What a wonderful world

di Sara Madrid (IF a.s. 2020/2021)

Non ricordo neanche più come fosse la mia vita prima del virus.

Beh…Potrebbe sembrare un incipit fin troppo pessimistico o  drammatico  ma non avrei potuto  cominciare altrimenti.

Tutto ciò che c’era prima sembra che non sia mai esistito e che la mia vita sia sempre stata così quasi come un’opera  distopica.

Riguardare foto, video e ripensare a momenti precedenti a marzo 2020 è innanzitutto doloroso ma principalmente strano; vedere tutte quelle persone riprese senza mascherina e che insieme camminano mano nella mano, che non disinfettano ogni superficie e che possono stare radunate in luoghi al coperto è altamente bizzarro, subito mi viene da pensare : “che irresponsabili! Ma non hanno un minimo di buon senso? Non vivono nella costante paura che un qualcosa di più grande di loro possa rovinarli completamente, infettare o perfino uccidere  parenti e amici?”.

Ma poi rifletto e ricordo che la vita  prima era diversa : spensierata, libera, una vita unita agli altri, nella continua aggregazione e socializzazione e sembra che gli ultimi mesi siano stati un sogno, anzi un incubo.

Quindi ci ripenso e riaffiorano i ricordi: era il 9 marzo e il presidente del consiglio Giuseppe Conte annunciava il lockdown : la chiusura completa e totale del mio stato, l’amata e dolce Italia.

Da lì ne sono successe di cose, un susseguirsi sfrenato di avvenimenti ma con  la stessa costante emozione: la paura.

La paura di una nuova ondata epidemica, della morte di un caro, di essere infettati e infettare, di non rivedere più i propri affetti, e persino  la paura del futuro, così incerto e così spaventoso: ci è stata sottratta la possibilità di sognare.

Ormai si vive alla giornata e con questi continui cambi di decreti, ordinanze, dpcm è impossibile pensare al futuro, anche quello più immediato.

A causa della mia moralità non riesco più a  sognare  di  rivedere un parente o un amico progettare di fare un viaggio o di andare a una festa poiché mi  sembra quasi egoistico: troppe persone stanno morendo e ancora di più stanno patendo la fame.

Prevale in me, come in tanti miei coetanei, un enorme senso civico e di responsabilità: noi, gli adolescenti, che per antonomasia siamo spiriti liberi, amanti della vita sociale,  abbiamo sacrificato tutto per il bene comune.

Abbiamo abbandonato la nostra vita, lasciato le nostre scuole, dato addio ad un’intera routine fatta di uscite, passeggiate, sport , per cosa? Qual è il senso se gli adulti appaiono per la maggior parte degli irresponsabili? Qual è il significato nel nostro sforzo se il governo sembra fare passi indietro?

Quello stesso governo che dovrebbe assicurarci sicurezza e benessere invece ha fallito sotto molti punti di vista.

Il sistema sanitario italiano cade a pezzi e le scuole non sono da meno.                           

Negli ultimi anni i finanziamenti per scuole e ospedali sono stati tagliati a causa di una profonda crisi economica.

Negli ultimi anni non sono stati più banditi concorsi per cui  c’è una grande carenza di personale medico e infermieristico; c’è scarsità di posti  letto, di  macchinari e persino di strutture ospedaliere  in quanto sono stati chiusi o convertiti ad ambulatori, sia nelle grandi che nelle  piccole città.

Nelle ultime settimane sono stati chiusi  interi  reparti all’interno degli ospedali  per far spazio ai pazienti affetti da covid  e in alcuni casi sono stati   costruiti veri e propri  “ospedali da campo”; tuttavia il problema non è ancora stato risolto e i  malati vengono lasciati sulle barelle nei corridoi.

Ci sono file lunghissime di ambulanze per entrare negli ospedali, incapaci di ospitare nuovi malati e i medici con i loro grandi cuori sono distrutti : molti dei loro cari pazienti moriranno nell’attesa.

La situazione è grave e molte persone stanno così perdendo la vita ma soprattutto la speranza.

La speranza che in noi giovani dovrebbe essere forte, viva e pulsante come la nostra gioia, ma come riusciamo ad averla se non abbiamo un minimo di conforto?

