi verdi-? chiese Regina sorridendo.

Lo spirito fece cenno di sì con la testa, per poi iniziare ad avvicinarsi al giovane in piedi, attraversando con nonchalance Ivan.

Flavio sentì il cuore che gli martellava nel petto, con il suo cervello che andava in blackout e i suoi occhi incatenati alla figura bianca che gli si stanziava davanti. Gli girò attorno, osservando i suoi abiti e sfiorando con mano trasparente i capelli tagliati a semi-ciuffo. 

“Perchè-hai-capelli-così-corti-?” si sentirono parole meccaniche uscire fra i suoni prodotti dalla black box. Flavio fissò la figura vicino a lui, che lo osservava curioso.

“come…come ti chiami?” chiese incerto sul da farsi.

Tutti si gelarono quando dalla scatola si potè udire nettamente il fantasma dire ‘Flavio’

Il castano strabuzzò gli occhi, “anche io mi chiamo Flavio!”

Il fantasma alzò appena le palpebre, mostrando ancora di più il fatto che non avesse i bulbi.

“Come sei morto?” Chiese Ivan fissando più la Black box che lo spirito, il quale sembrò irrigidirsi.

Abbassò lo sguardo, come si vergognasse, “impiccato. Son-stato-impicc-“ si sentì un singhiozzo. Flavio era senza parole. Si sentiva così…nitidamente. Era come se stesse parlando lui- in effetti quel oggetto processava solo quello che il fantasma diceva.

Flavio si sentì in colpa, Mary guardò storto Ivan, che sembrava sorpreso.

“s-scusate” singhiozzò il fantasma. Stava piangendo uno strano liquido nero, che evaporava cadendo a terra, “ non…non-ne-mai-fatto-parola-co-nessuno. D-Dicevano-fossi-un-uomo-demonio,perché-ero-uomo-di-scienza-invece-che-di-fede”

“Anche io sono ateo” ammise Ivan, tentando di rimediare per aver causato il pianto del morto, che lo guardava curioso, “ateo-?che-parola-singolare…”

“Sono coloro che non credono in nessuna religione” spiegò Regina, che durante tutta la seduta sorrideva come una bambina.

Flavio sembrò guardarla con amarezza nei suoi occhi, “Mi-ricordi…La-mia-Antonietta”
“antonietta?” chiese il flavio vivo.

“mia-sorella. Sposata-troppo-giovane-concepire-venne-a-mancare-per-dare-luce-due-gemelli, uccisi-da-nostro-padre-17esimo-anno-di-vita”

“Anche loro sono qui?” chiese titubante Mary.

Flavio morto scosse malinconicamente la testa, “no. Li-ho-tenuti-braccio-una-volta, Prima-di-impiccato” La black box stava iniziando a dare problemi di segnali.

Si iniziarono a sentire dei flebili colpi alle pareti. La fiammella della candela di Regina iniziò a muoversi come se ci fosse stato vento.

Flavio spalancò le palpebre, “è-qui!”

“chi?!” Regina si alzò, sentendo una presa sulla spalla prima di essere sbattuta con grande violenza contro il muro.

Il morto si mise le mani nei capelli, “L-inquisitore!l’-assassino! Fuggire!-Fuggite!”

I rintocchi ora sembravano migliaia e migliaia di persone che bussavano con violenza, come se volessero uscire. Si sentiva la scoppiettare di un fuoco. Gente che gridava ‘brucia! brucia! brucia!’

Flavio vivo prese i suoi 3 amici e li tirò fuori da lì, sbattendo la porta dietro di loro.

regina stava piangendo per la paura. Mary la teneva stretta a sè.

 

“cosa…cosa era quella roba?!” sbottò Ivan nel momento in cui uscirono.

“un poltergeist” ipotizzò Mary, “sono caratterizzati da questo modo di fare aggressivo. Il caso di Enfield è collegato a questo tipo di spettro”

Regina guardava a terra, rannicchiata sul divano di casa di Flavio vicino al sottoscritto, mentre lui guardava con occhi confusi l’amico Ivan.

“ qualunque cosa ci fosse lì dentro, non dobbiamo più andarci”

“Ma le candele-”
“Regina non hai visto cosa è successo!?” sbottò Mary, “ ti saresti potuta rompere la spina!”

“ma-”
“no! noi non andremo mai più in quel posto. Mai. Più!”

Flavio negli anni ha tentato di dimenticare, ma mai l’immagine del giovane dal suo stesso nome, Nel buio del corridoio,lascerà mai la sua mente. Porterà con sé questo segreto…Fino alla tomba.

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