Civil war. Agorà del calcio: Napoli-Juventus

Agorà del Calcio, rubrica a cura di Salvatore Monaco e Pietro Peluso

NAPOLI-JUVENTUS

San Paolo, 26/01

CIVIL WAR
Se questo è un sogno, vi prego di non svegliarci.
Trionfo E-C-C-E-Z-I-O-N-A-L-E del Napoli di Gattuso contro la Juventus “degli ex”, di Cristiano Ronaldo, la Juventus capolista, campione d’inverno, quella degli 8 scudetti consecutivi (37 sul campo, 35 fuori dal campo, qualcuno smarrito nello spogliatoio, dimenticato in albergo, caduto dalla tasca…)… Chi più ne ha, più ne metta; ma nella Bolgia infernale del San Paolo di ieri sera trofei, Palloni d’Oro e Palloni di Stagnola hanno dovuto inchinarsi davanti ad un Napoli che di testa, cuore, muscoli e nervi ha dimostrato una NETTA ed EVIDENTE superiorità. 3 punti che numericamente non svoltano in alcun modo la classifica del campionato, che vede i Non-colorati immutati nella loro posizione e gli Azzurri riagganciati alla metà sinistra della classifica. Ma questo è un commento che va lasciato a chi con la coda tra le gambe e a testa bassa, a partire da oggi per un po’ di tempo, cambierà abitudini, evitando di uscire di casa per timore di incrociare chi è a conoscenza della loro mancanza di identità, eufemisticamente. Per tutti gli altri è chiaro: NAPOLI-JUVENTUS NON È MAI UNA PARTITA QUALUNQUE, nè lo è mai stata. Che si sia in vetta o in fondo, che il divario tra le rose sia enorme o impercettibile, che lo stato di forma sia favorevole o no e che si abbiano o meno i titolarissimi a disposizione. Al fischio d’inizio si è tutti uguali. E lì inizia la lotta.
Non 3 punti banali. Non la semplice opportunità di prendere in giro e atteggiarsi. La questione è più profonda, radicata, viscerale. Napoli-Juve è uno scontro ideologico. È la retorica lotta servo-padrone. È una guerra civile che riprende questioni post-unitarie, Nord contro Sud, immergendole in un flusso disumano di agonismo e voglia di vendetta. Se sei Juventino non sei “l’Altro”. Non sei “il Nemico”. Non sei “lo Sbagliato”. Se sei Juventino, in campo, sei “il Male”. E che lo si voglia o no, a dispetto di quello che spesso appare, alla fine in un modo nell’altro il Male va estirpato. E il Bene può trionfare.
‘Sta volta il Bene ha trionfato. E il Male… “ha pigliat duj pallun!!!” (cit.).
Se questo è un sogno, vi prego, continuate a non svegliarci.

