Agorà del Calcio: Juventus-Napoli

di Alessandro Sommella

Un periodo particolarmente teso quello in cui si gioca Juve-Napoli, match che da decenni infiamma gli animi, specialmente quelli partenopei, ma che ieri si è consumato in un clima speciale per la telenovela riguardante la situazione covid (Zielinski, Rahmani e Lobotka schierati contro il parere dell’Asl, senza contare le assenze da ambo le parti), oltre a essere il primo match dalla dibattuta trattativa Insigne-Toronto.

Abbiamo assistito a un match di qualità, con un ritmo altissimo dall’inizio alla fine, dal palleggio veloce, dal pressing costante, dal gioco nello stretto e dalle interessanti verticalizzazioni e azioni personali. 

Seppur la Juve abbia avuto l’ago della bilancia a suo favore, concludendo e pressando di più, la partita ha avuto nel complesso un andamento equilibrato, considerato che il Napoli riuscisse a colpire in maniera minore ma più incisiva. Conferma di ciò si ha nel vantaggio azzurro, al 23’ con il goal numero 142 di Dries Mertens, su appoggio di Politano, innescato a sua volta da un Insigne particolarmente qualitativo. Il pareggio bianconero si ha nella ripresa, al 54’, quando Chiesa, al rientro in campo dal 27 Novembre, firma il quarto goal stagionale (era a secco dal 22 settembre) sfruttando la respinta di Rahmani; è fatale la deviazione di Lobotka. In quest’azione non può sfuggire all’occhio la scarsa copertura di Juan Jesus, che con la disattenzione nei primi minuti va ad incorniciare una prestazione dimenticabile.

Da qui l’andazzo è lo stesso: alto ritmo, molte conclusioni, di più le bianconere, ma che non bastano a modificare il punteggio: è 1-1 allo Stadium. Tendenzialmente entrambe le squadre hanno puntato sullo sfruttare le situazioni di passività difensiva avversaria che si venivano a creare con l’innalzamento del proprio baricentro; non solo nei goal, ma anche nella maggior parte dei momenti salienti (su tutti la zuccata iniziale di McKennie, o il coast to coat di Chiesa).

E ovviamente, come in ogni big match che si rispetti, più di un episodio ha fatto parlare di sé: nel primo tempo Mertens, disturbao da Morata, cercando di mettere la testa, tocca con il braccio il pallone: l’arbitro fa scorrere senza proteste, Mertens aveva ampliato il volume del corpo. Quello che fa discutere è il contatto nel finale tra De Ligt e Di Lorenzo, piede contro piede: Sozza ne valta l’intensità e lascia scorrere, venendo sommerso di proteste; Irrati al Var non può richiamarlo, anche se il contatto ricorda vagamente, per la forma, altri due episodi accaduti al napoli: Il contatto Messi-Koulibaly in Champions e McKennie-Mertens in Supercoppa, entrambi nella scorsa stagione.

Da segnalare le prestazioni sostanziose di Rahmani e Di Lorenzo, l’inaspettato e positivo rientro da titolare di Ghoulam, il solito lavoro di qualità di Chiesa, e finalmente il consacrarsi di un rinato Bernardeschi. Da apprezzare anche Lobotka, De Ligt, sorprendente muro difensivo, bravo a ribattere costantemente le conclusioni azzurre, talvolta con Locatelli,e infine Cuadrado, che si riconferma nel complesso uno dei più validi in A e in Europa nel suo ruolo. 

 

 

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