Estate Shalom
di Sofia Petrillo
La curiosità e la voglia di fare qualcosa di diverso quest’anno mi hanno spinta ad accettare la proposta della professoressa Monti di partecipare, a conclusione del progetto ‘’Quale integrazione’’ del nostro liceo Pansini, come volontaria, ad un campo estivo per ragazzi organizzato dal Movimento Shalom.
Fino alla partenza non ero sicura di aver fatto una buona scelta poiché sapevo di non conoscere nessuno (eccetto Giorgio,un mio compagno di classe) e non avevo alcuna esperienza di volontariato , ma una volta arrivati al campo….
Abbiamo fatto parte di una squadra di animatori, più o meno nostri coetanei , che ci ha accolto con molta simpatia . Con loro abbiamo condiviso i momenti serali di organizzazione delle attività da proporre ai ragazzi il giorno dopo e i momenti più impegnativi di controllo dei ragazzi.
I partecipanti al campo erano ragazzi di età compresa tra gli 11 e 14 anni che hanno dovuto dormire, mangiare, giocare e confrontarsi insieme, condividere gli spazi e adattarsi a situazioni diverse rinunciando ad alcune comodità a cui normalmente sono abituati.
Si dormiva, infatti, in tendoni da campo ed erano gli stessi ragazzi con il nostro aiuto a doverli tenere puliti e ordinati. Ogni giorno venia chiesto loro di riordinare le camerate e di creare un motto che rappresentasse il loro gruppo. Noi animatori ed educatori eravamo responsabili ciascuno del proprio gruppo di ragazzi ed era nostro compito dare una mano ai coordinatori” per organizzare il campo e intrattenere i ragazzi.
Il campo era comunque un costante gioco e i ragazzi, divisi in squadre, partecipavano ad attività di gruppo e a tornei per guadagnare punti per la sfida finale. In questo modo, i ragazzi, hanno anche imparato a lavorare in squadra e si sono resi conto che la vittoria o la sconfitta di uno ricadeva su tutto il gruppo.
Oltre ai giochi, ovviamente, non sono mancati i momenti di riflessione sulla storia e i valori del Movimento, quali la pace e il rispetto degli altri. Uno dei principali spunti di riflessione per i ragazzi è stato il film “Green Book” , proposto da noi educatori per introdurre il tema del razzismo.
Così, giorno dopo giorno si sono rafforzati i legami d’amicizia e di rispetto reciproco, non solo tra noi volontari, ma anche tra noi e i ragazzi partecipanti. E alla fine dei dieci giorni in tutti noi si è rinforzata l’importanza della condivisione.
In conclusione, durante il campo ci siamo diverti con i ragazzi giocando e, allo stesso tempo, imparando a stare e convivere tutti insieme a contatto con la natura. E se all’inizio ero in dubbio sulla mia scelta, alla fine mi sono resa conto che è stata proprio una bella esperienza all’insegna della riscoperta della semplicità e dei sani valori.