Topspin- L’uovo, il denaro e le cacce: la curiosa storia del punteggio del tennis

di Francesca Tierno (IF)

Il punteggio del tennis è uno dei più particolari nei vari sport e spesso la domanda sorge spontanea: da dove viene questo sistema di punti? 

In realtà, la storia del tennis risale al Medioevo, con giochi come la ‘Pallacorda’ in Italia o il ‘Jeu de Paume’ in Francia. I primi riferimenti al sistema di punteggio 15-30-40 sono presenti in un testo del 1435 di Carlo di Valois-Orleans, in cui parla di “quarante cinque”. In questo periodo, il sistema era basato sulle “cacce”: segni fatti sul terreno dove si fermava la palla. Così, 15 segni equivalevano a un punto, 30 a un altro, e così via. Probabilmente nel 1700, il 45 fu cambiato in 40 per favorire una pronuncia più scorrevole. Inoltre, rendeva più facile ricordare i punti: una filastrocca francese recitava infatti “quinze, trente et quarante.”

Un’altra interessante teoria è quella del denaro d’oro. Per ogni punto vinto, i giocatori vincevano 15 soldi, che corrispondevano a un denaro d’oro. Perciò si utilizzò questo sistema di misura.

La spiegazione più accreditata è sicuramente quella degli orologi: sul campo erano presenti due orologi, utilizzati per segnare i punti. Quindi, le lancette venivano spostate di quarto d’ora in quarto d’ora, fino ad arrivare a 60. Per potere garantire il distacco di due punti, fu introdotto il concetto di “deuce” (parità in italiano). Se i due giocatori fossero arrivati a 40, il primo che segnava un punto arrivava a 50. Se fosse riuscito a segnare immediatamente un secondo punto, arrivava a 60 e il game si concludeva. Un’altra spiegazione fantasiosa riguardo il passaggio dal 45 al 40 ha come protagonisti i bambini. Si dice che a loro fosse assegnato il compito di spostare le lancette degli orologi e che non riuscissero ad arrivare al 45. Perciò per comodità, il terzo punto è stato spostato al 40.

Un’altra peculiarità del tennis è il punteggio iniziale, “love”. Anche in questo caso, abbiamo teorie più “romantiche”, come l’utilizzo del proverbio “fortunato nel gioco, sfortunato in amore” o “né per amore, né per soldi” (“neither for love nor for money”). Quindi, l’unico momento della partita dove i giocatori provano ancora “amore” l’uno per l’altro. La spiegazione più diffusa è un’altra e riguarda curiosamente l’uovo. In Francia, il punteggio di partenza, quindi lo zero, veniva identificato con l’“oeuf” a causa della somiglianza nella forma con il numero. Una volta arrivato il tennis in Inghilterra, la pronuncia sarebbe stata modificata nell’attuale “love”. Un’altra possibilità è che l’espressione derivi da una frase olandese “iets voor lof doen”, che significa fare qualcosa “senza implicare la posta in gioco”. 

La storia del punteggio del tennis presenta ancora molti punti oscuri, specialmente perché è uno sport molto antico, per cui il dibattito è ancora aperto. Di certo però, è interessante conoscere queste teorie, alcune strampalate, altre più verosimili, che cercano di spiegarci in un modo o nell’altro il 15-30-40.

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