Festa in casa per il Napoli tricolore
di Pietro Aldo Mocerino (IG
La partita è stata un intermezzo, i momenti significativi della festa per lo scudetto al “Maradona” si sono registrati prima e dopo il match con la Fiorentina. Infatti, al loro ingresso sul terreno di gioco, i calciatori azzurri sono stati accolti da tutti gli avversari, panchinari inclusi, che si sono schierati su due file parallele per rendere omaggio ai neocampioni d’Italia. Un “pasillo de honor” che ha emozionato tutto il pubblico accorso ad affollare gli spalti dello stadio di Fuorigrotta, anche Spalletti, abbracciato dal tecnico viola Italiano, ne è rimasto visibilmente colpito. L’altro episodio chiave dopo il fischio finale, quando tutti tifosi hanno intonato senza sosta “Un giorno all’improvviso” per accompagnare il giro di campo di tutta la squadra, compreso Lozano, uscito per infortunio ma portato ugualmente in trionfo a cavalcioni da un membro dello staff atletico. A quel punto, tra canti, balli, applausi, cori ed emozioni irripetibili, la cronaca della gara diventava davvero secondaria.
Vero è che Osimhen, al 48’, ha sbagliato un rigore, piazzato senza angolarlo alla sinistra di Terracciano, ma è altrettanto vero che, da leader riconosciuto del gruppo, si è assunto la responsabilità di un nuovo penalty, per atterramento di Kvaratskhelia, trasformandolo al 74’ con un destro spiazzante. Nel primo tempo Napoli farraginoso, non pervenuto, troppo pesanti le assenze simultanee di Lobotka, Zielinski e Kavratskhelia, a rendersi più pericolosa è stata la Viola, che con Jovic, in tre minuti (dal 15’ al 18’), ha impegnato due volte Gollini, peraltro molto reattivo. Ci voleva l’ingresso in campo dei tre assenti iniziali per rivedere il Napoli classico, insidioso e dominatore, non solo della partita, ma di tutto il campionato. Da quel momento è cambiato il destino dell’incontro e tutti, ma proprio tutti, non aveva in testa che una cosa sola: far festa!