Armi all’alba
di Ginevra Fracasso (IA)
Non c’è nulla di più doloroso del sentirsi cattivi
in un mondo domato da desideri lascivi
e gocce viola sul fondo d’un calice
di un uomo che ormai d’umano ha ben poco.
Presto ai nemici ormai privi d’un nome, egli farà fuoco
costretto a lasciare alla storia
nient’altro che gesti anonimi d’odio
o di muta rassegnazione
che in gola gli lascia un magone.
Forse, all’alba, più non esisterà.
Per lui nessun giorno d’amore
sorgerà, ma solo luce che brucia d’un padre la pelle
nei freddi colori dell’albore
mentre saluta il figlio inerme,
non senza l’amara stretta
del dolore.
E giungono le sere degli animi spenti
e dei macabri insegnamenti:
in un mondo di morte e guerra
non è più il figlio che il padre sotterra.
Non è più niente.
Ogni padre accecato vuole
soltanto impugnare altre mille pistole.