La magia del Natale

di Serena Sacco
 
 
Allo scoccare della mezzanotte, la sera della Vigilia di Natale, è una tradizione posizionare Gesù Bambino nel suo cesto di paglia e restituirlo a Giuseppe e Maria che attendono a mani congiunte in una grotta di muschio e cartongesso, insieme al bue, l’asinello e i Re Magi in miniatura che inspiegabilmente erano già in fila ad attendere la nascita di Cristo come tutti i pastori che popolano il presepe. A scuola abbiamo costruito un presepe con il cielo di carta blu, i pastori,Giuseppe, Maria, e anche Gesù, perché la notte della Vigilia tutti noi saremo a casa a scartare i regali e a mangiare le noci e nessuno si curerebbe di aggiungere la statuetta di Gesù proprio a mezzanotte, eppure noi abbiamo costruito un presepe e ci siamo lasciati assuefare dall’aria del Natale: ci vestiamo di rosso o di verde, addobbiamo la casa, accendiamo le luci dell’albero, guardiamo i film di Natale e appena andiamo in vacanza nella frenesia dei regali, del cibo e delle luci a intermittenza improvvisamente incontriamo parenti che abbiamo ignorato per diversi mesi di fila; ma esattamente cosa festeggiamo? I cattolici praticanti, quelli che in televisione seguono la messa dal Vaticano la sera della Vigilia, sicuramente risponderebbero che festeggiamo la nascita di Cristo, ma se improvvisamente nessun negozio esponesse in vetrina le decorazioni di Natale, se Michael Bublé non si esibisse in un concerto in perfetto stile Natalizio o se nessuno illuminasse le strade delle città con i testi di Calcutta, chi si preoccuperebbe di aggiungere Gesù nella grotta a mezzanotte in punto? 
 
E’ un discorso banale, scontato e noioso, tutti noi, che abbiamo visto Nightmare Before Christmas, ci siamo fatti la stessa domanda di Jack Skeletron che, abituato alle tenebre di Halloween, si chiede cosa sia il Natale. Forse la maggior parte di noi si fa trascinare da questo clima penetrante e invadente senza dare un senso a tutte le luci, a tutti i regali, le decorazioni, i dolci e le vacanze, a questo continuo e frenetico festeggiare, comprare, consumare e gettare via, per poi ritornare a scuola tra i compiti e le interrogazioni a finire in bellezza il quadrimestre, senza che tutto questo ci abbia lasciato qualcosa di utile, di permanente. Io credo che nessuno possa stabilire quale sia lo spirito del Natale, una festa religiosa, commerciale e universale che ci travolge in pieno ogni anno non può avere un unico senso, un unico verso. Io credo che dovremmo preoccuparci noi di dare un senso al nostro natale, di utilizzare questa festa secolare come pretesto per arricchirci e il modo migliore per arricchirsi, paradossalmente, è condividere con gli altri. Condividere il proprio tempo, la propria dedizione e la propria energia è un gesto persino più gentile e altruista di cedere ciò che si ha e che non serve più; qualcuno mi ha insegnato, infatti, che questo non è condividere, ma è molto simile a quello a cui ci hanno abituati: consumare e gettare via; condividere significa privarsi in parte di ciò che si ha e che per noi ha un valore per darlo a chi ne ha più bisogno. Questo è un insegnamento prezioso e a trasmetterlo alla nostra scuola sono stati i ragazzi che partecipano alle numerose attività di volontariato del Centro Pastorale Giovanile Shekinà che in collaborazione con Asso.Gio.Ca (Associazione.Gioventù.Cattolica) ha organizzato la ventiduesima edizione di “Dona un giocattolo…che regala un sorriso”; si tratta di una raccolta di giocattoli destinati ai bambini della zona di Piazza Mercato che si terrà fino all’otto di Gennaio, giorno in cui, alle diciannove e trenta di sera si terrà un concerto del Coro della Città di Napoli presso il Teatro Trianon Viviani di Forcella, in questo clima di festa i giocattoli raccolti verranno donati ai bambini. Il Centro Pastorale e l’equipe di volontari dello Shekinà hanno persino organizzato una Christmas Edition del weekend di Solidarietà coinvolgendo molto ragazzi della nostra scuola che hanno offerto il loro tempo e il loro massimo impegno regalando un senso al proprio Natale, hanno condiviso.
Adesso resta a noi crescere e capire una volta e per tutte che Babbo Natale non esiste e non possiede una slitta trainata da renne volanti con le corna scintillanti, ci resta capire che la vera magia del Natale è la solidarietà e la cooperazione tra esseri umani e che questo, nell’anno che ci aspetta, può diffondersi tra di noi, nella nostra piccola società. Questo è il mio augurio di Buon Natale. 

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