Effetto stadio. Agorà del calcio: Napoli-Lazio

L’Agorà del calcio, rubrica a cura di Salvatore Monaco e Pietro Peluso

NAPOLI-LAZIO

S. Paolo, 21/01

EFFETTO STADIO
Gara da cardiopalma l’ultima disputata dagli Azzurri in casa contro la Lazio. Vittoria salvifica, che regala la semifinale di Coppa Italia ai padroni di casa, proprio contro i campioni in carica del torneo e una delle squadre più in forma del campionato.
Prestazione che non ha avuto pari negli ultimi tre mesi. Una partita finalmente giocata, in campo dove non è mancata nè voglia di vincere, nè cattiveria, nè quel pizzico di fortuna indispensabile che ha accompagnato il Napoli fino al triplice fischio finale. Ma, soprattutto, ciò che non è mancato è stata la vibrazione di uno stadio di cui non si aveva quasi più memoria. Un ruggito durato dal primo all’ultimo secondo di gara, senza interruzione. Un battito che all’unisono ha reso chiaro a tutti che lo sport, e il calcio l, non possono mancare mai di un unico organo vitale e indispensabile: il tifo. Il cuore del futbol. La forza senza cui un gol fatto o un gol subito sortiscono lo stesso effetto, e grazie al quale ci si può innamorare anche più di una sola volta nella vita, più di una sola volta in soli 90 minuti. “Effetto placebo” per molti scettici, estranei al sentimento che lega un pallone a un bambino. “Effetto stadio”, invece, per chi almeno una volta nella propria vita ha percepito quel brivido dietro la schiena dopo “na malatia”, dopo un palo, dopo un tiro, dopo un gol. “Effetto stadio”, per noi. Questa vittoria dunque non è di tutti: questa vittoria è Loro, di chi ha urlato e cantato anche senza voce, e c’è stato sempre: negli inverni di Champions e nelle domeniche piovose di Serie C.
È a Loro, quindi, che va detto GRAZIE.

Quarti di Coppa Italia. In palio l’accesso alle Semifinali. Per il Napoli non una partita qualsiasi. Troppe sconfitte, troppe polemiche, troppa incertezza. È il bivio di una stagione: o dentro o fuori. E Gattuso si gioca il tutto-per-tutto. Conferma Ospina tra i pali, schiera ancora forzatamente la difesa a 4 con Di Lorenzo centrale e dà fiducia al tridente d’attacco solito nonostante il rischio. Ma è a centrocampo che dimostra carattere da vendere: nel match dell’all-in non esita ad affidare la regia ai due nuovi acquisti del mercato di gennaio Lobotka e Demme, l’uno all’esordio, l’altro con venti minuti in maglia azzurra alle spalle, di fianco ad un immancabile Zielinski. E la fiducia paga: dopo appena un minuto di gioco, al termine di una giocata individuale Insigne insacca un destro beffardo sotto le gambe di Strakosha, e porta immediatamente il Napoli in vantaggio. È solo il 2’ minuto, ma è l’evento-chiave dell’intera partita. Il Napoli sembra rigenerato, e sulla spinta del ritrovato tifo organizzato è capace di affrontare e superare qualsiasi ostacolo. È così che al minuto 8 il tentativo di pareggio immediato per i Biancocelesti termina con un fallo ingenuo in area su Bastos da parte di Hysaj, che si becca l’ammonizione. L’arbitro su conferma del VAR indica il dischetto, dove è già pronto Immobile a siglare l’ennesimo gol della sua stagione. Ma come se l’atmosfera di forte tensione ed energia avesse inciso (complice anche un terreno in condizioni abominevoli), il fuoriclasse torrese rinnegato scivola, mandando il pallone altissimo. Risultato conservato dalla sorte, e Napoli salvo. Dopo circa 10 minuti è ancora Hysaj a rendersi protagonista di un’occasione di svolta della partita. In una rapida ma innocua ripartenza di Immobile, il terzino albanese in netto ritardo compie ancora una volta un banalissimo fallo tattico, che costringe il direttore di gara ad estrargli per la seconda volta il cartellino in faccia e a mandarlo negli spogliatoi. Napoli dunque in inferiorità numerica dopo appena 20 minuti di gioco, e costretto al cambio tecnico: fuori Lobotka per Luperto, a ristabilire equilibrio in difesa. Non trascorre però molto tempo prima che, al 25’, Lucas Leiva si renda anch’egli autore di un fallo tattico e, tristemente, anche di dure imprecazioni contro l’arbitro per disappunto. All’ammonizione consueta si aggiunge, quindi, il giallo per proteste da regolamento, che manda anche Leiva sotto la doccia e riporta in parità numerica la gara, mandando così all’aria un’occasione d’oro per la Lazio. Il primo tempo si chiude così non privo di emozioni, concentrate tutte nella metà iniziale, con un finale di frazione di palleggio e studio reciproco.
A fronte, anche la ripresa non delude. In apertura la Lazio inserisce la trazione offensiva: dentro Correa, alla ricerca di freschezza e sostegno a Immobile davanti. E infatti non passano 10 minuti che la Lazio va in gol proprio col capocannoniere di Serie A. Ma la bandierina dell’assistente è alta. Silent check: fuorigioco, e gol annullato. Scosso dall’occasione, anche il Napoli va alla ricerca del gol della sicurezza, avvicinandosi di un soffio con una frustata di Milik di testa che si ferma sul palo dopo un’incertezza di Strakosha nella presa. Da là la partita si accende con lo stesso vigore e intensità di inizio gara. Dopo i cambi di sostegno da una parte e dall’altra (Elmas per Callejon e Ruiz per Insigne nel Napoli), entrambe le squadre si rendono pericolosissime in area di rigore. Prima Immobile infrange un destro potentissimo sulla traversa; poi Mario Rui trova l’incrocio dopo un tiro imparabile da dentro l’area. Allo scadere è ancora la Lazio a dare brividi: su uno sviluppo di calcio d’angolo Acerbi deve solo appoggiare dolcemente un pallone a rete per riaprire le speranze dei campioni in carica. Ma per l’ultima volta nel match interviene ancora il VAR a mettere giustizia: posizione di partenza in off-side; dunque, gol irregolare. Per la gioia del Napoli la partita rimane sul risultato iniziale anche nei 4 di recupero, al termine dei quali può finalmente partire la festa. Napoli avanti nel torneo e riconciliato con i propri tifosi, coi quali non mancano festeggiamenti e chiari segnali di scuse. Il peggio sembra ormai alle spalle, ma c’è ancora moltissimo da fare. Testa a domenica sera, in un match che è sempre a sè, a prescindere dalle contingenze attuali: Napoli-Juventus. Si lasci parlare il campo, nella speranza che abbia da dirci cose che fino ad oggi non si sono mai sentite.
Comunque vada, FNS!!!

