Il nucleare: inutile azzardo o rischio indispensabile?
di Luca Sardo (1A)
Innanzitutto, che cos’è l’energia nucleare? Si tratta di un tipo di energia generata in seguito a specifiche reazioni che coinvolgono i nuclei degli atomi di cui si compone la materia, più precisamente da fissioni o fusioni nucleari.
L’Italia, in cui se n’è fatto uso per circa un venticinquennio, abbandonò definitivamente il nucleare con un referendum abrogativo nel 1987, mentre in alcuni paesi, come ad esempio Cina o India, il numero delle centrali nei rispettivi territori continua ad aumentare.
Quindi, per arrivare al cuore della questione: conviene davvero affidarsi all’energia nucleare, o è solo un inutile azzardo?
A favore dello sfruttamento del nucleare vi sono diversi argomenti, fra cui spicca l’elevato tasso di energia prodotta, poiché mentre con 1 kg di carbone fossile in una centrale termo-elettrica si producono circa 3 kWh di energia elettrica, in una nucleare, con la medesima quantità di uranio 235 arricchito al 3%, se ne producono 360.000, cosa che gioverebbe sicuramente all’economia e alla ricchezza energetica di un paese. Inoltre c’è da precisare che nel funzionamento del reattore nucleare non ci sono emissioni di anidride carbonica a differenza di quanto avviene nelle centrali che estraggono energia dal carbon fossile.
Tuttavia, ci sono anche da fare considerazioni contro l’uso del nucleare, che prescindono dalle catastrofi dovute ad errori umani (Černobyl’ 1986) o a fenomeni naturali (il terremoto e il maremoto del Tōhoku che hanno provocato il disastro di Fukushima nel 2011): per prima cosa, la produzione di scorie radioattive che, oltre ad essere estremamente pericolose, richiedono un processo di smaltimento estremamente lungo e costoso, dal momento che bisogna prima ridurne il volume e poi depositarle in grandi discariche ove giaceranno poi per secoli; e poi, in secondo luogo, l’altro grave problema è legato alla dismissione delle centrali stesse al termine del loro ciclo di vita. Infatti, a dover essere smaltite non sono solo le scorie prodotte nel periodo di attività della centrale, ma anche i materiali irrecuperabili e contaminati e il combustibile inutilizzato, recuperando invece i materiali non contaminati. È chiaro quindi che tale processo risulta decisamente poco conveniente, da un punto di vista economico: basti pensare che le quattro centrali presenti in Italia, utilizzate dal 1963 fino al 1990, non sono ancora completamente dismesse e si stima che questo processo, che pesa sulle tasche dei contribuenti circa 70 milioni di euro annui, non terminerà se non prima del 2036.
Per concludere, alla luce dei vari punti a favore e a sfavore e nonostante presenti dei conclamati rischi, si può dire che il nucleare sia uno dei metodi più efficaci per produrre energia sia dal punto di vista economico che da quello ambientale.
Bravo Luca