Infinito Nadal al Roland Garros

di Francesca Tierno (IF)

Con una bella vittoria sul norvegese Casper Ruud, Rafa Nadal conquista la sua quattordicesima vittoria al Roland Garros.

I numeri di Nadal al torneo parigino sono un qualcosa che non appartiene agli umani e la sua era sembra proseguire. A dispetto di alcune indiscrezioni uscite in mattinata, secondo le quali alla fine del torneo di Parigi, Rafa avrebbe annunciato il suo ritiro, il tennista spagnolo ha risposto come sempre sul campo dominando Ruud, allievo nella sua Academy di Manacor (Maiorca). 

I due giocatori hanno molto in comune, perché entrambi giocano un tennis di pressione che fa a pezzi il gioco e il morale dell’avversario. Rafa, però, è una legenda da 22 Slam, mentre Ruud deve ancora vincere un Major; lo scandinavo sta imparando tanto da Nadal, ma non abbastanza da poterlo battere in una finale che conta. Il maiorchino ha elogiato il suo rivale, esprimendo la sua felicità per i progressi che sta facendo e dichiarandosi sicuro che a breve vincerà un torneo importante. 

L’era Nadal è iniziata al Roland Garros nel 2005, quando a soli 19 anni trionfa battendo prima Federer e poi l’argentino Mariano Puerta. Fa la doppietta nel 2006, sconfiggendo Federer e consacrandosi come il “Re della Terra rossa”. Stessa storia nel 2007 e nel 2008, ma nel 2009 arriva la lezione più dura: viene eliminato da uno svedese semisconosciuto, Robin Söderling, che spiana la strada alla vittoria finale di Federer.

Si tratta solo di un breve intermezzo e, infatti, Nadal vince altre cinque volte consecutive tra il 2010 ed il 2014, sconfiggendo nel 2012 e nel 2014 il nuovo numero uno del ranking mondiale Nole Djokovic.

Intanto Nadal avverte il peso degli anni e soprattutto viene colpito da una malattia degenerativa al piede che gli prova fortissimi dolori nei periodi di sforzo intenso. Periodicamente si deve fermare per rimettersi in sesto, ma ciò non gli impedisce di riprendere il suo cammino parigino. Dal 2017 al 2020, infila un’altra serie di quattro trionfi consecutivi, peraltro tra i più netti mai registrati, riuscendo anche a stracciare lo sfidante Djokovic, che non entra mai in partita. 

In 21 anni di carriera da professionista Nadal non è stato solo il Re incontrastato del Roland Garros e della terra battuta. Le vittorie più esaltanti, probabilmente quelle che resteranno più impresse nella memoria degli appassionati di tennis, sono le due di Wimbledon, su quell’erba che all’inizio sembrava potesse essere ostica per il maiorchino. Invece, anche sui prati, Rafa ha trovato il modo di rendere efficace un tennis apparentemente così diverso da quello che si considerava vincente sull’erba londinese prima del suo arrivo.

Ha collezionato 22 Slam a cui bisogna aggiungere 36 Masters, due ori olimpici (uno nel singolare e uno in doppio), cinque Davis, il numero 1 del mondo raggiunto per la prima volta nel 2008 e mantenuto complessivamente per 209 settimane. Rafa non è mai sceso dal gruppo dei top 10, dal momento in cui ci è entrato, ossia dal 25 aprile del 2005. Un numero veramente impressionante di record.

Durante la premiazione, ha detto: “Non so cosa accadrà in futuro ma io continuerò a provarci e a lottare finché ne avrò le forze. È difficile descrivere le mie sensazioni in questo momento, non avrei mai pensato di essere qui a 36 anni, di essere competitivo e giocare la finale sul campo più importante per la terra rossa”. Un grande campione, sui campi da tennis (non ha mai spaccato una racchetta per rabbia) e fuori, a cui auguriamo di poter continuare a giocare e a vincere.

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