Pazzo Napoli per salvare l’onore
di Pietro Aldo Mocerino (IIG)
Dopo l’intervallo gli azzurri anticipano il rientro in campo e attendono i rivali: questa l’immagine che, probabilmente, meglio di altre spiega il senso di un match paradossale, per non dire folle. Il Napoli del primo tempo subisce presto il gol del vantaggio del Monza, che passa con un colpo di testa di Djuric su assist perfetto dalla sinistra dell’ex Zerbin (9’). La reazione partenopea si riduce ad un’occasione sprecata da Di Lorenzo che, in piena area, spara incredibilmente alto (17’). Vero è che dopo la mezz’ora (34’) Ngonge è platealmente atterrato in area da Zerbin e né l’arbitro Doveri né il Var fanno una piega, ma questo non basta per recriminare, il Napoli gioca poco e male e al 40’ non approfitta di un controllo avventato del portiere brianzolo Di Gregorio, che ci mette una pezza due volte, prima allontanando il pallone per evitare che Osimhen ne approfitti (il nigeriano, nell’occasione, va giù, ma il tocco su di lui è successivo a quello sulla sfera), poi parando a mano aperta sul successivo tentativo di Kvaratskhelia. Gli azzurri vanno al riposo tra i fischi dei tifosi che li contestano apertamente, ma è questa la chiave di volta dell’incontro. Nella ripresa il Napoli parte letteralmente in quarta, perché infila un poker di reti capolavoro, che stravolgono la fisionomia della gara. Dopo un gol annullato a Ngonge per un fuorigioco di rientro (49’) Osimhen pareggia per davvero arrampicandosi al settimo cielo e infilando di testa un cross di Anguissa (55’). Due minuti e, manco si sfrecciasse sul circuito automobilistico di Monza, arriva il sorpasso, con una sciabolata al volo di sinistro di Politano che, dal limite dell’area, incenerisce Di Gregorio infilando l’incrocio. Non è finita, stavolta è Zielinski che, sempre dal limite e ancora di sinistro, centra con un tiro a giro l’altro sette (61’). La girandola di reti prosegue solo un minuto dopo, è il monzese Colpani, con la collaborazione di Juan Jesus, a sorprendere da fuori Meret, prima che Raspadori, appena entrato sul rettangolo di gioco, riprenda una corta respinta del portiere avversario e fissi definitivamente il punteggio. Che dire? Il pomeriggio primaverile di Monza sembrava essere iniziato nel peggiore dei modi, perpetuando la figuraccia rimediata sabato santo contro l’Atalanta al ‘Maradona’, invece gli azzurri, frustati nell’orgoglio dai fischi dei propri supporters, hanno reagito onorando quello scudetto che, nonostante tutto, portano ancora cucito sul petto. Al di là delle residue ambizioni europee, il Napoli rilancia la sua immagine. Perché, dopo il tricolore, si può anche sbagliare una stagione, ma senza perdere la faccia.
Questa la pagella degli uomini di Calzona:
Meret 5,5: poco reattivo sui due gol monzesi, per il resto non è mai seriamente in pericolo.
Di Lorenzo 6: cresce nella ripresa, dopo un primo tempo a dir poco anonimo.
Rrahmani 6: impegnato al minimo, fa buona guardia quando occorre e contribuisce a sostenere la manovra offensiva.
Juan Jesus 5: passi la deviazione sul sinistro di Colpani, ma si fa sovrastare da Djuric in occasione del primo gol brianzolo.
Olivera 6: non che faccia granché, ma almeno nella ripresa corre.
Anguissa 6: cresce dopo l’intervallo e, in mediana, non concede spazi, a volte opera quasi da trequartista.
Lobotka 6,5: uno dei migliori, geometrie a parte, ci mette il cuore ed anche qualche incursione verticale pericolosa.
Zielinski 7: una rete che, da sola, vale il voto.
Ngonge 5: ci si aspettava qualche accelerazione delle sue, invece non sprinta mai.
Osimhen 7: incredibile la sua elevazione che frutta il pari, in più mette in mostra la solita grinta.
Kvaratskhelia 5,5: in condizioni fisiche non ottimali, si fa vedere a sprazzi, ma stavolta non è lui a spostare gli equilibri.
Politano 7: gol fantastico a parte, imprime all’incontro una marcia superiore decisiva. Cajuste 6: rinsalda il centrocampo e gioca in scioltezza.
Raspadori 6,5: ha il merito di essere al posto giusto nel momento giusto, chiudendo il poker.
Mario Rui s.v.
Calzona 6,5: se non altro perché nell’intervallo, c’è da scommetterci, avrà urlato come un matto per risvegliare i suoi e, a quanto si è visto nei secondi quarantacinque minuti, questa non è solo una mia supposizione. Indovina le sostituzioni, a partire da quella di Politano.