Le scuole, i luoghi dove veniamo formati a suon di aritmetica e latino, hanno chiuso: così ha deciso lo Stato. 

Uno stato che ha sempre messo in secondo piano l’istruzione per favorire  l’economia.

Le nostre odiate e amate scuole , luoghi magici per tutte le emozioni che ci regalano, sono distrutte, come i nostri cuori.

Aule minuscole, mancanza di apparecchiature e materiale, soffitti che crollano, strutture inagibili : questa è l’Italia.

L’Italia, culla della cultura e dell’arte ridotta a maceria.

Se lo stato donasse più fondi, creasse nuove scuole e ospedali  la situazione non sarebbe così tragica, avremmo potuto fronteggiare l’epidemia in modo diverso.

Ma ahimè come si suol dire la speranza è l’ultima a morire e dobbiamo fare di quella briciola rimasta il tesoro più prezioso.

Dobbiamo continuare ad aiutare e donare anche nel nostro piccolo.

Ci sono tanti  modi.

Il preferito della  nostra pancia è sicuramente il supporto per l’economia locale.

Da buongustai quali siamo noi campani possiamo fare tanto facendo pochissimo: basta una scelta più consapevole  ordinando d’asporto una bella pizza fritta invece di comprare un panino di un’enorme catena americana.

Tuttavia ciò che più mi preme nel profondo è il problema ambientale poiché tra le varie cause della possibile diffusione del corona virus c’è l’inquinamento atmosferico.

La Terra,  la nostra casa, la nostra madre, creatrice e donatrice di tutto ciò che abbiamo sta morendo.

Pezzo dopo pezzo ci stiamo impadronendo di ogni sua ricchezza; noi che dovremmo renderle grazie pensiamo di  poterla sfruttare a nostro piacimento ma non capiamo che se non viviamo in armonia con la natura per noi c’è solo la possibilità d’estinzione.

Le abbiamo rubato il nutrimento e il respiro: ogni anno la distruzione delle foreste aumenta e l’Amazzonia, polmone della terra, sta morendo a causa nostra.

E in più c’è il grande problema dei cambiamenti climatici.

Lo scioglimento dei ghiacciai, la mancanza delle mezze stagioni e i grandi incendi sono solo il prologo di una distruzione da film apocalittico.

Gli incendi si propagano  per chilometri  e sono responsabili della distruzione di gran parte dell’Australia e della sua flora e fauna.

Io, da ragazza amante della natura e di ogni forma di vita, vorrei che tutto questo si fermasse.

Vorrei che i governi scegliessero vie più sostenibili, con minor impatto sulla natura e sull’ambiente.

Vorrei inoltre un futuro ecologico, gioioso e libero, che permetta a tutti di vivere  senza mascherina, compresa la Terra che dovrebbe ritornare a respirare

 

12 pensieri riguardo “What a wonderful world

  • 25 Novembre 2020 in 15 h 12 min
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    Un articolo bello,appassionato dove l’autrice di questo articolo esprime in pieno attraverso se stessa il disagio degli adolescenti,troppo spesso rinchiusi in gabbie di stereotipi inutili e superficiali.
    Molto lucida l’analisi sociale frutto di una mente attenta e aggiornata
    Linguaggio ricco e coinvolgente

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    • 25 Novembre 2020 in 19 h 15 min
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      Un articolo scritto in modo molto chiaro e preciso in cui si evidenzia la sofferenza che i nostri giovani stanno vivendo in questo difficile momento.

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  • 25 Novembre 2020 in 16 h 00 min
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    È vero ,Sarà,il senso di smarrimento è forte, ma le vostre riflessioni ci aiuteranno a recuperare l’armonia perduta.
    Complimenti!

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    • 5 Dicembre 2020 in 18 h 06 min
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      Professoressa grazie di cuore per le sue parole. Significano molto per me.❤️

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  • 25 Novembre 2020 in 19 h 50 min
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    Un articolo molto profondo, che rivela uno struggente senso di nostalgia e malinconia per quanto ultimamente si è perso in termini di relazioni sociali, prima date per scontate, ma che esprime anche tutta la rabbia e la frustrazione che provano i nostri ragazzi, per essere costretti a vivere una situazione drammatica e così difficile da gestire, soprattutto per loro.
    Ma questo articolo, dal quale traspare un’ottima capacità di scrittura e di analisi della società odierna, non è solo un atto di denuncia: c’è comunque un velato ottimismo e la speranza di vivere un futuro migliore, mostrando amore per il prossimo e per il nostro pianeta.
    Complimenti Sara! Sono certa che le tue parole, così appassionate, rappresentano il pensiero di tanti tuoi coetanei, e fanno sperare che grazie a giovani sensibili e consapevoli come te, le cose potranno presto cambiare, in meglio!

