Ringhio Starr. Agorà del Calcio: Inter-Napoli

L’Agorà del Calcio, rubrica a cura di Salvatore Monaco e Pietro Peluso

INTER-NAPOLI

S. Siro, 12/02

 

“RINGHIO STARR”

“In un mondo di Klopp e di Pep io sono Ringhio Starr”. Vittoria arpionata con le unghia e con i denti da parte degli Azzurri, che mettono da parte giocate ornamentali e sceniche ed espugnano il San Siro dell’Inter capolista con sostanza e pragmatismo. Proprio “alla Ringhio”, insomma. 0-1 al termine dei primi 90 delle semifinali di Coppa Italia, il cui ritorno si giocherà il prossimo 5 marzo al San Paolo in una gara assolutamente da non perdere: un’Inter che pur dalla vetta della classifica non mollerà a nessun costo la presa così facilmente, e che ha recentemente dimostrato di non avere problemi di rimonte (figuriamoci poi in 90 minuti…), contro un Napoli che vede nella Coppa Italia il suo unico potenziale obiettivo per poter connotare non solo negativamente questa stagione.

Dopo aver ceduto un po’ troppo spazio al Lecce nella gara casalinga di domenica, i Partenopei esprimono a San Siro un gioco attento ed efficace, che li conduce alla vittoria seppur di misura. La squadra di Gattuso si ritrova così a mostrare una “doppia faccia”: in campionato passiva e frivola, quasi arrendevole davanti ad un destino ormai inesorabile di grande distanza dalla zona che conta; in coppa fortemente sul pezzo, disposta talvolta anche al sacrificio pur di portare a casa il risultato. Emblematico nella serata milanese è risultato proprio lo spirito di sacrificio che molto spesso nel corso dei tempi di gioco ha visto gli Azzurri sempre stretti, dietro la linea della palla, a chiudere bene traiettorie di passaggio e stringere le marcature sugli uomini più pericolosi, in un calcio non certamente “champagne”, bensì più “vinello”, ma che nella sua umiltà e semplicità ha dato i suoi frutti. “Ringhio Starr” è sempre stato noto sin da calciatore per la sua efficacia non elegante, per la sua attitudine al “lavoro sporco”, per la sua mentalità cinica e aggressiva che sul prato si è dimostrata vincente, e fuori l’ha sempre contraddistinto di umiltà e grandezza di spirito. “Non abbiamo fatto ancora nulla” e “c’è poco da ridere” tiene infatti a precisare a fine partita in zona mista, cercando di smorzare entusiasmi e aspettative precoci. “Non ho dimostrato ancora niente” afferma senza macchiarsi della falsa modestia tipica dei suoi colleghi. “Testa bassa e pedalare”: il pass per la finale è ancora tutto da guadagnare, sicuramente con (leggero) vantaggio, ma nulla è ancora scritto. FNS!!!

