Non basta superKvara per matare il Toro
di Pietro Aldo Mocerino II G
Poteva essere la terza vittoria di fila in campionato, invece il Napoli deve accontentarsi di un pareggio contro il Torino che sa di beffa. Sia nel volume di gioco prodotto che nelle occasioni da rete complessive gli azzurri sono risultati chiaramente superiori ai granata, trovando, però, sulla loro strada ancora una volta un portiere, MilinkovicSavic, in vena di miracoli. È proprio quest’ultimo ad opporsi subito, d’istinto col corpo, a Kavaratskhelia, liberato al tiro dopo un contropiede improvviso di Politano (14’). Nemmeno un minuto e la squadra di Calzona sfiora ancora il gol, con Osimhen che, di testa, devia di un soffio a lato un corner di Kvara. Il Torino sa reagire solo più tardi (28’) grazie ad un retropassaggio errato di Lobotka, del quale approfitta Zapata con un destro dal limite che Meret deve deviare in tuffo oltre il palo. Il Napoli insiste e quasi allo scadere del primo tempo (43’) manca ancora d’un niente il vantaggio, quando Politano si produce in una nuova fuga delle sue sulla destra e crossa morbido al centro dell’area, dove Kvaratskhelia colpisce di testa a pelo d’erba e Milinkovic-Savic, con le punte delle dita, devia sul fondo. Nella ripresa la musica non cambia, soprattutto Kvicha sembra indemoniato ed incontenibile, poco dopo l’ora di gioco (61’) il georgiano avvia una triangolazione sulla fascia sinistra con Mario Rui, mentre il terzino si prepara a crossare radente Kvicha punta il vertice dell’area piccola e con un piatto destro in spaccata al volo, tanto elegante quanto micidiale, spedisce finalmente la sfera alle spalle del portiere granata. Nemmeno il tempo di gioire e il Toro acciuffa il pari (64’), sugli sviluppi di un calcio d’angolo Sanabria, appena entrato in campo, sfrutta una carambola fortuita su Anguissa e s’inventa una rovesciata spalle alla porta che piega le mani a Meret. Tutto da rifare per il Napoli, il tempo scorre e Milinkovic-Savic seguita a fare il fenomeno, prima devia col braccio un destro ravvicinato di Osimhen e sul corner seguente agguanta in presa volante un colpo di testa di Juan Jesus (77’), poi ingaggia un duello personale con Kvara, neutralizzandogli sia una potente rasoiata di destro da fuori (86’) – in quest’occasione gli azzurri hanno reclamato un rigore per un contatto dubbio sotto porta tra Buongiorno ed Osimhen – sia un pallonetto spiovente dalla sinistra che stava infilandosi sotto la traversa (92’). Nulla ha potuto l’estremo difensore torinista al 93’, quando dal limite Kvicha ha inventato una parabola arcuata e bassa, che però si è spenta appena sopra la traversa. Resta l’amaro in bocca per un successo che sarebbe risultato indiscutibile, ma, almeno sotto il profilo della prestazione, in vista del retour match col Barcellona per gli ottavi di Champions gli azzurri possono recarsi in Catalogna a testa alta. Sarà pure una magra consolazione, ma è già molto per un gruppo che, fino a poco tempo fa, era dato per finito. Questa la pagella degli uomini di Calzona: Meret 6,5: una prodezza sulla botta dal limite di Zapata, ma l’acrobazia di Sanabria lo sorprende senza dargli scampo. Di Lorenzo 6,5: l’asse con Politano sulla destra funziona bene, sembra più deciso rispetto alle precedenti prestazioni.
Østigård 6,5: dall’inizio al posto dell’acciaccato Rrahmani, cancella dal campo Pellegri e non va in affanno quando Zapata lo impegna. Juan Jesus 6,5: più convinto del solito, dietro vigila attentamente e, quando può, rilancia. Mario Rui 6: fino al momento del vantaggio lascia molto a desiderare, spesso non contiene Bellanova, poi si accende con un cross al bacio per Kvara. Anguissa 6: si ha sempre la sensazione che potrebbe fare di più, specialmente quando si tratta di accelerare le ripartenze. Lobotka 6: patisce il pressing feroce della mediana granata, poi si riprende e registra meglio la manovra. Zielinski 5: irritante per quanto è apatico, solo un paio di spunti degni della sua classe in mezzo a tanto anonimato. Politano 6,5: di tutto un po’, finte, serpentine, assist, sulla sinistra granata procura più di un affanno a Rodriguez. Osimhen 6: per provarci ci prova, ma Buongiorno gli leva l’aria, più attivo rispetto al match con la Juve. Kvaratskhelia 8: a tratti “one man band”, non certo per egoismo, ma perché da solo prova a trascinare i compagni verso il successo, costringendo i difensori granata a rincorse tanto disperate quanto inutili. Da manuale del calcio l’azione che lo porta a siglare il gol dell’1-0, solo un Milinkovic-Savic altrettanto mostruoso poteva frenarlo. Raspadori 6: si fa notare per intraprendenza e vivacità. Traoré 6: rispetto a Zielinski è, almeno, vivo ed attivo. Olivera e Lindstrøm s.v. Calzona 6,5: non gli si può rimproverare nulla, a livello tattico o di motivazione della squadra, i suoi dominano il match ma non concretizzano più per i meriti del portiere torinista che per i demeriti propri. Forse, contro un avversario così arroccato, poteva tentare la carta del doppio centravanti, affiancando Simeone ad Osi.