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  • 25 Novembre 2020 in 20 h 06 min
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    Trovo in queste righe un’asolescente molto cosciente e profondamente attenta alle sue ed altrui emozioni. Mi fa bene al cuore apprendere che una persona tanto giovane sia anche tanto empatica. Nn è da tutti . Grazie perché che legge ha nn solo un’attenta analisi ma impara che bisogna rientrare in contatto con le altrui energie e che tutte insieme formano una vibrazione positiva in virtù di un futuro che guarda ad una scuola che saprà di nuovo formare menti brillanti e libere e una sanità seria dove abbiamo tutti possano trovare posto nn solo medici ed infermieri preparati ma anche esseri umani empatici.

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  • 25 Novembre 2020 in 20 h 19 min
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    Un ottimo articolo, osservazioni molto profonde. Complimenti alla giovane autrice.

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  • 25 Novembre 2020 in 20 h 22 min
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    Articolo scritto in modo molto chiaro e preciso in cui traspare la difficoltà che i giovani d’oggi stanno vivendo.

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  • 25 Novembre 2020 in 20 h 29 min
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    Complimenti bellissima riflessione, un’attenta e sensibile analisi della nostra società. Bravissima👏👏👏

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  • 27 Novembre 2020 in 7 h 31 min
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    Grande, Sara. Ci hai raccontato in modo straordinario le tue sensazioni sul presente e le tue preoccupazioni per il futuro, con ricchezza e proprietà di linguaggio rare e preziose, che rendono speciale questo articolo. Dobbiamo raccogliere tutti il tuo invito a migliorare la vita sul pianeta per tornare a farlo respirare. Insieme a giovani come te ce la faremo.

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  • 27 Novembre 2020 in 19 h 02 min
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    Sarò di parte perché la giovane e meravigliosa autrice è la mia nipotina…ma quest analisi attenta e fedele della realtà ,lo struggente confronto con ciò che avevamo e d improvviso abbiamo perso…beh mi ha dato un ulteriore pugno nell anima. Abbiamo dato per scontato ciò che scontato non era. Ci siamo svegliati da un sogno e catapultati in un presente che non avremmo mai ipotizzato. Ciò che mi rende felice è sperare che i nostri giovani somiglino alla piccola Sara dal cuore grande,dall’ anima nobile. Lasceremo ai nostri giovani un mondo da ricostruire nella speranza di aver almeno insegnato loro…la solidarietà,il conforto,il perdono. Complimenti Sara

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  • 1 Dicembre 2020 in 23 h 01 min
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    Grazie Sara.
    Grazie per aver contribuito con le tue parole ad una riflessione sulla pandemia, che richiede tanti sacrifici a tutti e soprattutto a voi giovani che avete perso la capacità di immaginare un futuro.In una situazione come questa e’ normale sentirsi tristi, preoccupati, confusi, spaventati o arrabbiati.Seguire le lezioni da remoto, sentire gli amici telefonicamente e non poter varcare la soglia di casa e’ diventata la normalità’: un esercizio di adattamento e una prova di resilienza non indifferente. Avete dovuto modificare la vostra relazione con il mondo, ritrovandovi fisicamente lontani ma forse più che mai emotivamente connessi.Il Covid ha provocato un ribaltamento della nostra vita e ci ha costretto a inserire la salute come priorità’ principale, abolendo tutti quei riti che scandivano la vostra quotidianità: l’alleanza con i compagni, il sostegno reciproco, il confronto, le confidenze.
    Cara Sara, il futuro e’sempre stato appannaggio dei giovani e la storia e’ sempre stata caratterizzata da cambiamenti, da adattamenti e da nuove rotte da seguire.Il compito di noi genitori ora più’ che mai e’ quello di aiutare voi giovani, incoraggiarvi e stimolarvi a credere sempre in voi stessi.
    Grazie Sara

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