La mia estate ad Amsterdam

di Gaia Lucrezia Russo IF

Amsterdam è una delle mete più ambite dagli italiani, nota in tutto il mondo per la legalizzazione della prostituzione e della marijuana, ma anche per la miriade di biciclette che l’attraversano, i canali e l’arte che si fa largo spazio nei vari quartieri e nei parchi oltre che nella famigerata piazza Dam. Quest’estate anche io mi sono lasciata travolgere da uno spirito libertino che mi invogliava a partire per l’Olanda e sono andata a visitare questa città tanto sognata. Cosa ricordo del mio viaggio ad Amsterdam? Non molto, credo sia stato magico. C’erano i Draghi. A parte gli scherzi è stato veramente un viaggio fantastico, in una città accogliente dove lavorano ormai più italiani che olandesi. In albergo, nei locali e nei musei l’italiano che vi lavora ti riconosce subito e ci tiene ad essere lui a starti vicino. Non si sa se sono così disponibili per nostalgia verso il loro paese natio o perché sanno che l’italiano medio preferisce interloquire con un compaesano. Sì, perché se in Italia non ci si tollera neanche tra quartiere e quartiere, quando si parte dal’Italia non esiste più né nord né sud, incrociare un italiano all’estero basta per rallegrarti la giornata.

Per quanto riguarda i musei, molti ridono quando si dice di fare un viaggio culturale ad Amsterdam, eppure dal punto di vista storico-artistico questa città ha parecchio da offrire. Ad esempio piazza Dam, a 5 minuti a piedi dalla stazione centrale della città, ospita spesso molti artisti di strada ed è continuamente colorata da iniziative ed eventi, ma soprattutto è nota per il Palazzo Reale (all’interno del quale ancora si svolgono cerimonie ufficiali), il museo delle cere Madame Tussaud, la Chiesa Nuova e il Monumento Nazionale, un basilisco in memoria dei caduti olandesi durante la seconda Guerra Mondiale. Parlando di arte ad Amsterdam, però, il pensiero va subito a Van Gogh. Il Van Gogh Museum al suo interno mette in mostra non solo le più celebri opere del noto pittore, ma anche le sue epistole, la tavolozza e soprattutto molte opere di artisti a lui precedenti o contemporanei che l’hanno influenzato o l’hanno aiutato a perfezionare le sue tecniche. Il museo invita i visitatori a prenotare una guida nella propria lingua, per potersi informare su qualche curiosità in merito alla personalità di Van Gogh, oltre che per farsi illustrare i quadri più famosi dell’artista; in alternativa è possibile scaricare l’app o prendere l’audio guida per poter associare i luoghi che hanno ispirato il pittore ai quadri e paragonare l’Olanda di ieri con quella di oggi.

Frastornata all’uscita dal museo mi rendo conto d’averci trascorso 5 ore, pertanto mi dirigo all’elegantissimo Hard Rock che dal museo dista 10 minuti a piedi. Per quanto concerne il cibo, è facile imbattersi in qualche pub stile americano o ristoranti pseudo italiani, ma le pietanze tipiche olandesi meritano di essere assaggiate. Purtroppo o per fortuna non ho avuto il coraggio d’assaggiare il panino con l’aringa cruda, ma sfido qualcuno più intrepido di me a provarlo, perché in molti mi hanno detto che merita. Personalmente consiglio con tutto il cuore i dolci, ottimi i pancakes e la torta di mele. Nel percorrere le strade di Amsterdam spesso ho confuso la pista pedonale con quella delle bici, dunque dopo due giorni mi sono munita anche io di bicicletta e ho continuato da brava turista a pedalare in direzione dei musei, verso il mercato dei fiori e nel Vondelpark. Il Moco Museum ( con la mostra su Bansky e Dalì ) e il Rijksmuseum, limitrofi al museo dedicato a Van Gogh, sono da non perdere, mi hanno felicemente stupita; il mercato dei fiori, invece, è molto carino, ma avevo aspettative decisamente più alte. Il Vondelpark è un giardino all’inglese all’interno del quale vi è un teatro all’aperto e vari bar e ristoranti, ma non mancano animaletti simpatici che scorrazzano tra le persone: anatre, scoiattoli, parrocchetti ecc. Ideale per rilassarsi o fare un po’ di jogging, è diventato l’emblema della città.

L’ultima sera ad Amsterdam ho di nuovo messo i piedi a terra, ma per scendere dalla bici e salire sul battello così da godermi l’illuminazione notturna dei ponti e delle case sviluppate in altezza. Durante la visita è stato possibile usufruire di audio guide che svelano i segreti della città e raccontano della sua particolare e affascinante architettura.

Concluso il viaggio, mi riprometto di tornare per visitare anche le cittadine nei dintorni e magari in compagnia di qualche amico col quale condividere la spensieratezza, l’allegria e il bizzarro fascino di questa città.

Un pensiero su “La mia estate ad Amsterdam

  • 11 Giugno 2018 in 16 h 24 min
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    Sono stato ad Amsterdam nel lontano 1989 e sinceramente non mi ricordo molti so solo che la città mi era piaciuta molto. Anch’io mi ero ripromesso di ritornare ma poi non si è più presentata l’occasione e quindi non ci sono più andato. A ben pensarci mi piacerebbe tornare ancora una volta per vedere che impressione mi farebbe dopo quasi 30 anni.

    Un saluto

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