Anche nella gara d’andata delle semifinali di Coppa Italia Gattuso dimostra di non avere un roster tradizionale di titolari da schierare nelle grandi occasioni. Panchina infatti per due pilastri dello spogliatoio partenopeo, Insigne e Koulibaly (fuori entrambi per qualche fastidio), e spazio in campo ad un insolito XI. Ancora riposo per Meret e ancora una volta Ospina ad occuparsi della difesa estrema. Difesa a 4 con Di Lorenzo, Manolas, Maksimovic in rientro definitivo e Mario Rui quarto di sinistra. A centrocampo ritorno consolatorio di Fabian Ruiz al fianco dei confermati Demme e Zielinski. In attacco, innovativo l’innesto di Elif Elmas al fianco di Mertens e Callejon, per offrire grandi opportunità di ripiego in fase di non possesso in un 4-3-3 trasformato in 4-5-1 (come spesso è accaduto nel corso del match).
Sfida che contrariamente alle aspettative si rivela tutt’altro che ricca dal punto di vista dello spettacolo: sia nel primo tempo che all’inizio di ripresa poche emozioni animano il gioco. A inizio gara entrambe le squadre arrivano ripetutamente al tiro, senza mai dare troppi pensieri alle retroguardie avversarie. L’Inter soffre a più riprese l’esplosività di Elmas in ripartenza, ma la solidità difensiva dei nerazzurri neutralizza ogni tentativo di incursione pericolosa. La prima vera occasione si manifesta al 47esimo, quando a tempo praticamente scaduto Zielinski a tu-per-tu con Padelli si divora un’opportunità enorme, cogliendo il pieno il braccio del portiere col pallone che finisce sulla mano di De Vrij. Inutili le proteste degli Azzurri, con Calvarese che si affida al Silent Check e manda le squadre negli spogliatoi.
Secondo tempo sulla falsariga del primo, con le panchine che iniziano a progettare i cambi alla ricerca dello sblocco del match. Ma prima di ogni sostituzione, al 57’ arriva il punto di svolta del match: al termine di un’azione personale delle sue, Fabian Ruiz fa scacco con la difesa avversaria e dai 16 metri indirizza un sinistro a giro preciso sul secondo palo, dove Padelli non può arrivare. Vantaggio preziosissimo per il Napoli in vista del ritorno, e Inter costretto a giocarsi tutte le carte offensive per cercare di riagganciarsi alla parità. Conte infatti lancia dentro contemporaneamente Sanchez e Eriksen insieme a Lautaro e Lukaku, spingendosi in una manovra ultraoffensiva nel tentativo di riacciuffarla. Ma Gattuso, di grande professionalità, decide di accontentarsi e di tenerla lì, attuando dei cambi di conservazione (Milik per Mertens, Politano per Callejon e Allan per Zielinski). È quindi rimandata al 5 marzo il tentativo di impresa da parte dei Nerazzurri, battuti da un Napoli di sostanza che, nella sua discontinuità, lascia ben sperare. Decisivo il gol di Ruiz, che consente ai suoi di poter affrontare il ritorno con due risultati su tre a favore e restituisce seppur minimamente fiducia e convinzione allo spogliatoio del Napoli.

 

PAGELLE

NAPOLI

  • Ospina: 6,5

David esce da San Siro con un clean sheet che gli fa onore. Partita semplice per lui: è chiamato in causa poche volte e fa un’ottima uscita su D’Ambrosio nel finale.

 

  • Di Lorenzo: 6,5

Giovanni neutralizza completamente Biraghi, è inesistente per tutta la partita. Da un’ottima mano in fase di spinta: quando il Napoli riparte in contropiede lui è lì a sgaloppare sulla fascia e a fornire l’assist per Fabian Ruiz.

 

  • Manolas: 7

Il Dio greco Kostas abbatte il titano Lukaku che voleva insediarsi sul trono dell’Olimpo. Manolas scatena la sua ira su di lui e Romelu è impotente al cospetto del suo potere. Incredibile prestazione del numero 44: se avesse dei piedi decenti sarebbe davvero alla stregua di Van Dijk, ma purtroppo sono di legno. A noi vanno benissimo così.

 

  • Maksimovic: 6

Partita pulita di Nikola, poiché per il freddo tutte le farfalle di Milano sono morte. Attento in fase difensiva, anche se quando si tratta di impostare fa una fatica assurda, avendo anche lui dei piedi che sono inguardabili (i cosiddetti “piedi a X”). Il cacciatore di farfalle questa volta va alla caccia di Lautaro, lo trova e gli rende la vita difficile.

 

  • Mario Rui: 6,5

Il soldato Mario dopo stasera merita e ottiene la promozione a Caporale. Ieri sera inoltre scopre di avere un super potere: il baffo scintillante. Con questa nuova mossa Mario riesce a distrarre gli avversari che sono accecati dallo scintillio dei suoi baffi. Infatti il suo diretto avversario Moses nulla può contro Rui, il quale lo sovrasta sotto ogni aspetto. CAPORALE MARIO SIAMO CON LEI.

