Sessione nazionale del MEP, Prato 2017

di Lorenzo Unich II F

Sessione nazionale del MEP, Prato 2017

 

Anche quest’anno si è svolta la sessione nazionale del MEP (Model European Parliament), progetto che è una simulazione del Parlamento europe

 

o per gli studenti. Per farla semplice, i ragazzi discutono in diverse commissioni, ognuna delle quali ha un preciso argomento, di problematiche attuali dell’Unione Europea, e scrivono un testo di legge per risolverle, chiamato risolutiva. Ogni risolutiva viene così discussa nell’assemblea plenaria e votata dai ragazzi. Il progetto inizia ad un livello scolastico, prosegue poi con un livello regionale, nazionale e infine internazionale.Insieme ad altri cinque miei compagni di scuola, quest’anno ho avuto l’occasione di partecipare alla sessione nazionale, che si è tenuta a Prato. Durante la questa, vengono studenti da tutta Italia per partecipare al progetto. Avendo avuto la fantastica opportunità di parteciparvi, eccomi qui che mi trovo a raccontare una delle mie esperienze più belle.Arrivati a Prato, abbiamo iniziato a conoscere i nostri compagni di commissione con una visita della piccola cittadina toscana. L’esplorazione della città era accompagnata da giochi ed enigmi per capire la successiva destinazione, che hanno aiutato a trovare quello spirito di gruppo e quell’intesa necessaria per i giorni successivi di intenso lavoro. Il giorno seguente, siamo andati presso il convitto Nazionale Cicognini, al quale era stato affidato il compito dell’organizzazione della sessione. Dopo il saluto delle autorità e l’Inno alla Gioia (che apre ogni sessione), è iniziata la presentazione delle delegazioni: tutte le delegazioni, che vengono da varie parti d’Italia, fanno una presentazione della propria città o regione, con sketch, poesie, canzoni e molto altro; è un po’ un momento per rompere il ghiaccio e mostrare agli altri tutte le varie città e regioni che partecipano alla Sessione. Dopo le presentazioni, si è tenuta una lectio magistralis del ricercatore Dott. Leonardo Borsacchi, sull’economia circolare e sull’importanza del riutilizzo delle risorse.Successivamente sono iniziati i veri e propri “lavori di commissione”, il momento in cui si discute per iniziare a scrivere le risolutive, presso la sede della provincia e di altri edifici istituzionali. Si stenta a volte a credere come sia possibile svolgere lavori molto approfonditi e completi, nonostante il tempo molto ristretto (meno di due giorni). Penso proprio che sia una delle parti più stimolanti di tutto il progetto, proprio perché è il più alto punto di confronto con ragazzi di provenienze, di idee e opinioni molto diverse. Soprattutto durante allora, si apprende molto e si impara il vero spirito di gruppo, lo spirito di commissione e l’importanza della democrazia, soprattutto in un contesto come la commissione. Durante i lavori si cerca dapprima di analizzare il problema, di discutere possibili azioni per risolverli, e di scrivere il testo di legge. I lavori procedono anche il giorno seguente, con dibattiti accesi e ritmi di lavoro serrati. Dopo aver concluso il lavoro, lo si consegna per stamparlo. La sera abbiamo ricevuto le risoluzioni delle altre commissioni: difatti ogni delegato deve cercare, durante l’assemblea di porre delle critiche costruttive per le altre risoluzioni. Il bello del progetto infatti, non è solo il confronto con i propri compagni, ma anche quello con gli altri delegati. Quando si vedono i testi elaborati dalle altre commissioni, ci si rende conto della mole di lavoro che tutti hanno svolto fino in fondo, e di quanto si abbia lavorato per ogni singolo testo. Questo è uno dei momenti salienti del progetto: ci si incontra con i propri compagni di commissione per fare un’ultima ricapitolazione, e organizzare la difesa alle critiche costruttive mosse dagli altri colleghi. Così il 9 novembre è ufficialmente iniziata l’assemblea del MEP. L’assemblea è un momento molto particolare, coronazione di tanti sforzi, ma anche un finale banco di prova per i delegati. Durante essa ogni commissione viene analizzata, si propongono e si votano emendamenti, si tengono discorsi in favore e contro la commissione, e infine si vota per la commissione. Durante l’assemblea, gli studenti con i loro discorsi cercano di convincere i loro colleghi e la presidenza dell’esattezza della loro posizione. Questo lavoro è stato lungo, e faticoso, ma è stata la prova finale necessaria per ogni delegato. L’assemblea non si è conclusa in un giorno, a causa del grande numero di commissioni. Così, dopo aver terminato la prima parte dell’assemblea,la sera, c’è stata una cena di galà, durante la quale si smorza un po’ l’atmosfera dell’assemblea, e ci si è divertiti tutti insieme. Dopo una seconda mattinata di assemblea, la sessione si chiude. Alla conclusione della sessione, ci sono le ultime foto, gli ultimi saluti, e infine si ritorna a casa, con qualcosa in più, nella mente e nel cuore. Naturalmente il mio racconto è stringato, soggettivo, forse un po’ banale, perché ho cercato di raccontare un’esperienza che è vissuta in maniera molto personale e soggettiva. Il bello del MEP è il rapporto che si stringe con tutti i delegati, ma specialmente con i compagni di scuola, che rappresentano un punto di riferimento. Penso che difficilmente avrei potuto trovare dei compagni migliori di quelli che ho avuto; ci siamo aiutati e supportati anche nelle difficoltà più grandi, e nei momenti in cui il lavoro davanti a noi era immenso. La sessione è stata la migliore proprio grazie a loro, e non posso non ringraziarli per tutto ciò che mi hanno dato: un sorriso al momento giusto, una parola di conforto, un aiuto quando serviva. E oltre a loro il poter mettere in pratica l’analisi del diritto europeo, poter discutere di tematiche di attualità con tanti coetanei, penso sia qualcosa di unico e irripetibile. Non posso far altro che ringraziare tutti i miei compagni delegati e anche i professori che ci hanno accompagnato, che si sono dimostrati sempre disponibili e premurosi nei nostri confronti. Consiglio a tutti di partecipare a questo progetto che aiuta a formare in tantissimi modi, formando capacità trasversali, e soprattutto insegna che cosa vuol dire essere cittadini d’Europa.

 

Un augurio a tutti coloro che quest’anno iniziano il MEP, vi auguro di poter vivere un’esperienza come la mia.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.