PAGELLE

NAPOLI

  • Ospina: 6

Il gol preso non è colpa su…eh scusate, è l’abitudine. Questa volta non abbiamo subito gol!
Clean sheet per il nostro portierone. Capace con la forza del pensiero di far cadere Immobile, che sbaglia il rigore e gli rende giustizia. È fortunato (SIAMO fortunati) sui due gol annullati. Anche se c’è da dire che ha fatto un papera incredibile sul primo gol annullato di Immobile. Attenzione…

  • Hysaj: 23

Numero di cui prendiamo il significato della smorfia napoletana per descrivere la prestazione di Hysaj. Intervento stupido sul rigore e intervento ancora più stupido sul secondo giallo. Il nostro Elseid sembrava in ripresa dopo anni di disastri, ma questa volta ha voluto smentirci, confermandosi in una prestazione da vero numero 23.

  • Manolas: 7

Oggi non si scocciava di giocare, anzi… Sangue agli occhi e grandissima prestazione. Un muro. Il nostro Kostas è stato davvero sublime, un incubo per gli attaccanti Laziali che, anche quando lanciati in contropiede, venivano comunque raggiunte dal difensore greco. Bravo!

  • Di Lorenzo: 6,5

Da terzino destro è un altro giocatore e si vede, ma inizia come difensore centrale e solo dopo l’espulsione di Hysaj e l’ingresso di Luperto viene spostato a destra, nel suo ruolo naturale. Giovanni sgalloppava sulla fascia come Secretariat al Kentucky Derby, facendosi vedere molte volte anche in zona offensiva. La fascia destra è il suo regno e lì deve giocore.

  • Mario Rui: 6,5

Mario di solito non usa il piede destro neanche per camminare. Questa volta, invece, proprio il con il suo piede debole sfiora un grandissimo gol. Tiro a giro che si stampa sul palo: impensabile. Il voto alto alla fine è per questo, mi ha fatto sognare.

  • Lobotka: S. V.

“Cap e Bomb” sembrava ben inserito in gara, ma purtroppo per forza di cose è invalutabile. Poverino, mi dispiace tanto, ma prenditela con Hysaj che è un 23.

