Oasis “Knebworth live (1996)” – L’ascesa della “Cool Britannia”
di Luigi Iossa (IIA)
“This is history, this is history, right here, right now, this is history”, queste le parole urlate l’11 Agosto 1996 da Noel Gallagher, in perfetto “Mancunian”, il dialetto della sua città, Manchester; ad un microfono, davanti alla folla intrepida di Knebworth.
Le due date al festival inglese non furono dei semplici concerti, furono l’istantanea dell’Inghilterra di quegli anni, della working class inglese e della cool britannia.
Accorsero ben 250.000 mila spettatori, in due date storiche: 10 e 11 Agosto, folgorati dopo l’uscita di “What’s the story? Morning glory”, il secondo album in studio degli Oasis che contiene al suo interno, solo per citarne alcune: “Wonderwall”, “Don’t look back in anger” e “Champagne Supernova”, potrei fermarmi qua e basterebbe per capire che si tratta, non di un semplice disco, ma di un capolavoro scritto dal più grande dei fratelli Gallagher, Noel e suggellato dalla voce, all’epoca, cristallina ma allo stesso tempo ruvida di Liam.
Gli Oasis arrivarono al momento giusto e nel posto giusto, l’anno è il 1994, con l’uscita del loro primo album in studio: “Definitely Maybe” irrompono in classifica, vendendo copie su copie, diffondendo una moda e una nuova tendenza musicale che si rifà alle sonorità dei Beatles, degli Smiths e soprattutto degli Stone Roses, altra grande band della scena di Manchester.
Come già anticipato prima gli Oasis non furono una semplice band, furono capaci di intrappolare in loro e nelle loro canzoni, l’Inghilterra di quel momento; è finito il governo Thatcher, i conservatori sono ancora al governo, ma l’aria di una svolta culturale e sociale c’è e si sente; la batteria di Tony McCarrol, gli accordi di Bonehead e i giri di basso di Paul McGuigan uniti alla chitarra di Noel e alle armonie vocali del fratello danno sfogo a questo tanto voluto cambiamento, Liam diventa la voce simbolo di una nuova gioventù, il modo di vestire dei fratelli Gallagher, fatto di Parka, jeans e Adidas spopola in Gran Bretagna innalzando il mito degli Oasis.
L’aria che si respirava a Knebworth era frenetica, incredibilmente vivace, l’attesa venne ripagata in due date che sono passate alla storia e che sono tutt’ora rimaste cristallizzate nel disco, live, che racchiude il meglio delle due serate, si parte con “Columbia”, per fomentare ulteriormente gli animi degli spettatori; si continua e il concerto diviene un lungo viaggio nelle grandi hit degli Oasis.
Un’incantevole versione di “Champagne Supernova”, con tanto di John Squire alla chitarra, è il biglietto da visita della band, una canzone diventata in meno di un anno un grande classico del Brit-pop e del rock inglese. Ciò che sicuramente non manca ai fratelli Ghallagher è la carica: “Cigarettes & Alcohol”, “Slide Away” e “Roll with it” sono il perfetto esempio di come fare un concerto Rock: energia, presenza scenica e amplificatori al massimo.
Il concerto si chiude con un commovente omaggio a John, Paul, George e Ringo; i Beatles, coloro che hanno, più di tutti, influenzato attraverso le loro canzoni, lo stile e la musica degli Oasis.
Sembra chiudersi un cerchio, iniziato negli anni 60’ con la prima british invasion e continuato con i Duran Duran e gli Spandau Ballet, negli anni 80’; gli Oasis si pongono alla fine cronologica di un secolo, Il ventesimo secolo; rappresentano uno degli ultimi tasselli del vero rock inglese, sono l’ultima rappresentazione delle “Rock’n roll stars” come canta Liam in una loro canzone.
Le due date a Knebworth sono il punto più alto della carriera della band di Manchester, probabilmente uno degli ultimi grandi eventi musicali che hanno realmente scritto una pagina di storia, forse piccola, ma quelle poche righe di storia scritte hanno definitivamente inserito gli Oasis nell’Olimpo del rock’n roll.
L’anno dopo, nel 1997, verrà pubblicato l’ultimo grande capolavoro della band inglese: “Be Here Now”, album dalla durata immensa, fatto di canzoni che rimandano alle origini della band, come: “All Around The World” scritta nel 1992 ma incisa solo 5 anni dopo grazie alla partecipazione di una sezione di archi; un disco estremamente diverso dai due lavori precedenti degli Oasis, ma ugualmente significativo, forse perché segna la fine di un’era, quella del Brit-pop, forse perché, indirettamente segna anche la fine della grande epopea dei fratelli Gallagher, che cominciarono una lenta e inesorabile caduta, anche a causa delle divergenze, non solo artistiche fra Liam e Noel.
Diversi anni dopo, nel 2009, a seguito di numerosi problemi fra i due fratelli, la band si sciolse, lasciando un vuoto mai più colmato per ben 15 anni, fino al loro ritorno, avvenuto proprio poco più di un mese fa, il 27 Agosto 2024, tramite un annuncio sui loro social media, gli Oasis hanno ufficialmente cancellato le loro passate difficoltà per aprire una nuova pagina, forse quella pagina che si aggiungerà nel grande libro del rock, subito dopo le due mitiche serate di Knebworth.
“Bound with all the weight of all the words he tried to say
Chained to all the places that he never wished to stay
Bound with all the weight of all the words he tried to say
As he faced the sun he cast no shadow”
Testo tratto da “Cast No Shadow” dall’album “What’s the story, Morning glory”
Bravo, Luigi. Grazie