A un uomo svanito
di Ginevra Fracasso (IIA)
Hai mai pensato di non essere altro che aria?
Essenza di niente che avvolge le vite altrui?
Non è una condizione di dolore, neppure di cupezza… ti senti come se ogni atomo del mondo trafiggesse quei microscopici pulviscoli di te, ma non fa male, è come vento che gonfia la vela sul mare increspato, è niente, ma anche tutto. Avverti, come denso fumo destinato a perdersi nell’aria, il tuo aleggiare in tutte le mille parole intrecciate della mente, negli angoli di mondo abbandonati al tempo che porta via ogni cosa, nel fiore essiccato nell’impolverato libro di poesie di tua nonna che non c’è più.
Esisti e non esisti, ti guardi allo specchio e vedi l’ombra del tuo ieri, di quel momento di delirante felicità che sprofonda nell’oceano di monotonia del giorno e della notte che si rincorrono amandosi e logorandosi a vicenda in ogni istante, emblema del più perduto degli amori.
Non disperarti, mia anima amica, se gli occhi altrui attraversano il tuo petto senza contemplare il tuo profondo essere… gioisci anzi della bellezza delle cose inconsistenti e nebbiose, quelle che solo tu sei capace di vedere. Continua a fondere te stesso nella penombra del mezzogiorno velato dalle nubi, immergiti nelle pagine di commiato dell’ultimo dei volumi dimenticati a casa di tuo papà da sempre assente, non smettere di preferire la scia di polvere di stelle delle notti più spaventose e buie rispetto alla luminosa luna compatta e prepotente.
La bellezza è esistenza di tutto mascherato da niente nelle cose più lontane e inaspettate.
Vivile davvero, oh ultimo uomo, quelle meraviglie nascoste nelle “futili piccolezze”.
Fino all’ultimo esile sospiro, all’ultimo battito di vita, all’ultimo tentativo di giorno e notte di congiungersi e unirsi indissolubilmente, respira il niente che riempie il tuo spirito di tutto e la tua esistenza non sarà stata vana…
Te lo assicuro.