A tien’ ‘na cosa ‘a raccuntà? – È stata la mano di Dio (Italia, 2021)

di Marianna Mennella IIA

Uscito nelle sale alla fine del 2021, È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino è un film che proietta lo spettatore nella magica città di Napoli degli anni ‘80, caratterizzata dall’arrivo di Maradona, divinizzato dai tifosi partenopei. Aperto da un piano sequenza aereo che mostra il golfo partenopeo, il film narra del diciassettenne Fabietto Schisa (Filippo Scotti), un ragazzo introverso alla scoperta di se stesso e della propria strada, che trova conforto e serenità in una famiglia tipicamente napoletana (con la quale condivide la passione per Maradona) costituita da personaggi eccentrici, ironici e pittoreschi come la signora Gentile (Dora Romano) o come la Zia Patrizia (Luisa Ranieri). In particolare, i suoi genitori (Toni Servillo e Teresa Saponangelo), sposati felicemente, e il fratello maggiore (Marlon Joubert), anch’egli in cerca della propria identità, rappresentano per Fabio dei punti di riferimento. Questo apparente equilibrio sarà però spezzato da un evento traumatico che darà una svolta alla vita di Fabietto e gli farà apparire la realtà come qualcosa di “scadente”; da quel momento egli sarà costretto a cercare una via di evasione che troverà nel cinema.

Dopo La Grande Bellezza (2013), Sorrentino ritorna sotto i riflettori con un’opera, in parte autobiografica, candidata agli Oscar. È stato definito il film più intimo e personale di Sorrentino che ripercorre i ricordi della propria adolescenza a Napoli e del brusco passaggio all’età adulta che l’ha portato a intraprendere la strada del cinema. Ricca di riferimenti a Fellini, regista al quale Sorrentino si è sempre ispirato, la pellicola induce a riflettere sulla natura e le finalità del cinema, che altro non è che un palliativo: “il cinema non serve a niente però ti distrae”, “da che cosa?” “dalla realtà, la realtà è scadente”. Allo stesso modo la figura di Maradona, idolatrata ai limiti dell’eccesso, è per i napoletani una via di fuga da una realtà deludente; come dimostra anche il titolo, nel film fantasia e realtà si intrecciano, da una parte uno stile onirico ricco e contraddistinto da immagini paradossali e figure spirituali (come la prima scena del film, l’incontro tra Zia Patrizia e o’ munaciello), dall’altra le gioie e i dolori di una vicenda familiare. Infine, il dialogo emblematico tra il regista Antonio Capuano e Fabietto, che darà la svolta alla crescita interiore del protagonista, racchiude in sé la poetica del film e si conclude con l’enigmatica frase di Capuano “Non ti disunire!” della quale non viene specificato il significato né al protagonista né tantomeno allo spettatore.

Un grandissimo omaggio a Napoli e ai napoletani, che rappresenta al meglio l’amore che il regista prova per questa città. 

 

È stata la mano di Dio

Regia: Paolo Sorrentino

Distribuzione: Italia 2021 (col., 130 min.)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.