Il Napoli batte almeno l’emergenza
di Pietro Aldo Mocerino (IIG)
Esce indenne dall’Olimpico la truppa di Mazzarri, in piena emergenza-formazione e, quindi, preoccupata contro la Lazio soprattutto di non prenderle. Il tecnico azzurro punta ancora sulla difesa a tre e lascia in attacco il solo disponibile, Raspadori, supportato più da Politano che da Zielinski, che ben presto si impegna nel rinforzare la mediana insieme a Demme e Lobotka. Si spiega soprattutto così il primo tempo partenopeo, assolutamente avaro di tiri in porta. Non che la Lazio abbia costruito molto di più, visto che il muro difensivo eretto dal Napoli si è rivelato quanto mai compatto e resistente. Solo Isaksen ha provato la via del gol con due girate dalla distanza di poco fuori (al 13’ ed al 43’). Leggermente più vivace la ripresa, con Castellanos che segna subito dopo la ripresa del gioco controllando di petto e rovesciando spettacolarmente in rete, ma Orsato annulla per fuorigioco. Deve passare oltre un’ora di gara per un’altra emozione, con Cataldi che dal limite sfiora il palo alla sinistra di Gollini (65’). Replica due minuti dopo Gaetano, da poco entrato, con una gran botta al volo da fuori area che non esce di molto. La Lazio pressa di più e il Napoli pensa a frenare la spinta biancoceleste, ad un quarto d’ora dalla fine Isaksen elude la guardia di Mario Rui e serve al centro Catellanos, che ci prova col tacco in movimento, ma Østigård sventa a due passi dalla linea di porta. All’88’, infine, un assist di testa di Vecino è smorzato provvidenzialmente da Juan Jesus e non perviene a Castellanos. Tutto qui, se non c’è da stare allegri per le occasioni create dagli azzurri, si può almeno tirare un sospiro di sollievo per una trasferta che, alla vigilia, si presentava alquanto complicata, ma che ha registrato, almeno, una ritrovata solidità difensiva.
Questa la pagella degli uomini di Mazzarri:
Gollini 6: quasi per nulla impegnato, ma dà l’impressione di essere sempre attento.
Østigård 6,5: regge contro Felipe Anderson, salva un quasi gol su Castellanos, quando serve non si fa pregare per spazzare via la palla.
Rrahmani 6: tranne in un paio di occasioni, Castellanos non gli procura particolari affanni.
Juan Jesus 6: in ripresa, ad Isaksen concede il minimo indispensabile.
Di Lorenzo 6: torna sulla fascia, non che si faccia notare tanto in fase di appoggio, ma difende bene la posizione.
Demme 6: finché il fiato glielo consente, si muove parecchio e contribuisce a mantenere ordinato il centrocampo.
Lobotka 6,5: tra i più positivi, spesso deve fare interdizione, ma quando costruisce si fa notare per la lucidità.
Zielinski 6: nelle intenzioni del prepartita parte come sostegno per Raspadori, ma presto arretra a dar man forte in mediana, da notare qualche cambio passo dei suoi.
Mario Rui 6: solo nel finale mostra qualche cedimento di fronte alle accelerazioni di Isaksen, così esce per Mazzocchi.
Politano 6: con l’andare dei minuti deve giocare da seconda punta, ma almeno tiene in apprensione la difesa laziale.
Raspadori 5,5: non si vede mai al tiro, vero è che è cercato pochissimo o niente, ma è troppo leggero e troppo solo per creare grattacapi a Gila e Romagnoli.
Gaetano 6: uno dei pochissimi che tenta la conclusione, comunque il suo lo fa.
Ngonge, Mazzocchi, Lindstrøm e Dendoncker s.v.: qualche minuto per far rifiatare i compagni e, per Ngonge e Dendoncker, per esordire in maglia azzurra.
Mazzarri 6: fa di necessità virtù, per l’emergenza sceglie ancora la difesa a tre e raccoglie la squadra in un fazzoletto, così stavolta il Napoli che concede praterie agli avversari resta solo un ricordo, anche se non tira praticamente mai.