Per il futuro il Napoli torna al passato

di Aldo Mocerino (IIG)

Era nell’aria. Dopo l’ennesima prova sconcertante di sabato pomeriggio contro il Genoa, Aurelio De Laurentiis ha vinto le ultime esitazioni esonerando Walter Mazzarri e chiamando al suo posto una vecchia conoscenza dell’ambiente partenopeo, Francesco Calzona, attuale c.t. della Slovacchia (con lui qualificatasi per Euro 2024) e già fedele vice di Maurizio Sarri, oltreché collaboratore per un anno di Luciano Spalletti. Sponsorizzato da un’amata bandiera azzurra come Marek Hamsik (che il presidente, a quanto si dice, starebbe convincendo ad accettare un incarico specifico nel nuovo staff), Calzona non è il solo a tornare all’ombra del Vesuvio, infatti ad accompagnarlo ci saranno, nella veste di suo ‘secondo’, Simone Bonomi – già calciatore partenopeo e poi match analyst con Sarri – e Francesco Sinatti, preparatore atletico attualmente nello staff della Nazionale, ma protagonista nel Napoli dello scudetto, prima di essere allontanato (e rimpianto) con l’avvento di Rudi Garcia. In tanti si stupiscono dell’avvicendamento tecnico alla vigilia di una sfida difficile come quella per l’andata degli ottavi di Champions contro il Barcellona di Xavi e Lewandowski, ma, come ho osservato commentando il match contro i genoani, era la scelta più logica, per non dire obbligata.

Infatti, ci si dovrebbe chiedere cosa sarebbe accaduto se la società, non avendo il coraggio di rimuovere Mazzarri, gli avesse confermato la fiducia subendo, però, successivamente l’eliminazione da parte dei blaugrana. Tutti avrebbero accusato la dirigenza di non essere corsa tempestivamente ai ripari, accettando fatalisticamente di andare incontro ad un disastro annunciato senza tentare di salvare il salvabile. Per questo sono convinto che non si poteva fare altrimenti per cercare di raddrizzare una stagione pressoché fallimentare. Anche perché, se proprio il Napoli dovesse uscire dalla Champions, nessuno potrà rimproverare il presidente di non aver provato a dare una scossa senza dubbio necessaria, vista la crisi che, ormai, perdura da tempo e che, dopo l’allontanamento di Garcia, ha visto scivolare la squadra addirittura al nono posto, ben lontano da qualsiasi ambizione per la Champions e con la stessa Europa League a forte rischio. Inoltre, Calzona è un convinto sostenitore del 4-3-3, avendolo assimilato bene sia con Sarri che con Spalletti, e questo consentirebbe ai protagonisti indiscussi dello scorso campionato di ritrovare, in qualche modo, la propria identità tattica, quella che è stata rinnegata da Garcia e che Mazzarri, con i suoi continui esperimenti sui moduli, ha definitivamente fatto smarrire. Insomma, sembra aver vinto la logica. Almeno per ora.

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