  • Demme: 7

Pazzesco. Era onnipresente ed infallibile, lo trovavi in ogni zona del campo a dare una mano ai compagni e a per far girare il pallone. Pressing, recupero palla e gioco rapido. Meraviglioso. È stato una gioia per gli occhi. Non un fenomeno, ma proprio quello che ci serviva.

  • Zielinski: 6,5

Partita di grande cuore e di grande sacrificio. Piotr -“Pietro” per Gattuso- dopo l’espulsione di Hysaj ha dovuto dare una grande mano in fase difensiva, faticando parecchio. Ma la sua partita è comunque ottima, da grande centrocampista qual è. Verso i minuti finale ha inevitabilmente perso lucidità, ma ha comunque sempre dato una mano anche in fase di ripartenza.

  • Insigne: 8

Partita da capitano. La prima che si può definire al 100% così. Lorenzo fa un grandissimo gol a inizio gara e poi tra qualche “insignata” e tra qualche buona giocata mette in difficoltà la retroguardia laziale, trascinando il Napoli in fase offensiva. Grande sacrificio che lo porta più volta a ripiegare anche in difesa. Finalmente lo possiamo dire: BRAVO INSI’!

  • Milik: 5

Prende palo e poi? Nulla. Per tutta la partita sbaglia a fare movimenti, che perciò non gli permettono di essere servito in maniera adeguata. Arkadiuz si conferma sempre di più una seconda punta più che un 9 classico. Il problema è che sto 9 (vero, falso, come volete voi) da dove lo prendiamo mo?

  • Callejon: 5

Siamo arrivati ancora una volta qui. Fa sempre più male mettere voti del genere a José, però se li merita. Anche oggi davvero poco, o comunque non abbastanza. Mai pericoloso e assente dalla manovra del Napoli. Ti prego José, fai qualcosa, riprenditi.

  • Luperto: 6

Partita senza grandi picchi, nè in positivo nè in negativo. Fa correre qualche brivido lungo la schiena con le sue continue svirgolate. Finalmente porta a casa la sufficienza, papà Albiol sarà contento.

  • Elmas: 6,5

Entra, si posiziona sulla fascia destra e non fa rimpiangere Callejon (non che ci voglia molto in questo periodo). Grandi spunti, sia fisici che tecnici. Il ragazzo ha grandi qualità e quando riesce a metterle in mostra è fenomenale. Però va troppo spesso alla ricerca della giocata spettacolare e d’effetto. Ogni tanto ci sta, ma dovrebbe giocare più semplice.

  • Fabian Ruiz: S. V.
  • Gattuso: 6,5

Vince in casa dopo tanto tempo. Dà finalmente carattere alla squadra. E per di più chiama Zielinski “Pietro”: CHE SERATA PER RINGHIO. La squadra ha dato finalmente una buona riposta, sia sul piano psicologico che su quello del gioco. Dà fiducia a Demme davanti alla difesa, che si dimostrerà infatti il perno della manovra partenopea. Conoscendo Rino sulle varie occasioni della Lazio avrà perso almeno 10 anni di vita, ma al fischio finale avrà sicuramente liberato la testa. Sia su di lui che sulla squadra c’era una pressione altissima: la Coppa Italia è l’ultimo vero obbiettivo stagionale del Napoli, e la partita è stata giocata con intensità e voglia di vincere. Caratteristiche tipiche del nostro allenatore, in campo e davanti ai microfoni, che a quanto pare la squadra sta iniziando ad assimilare. Gli attributi (per eufemismo) non si comprano al supermercato.

LAZIO

  • Immobile: 8

Tutti giù per terra! Ciro Immobile cade, come la sua Lazio, e per una volta in questa stagione non timbra il cartellino dei marcatori. Menomale. È stato sfortunato, vero. Però… QUANTO GODO!!!

  • Lucas Leiva: 7,5

Invita a cena l’arbitro, il quale però è già impegnato e trova l’invito fuori luogo e si offende: espulso. Grazie Lucas, sei un mostro!

  • Correa: 6,5

Entra, si sbatte parecchio, ma non combina nulla. È comunque una spina nel fianco della difesa partenopea, ma è poco incisivo. GODO ANCORA.

  • Inzaghi: Rode?

Caro Simone, piangi di meno! Ti ricordo che anche il Napoli ha subito due pali. La sfortuna ha messo più o meno il bastone tra le ruote ad entrambi! Dai adesso torna a casa, preparati una bella camomilla e vedi se riesci a vincere lo scudett. Ma, per esperienza personale: non metterci tante speranze.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.