 

  • Demme: 6,5

Dieguito dà lezioni di garra al centrocampo avversario. Recupera come sempre una quantità di palloni allucinanti e riesce a far partire più volte il contropiede. Corre per 90 minuti, perdendo anche un po’ di lucidità nel finale e sbagliando qualche passaggio di troppo; ma la sua prestazione rimane, come sempre, di grandissimo livello.

 

  • Fabian: 7,5

Il cammellone fa la sua miglior partita della stagione. Secondo gol stagioniale, nulla per un giocatore come lui, che finalmente dimostra di essere un giocatore valido. La rete infatti è di grande fattura: dribbling e tiro all’incrocio. Fabian, ti vogliamo sempre bene, continua così.

 

  • Zielinski: 6

Piotr un po’ sottotono. Questo gioco di rimessa lo soffre un po’, essendo un giocatore che ama avere il pallone tra i piedi. La sufficienza la merita avendo fatto un’altra prestazione di grande sacrifico e corsa. Anche lui, avendo speso tanto in fase offensiva e di ripartenza, perde lucidità.

 

  • Elmas: 6,5

ELIF IL GRANDE. Che partita del diciannove macedone, che gioca da vero veterano. Il nostro diamantino mette in difficoltà la retroguardia nerazzurra, ripiega molto ed anche molto bene.

 

  • Mertens: 6

Fa un lavoro atipico per lui: va più volte in pressione sul primo portatore e spesso riesce ad intercettare il pallone. Dries è il valore aggiunto di questa squadra: come detto da Gattuso “è tanta roba”.

 

  • Allan: S.V.

 

  • Politano: S.V.

 

  • Milik: S.V.

 

  • Gattuso: 7

Tanta grinta e tanta intelligenza. Non è un momento facile per il Napoli e Gattuso lo sa bene, lui stesso è consapevole che quando siamo noi a dover fare la partita e tenere in mano pallino del gioco andiamo in netta difficoltà. Citando le sue parole “non possiamo permettercelo”. Va a San Siro preparando una partita molto difensiva, non rinuncia al palleggio e alla costruzione dal basso che permetteranno al Napoli, le volte in cui riuscirà ad eludere il pressing avversario, di avere praterie davanti che nel primo tempo siamo riesce a sfruttare senza mai però affondare il colpo. Affondo che però arriva forse nel momento in cui l’Inter ha alzato il livello di difficoltà e che quindi spezza nettamente le gambe ai nerazzurri. Gara preparata in maniera perfetta e nel minimo dettaglio. Ringhio deve effettivamente migliorare, ma le basi e le potenzialità per diventare un ottimo allenatore sono evidenti.

 

INTER

  • Lukaku: 5

Reduce dall’esperienza in campionato, il Napoli decide di non cedergli campo per le sue ripartenze e discese palla al piede mantenendo la linea di difesa bassissima. La conseguenza è che Romelu viene completamente annullato: la sua partita infatti sarà anonima, senza che riuscirà mai ad essere davvero pericoloso e a concludere in porta.

 

  • Lautaro: 5

Anche lui inesistente. Unica giocata degna di nota è la veronica su Di Lorenzo con cui riesce ad entrare in area: questo dimostra che è un giocatore che può fare la differenza.

 

  • D’Ambrosio: 6,5

Entra al 45′ al posto dell’ammonito Skriniar e paradossalmente si dimostra il più pericoloso tra gli interisti. Entra con grande voglia, determinazione e si fa apprezzare in fase offensiva con l’inserimento e la conclusione nei minuti finali che però Ospina neutralizza.

 

LINEA STADIO

C’è solo da esprimere una profonda vergogna per la chiusura settore ospiti. Quindi, sciopero!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.