Scattami una foto

di Giulia Iaccarino (II B, a.s. 2020/2021)

Scattami una foto: una foto dove sorrido, circondata dalla natura e dal profumo delle rose. Subito dopo scattane un’altra dove non sono in posa: verrà mossa, il colore dei miei capelli si mischierà a quello degli alberi, la mia risata sarà sfuggente e tutte le emozioni, i colori e le sensazioni verranno catturati proprio mentre stanno per nascere in modo confusamente ordinato nella mia testa e di conseguenza nel mondo. La fotografia fagociterà i profumi, i ricordi, le risate o le lacrime e ce le rigetterà addosso non appena le nostre dita la sfioreranno: inizierà a raccontare storie, ad incollare al nostro cervello promesse e discorsi fatti in quel preciso istante, parole dette prima e dopo lo scatto, azioni non compiute per correre a vedere l’immagine: del resto, riguardare fotografie è assaporare la nostra vita. Scattami una foto, una in bianco e nero: lo sai, il colore distrae, a volte non raggiunge veramente il cuore. La nostra anima, invece, cerca dettagli, cerca realtà: il bianco ed il nero forniscono da sempre entrambe le cose. A pensarci bene, però, questi due colori sono sempre stati il simbolo della monotonia, della povertà d’animo, della tristezza. Scattami una foto: premi quel pulsante quando ritieni di voler conservare per te l’espressione che sto facendo, premilo quando senti di voler stringere al petto quell’immagine come faresti con me quando ti sorrido dopo un lungo bacio. Ed ora guardala, la foto: il tempo si è fermato, il mio sorriso è diventato tuo e lo stai sfiorando con le dita. Alza lo sguardo e cerca i miei occhi: ti accorgerai che le emozioni che giacciono in un’immagine si riversano nella realtà. Alza lo sguardo e baciami: che nessuno scatti una foto, non c’è bisogno di catturare momenti che rimangono impressi nella mente per sempre.”

estratto dal libro “Grace, ricordi?“, di Giulia Iaccarino.

Un pensiero su “Scattami una foto

  • 28 Dicembre 2020 in 12 h 22 min
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    Molto evocativa, che bella

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