Metabolizzato l’handicap dell’infermeria satura, Ringhio si affida ai titolari a sua disposizione. I sintomi influenzali di Ospina non lasciano dubbi nella scelta di Meret tra i pali. Nella difesa a quattro, Manolas e Di Lorenzo (ormai fisso al centro) coprono da dietro le incursioni sulle fasce di Hysaj e Mario Rui. A metà campo, Ruiz e Zielinski spalleggiano ai lati un Demme già rientrato alla grande nei piani di gioco del mister come vertice basso. Davanti non si fanno sconti, con il tridente consolidato Insigne-Milik-Callejon.
Primo tempo che risulta tecnicamente bloccato: il Napoli, molto in stile-Gattuso, mantiene quasi sempre almeno 10 uomini dietro la linea della palla in fase di non possesso, e palla al piede fraseggia bene, pur perdendo tempi di gioco anche in situazioni potenzialmente pericolose. Dall’altra parte è evidente il tentativo vano di mettere in campo un gioco troppo legato alla sfera ideale e poco concreto, ben distante da ciò che Sarri ha donato al mondo del calcio all’ombra del Vesuvio. Dunque, ad eccezione di qualche residuo di iniziativa personale da parte dei più dotati tecnicamente, poche emozioni, moltissima concentrazione in campo. 0-0 quindi alla metà di gara e squadre negli spogliatoi a colloquio dai rispettivi tecnici, alla ricerca di strategie per creare maggiore pericolo in zona d’attacco.
Inizio di ripresa non distante dal ritmo di tutto il primo tempo.
Poi, al 49’, arriva forse il punto di svolta della partita: Pjanic è costretto a chiedere la sostituzione per una botta subita nel corso del primo tempo, e lascia il campo a Rabiot, indubbiamente meno saldo e meno capace di creare equilibrio nel centrocampo juventino. Dalla sostituzione in poi entrambe le squadre trovano più spazi, e allungano il proprio raggio d’azione. Dapprima Higuain cerca e trova lo specchio con un tiro da posizione defilata, che però non impegna più di tanto Meret. Dopo pochi minuti, al 63’, Insigne parte palla al piede dal limite dell’area del Napoli mirando la metà campo avversaria, dove arriva dopo uno scatto d’esplosività e chiude con una conclusione decisa e forte sul secondo palo. Szczesny para, ma non blocca, e cede un’opportunità d’oro a Zielinski che da due passi non manca il tap-in a rete. 1-0 Napoli e San Paolo in delirio. In vantaggio Gattuso non intende rischiare nulla, e da subito intraprende una strategia di cambi di contenimento. Fuori Demme ammonito per Lobotka, esordiente in serie A dopo soli 20 minuti in coppa contro la Lazio, e poco dopo cambio anche per Zielinski, che si prende gli applausi del pubblico e lascia spazio a Elmas. Doppio cambio simultaneo per Sarri, che fiuta il pericolo e decide di schierare il tutto per tutto con Bernardeschi e Douglas Costa per Matuidi e Dybala. Ma ogni sforzo appare vano, con un Napoli che di intensità non dà tregua, nonostante la freschezza dei nuovi entrati per gli avversari. E all’86’ arriva il raddoppio: al termine di un’azione offensiva di Milik che, quasi dal fondo, calcia larghissimo, Callejon raccoglie il pallone vagante e serve un cross morbido in area che Insigne, di prima intenzione, calcia dritto sul primo palo. Portiere battuto, 2-0 Napoli e il San Paolo scoppia di gioia. Tutta la panchina esplode in un’esultanza liberatoria, di rivalsa personale, preludio della festa imminente dopo il triplice fischio. E proprio il clima festivo anticipato costa al Napoli a tempo quasi scaduto un gol di Ronaldo che accorcia le distanze. Ma ciò non scuote in alcun modo una squadra ormai stanca e in palla, schiava dell’energia disumana manifestata dai padroni di casa. Termina così il match, ma non si esaurisce di certo l’energia degli Azzurri che rimangono in campo a cantare, saltare e gioire insieme al vero fattore decisivo per gli uomini di Gattuso: il tifo, dodicesimo uomo in campo. Dopo 4 sconfitte consecutive in campionato il Napoli può finalmente manifestare il proprio riscatto, con un atteggiamento vincente che l’ha condotto alla vittoria contro le due squadre attualmente più in forma nel nostro campionato.
È più che evidente la necessità di dare uno sviluppo a questo percorso appena iniziato, con un stagione da salvare e una reputazione da mantenere sia in Coppa Italia che in Champions League. A lavoro, quindi, Gattuso, calciatori e staff, con grande energia e sicuramente un motivo in più per sorridere. FNS!!!

 

LINEA STADIO

Napoli-Juve non è una partita normale, non lo sarà mai. Prima del fischio d’inizio la differenza di punti tra le due squadra è abissale, 27 punti, un mare pensando che questo Napoli era proprio la squadra che alla vigilia della stagione avrebbe dovuto dare fastidio ai bianconeri. Ma come già detto Napoli-Juve è una partita a sé, è sempre una lotta, una sfida tra nord e sud e tra ideali diversi. L’atmosfera al San Paolo è elettrica: per l’ennesima volta il Pipita torna da avversario, ma ancora più importante è il ritorno di Maurizio Sarri a Napoli, la città che lo ha reso grande. I Napoletani giustamente non perdonano (chi vorrebbe mai), e alla sua entrata in campo i fischi sono assordanti. Lo stadio ruggisce su ogni contrasto, trascina la squadra alla vittoria e ai due gol degli azzurri la gioia è immensa.
Al 95′ Mariani fischia. È finita, il Napoli ha vinto, la Juventus di Sarri è caduta al San Paolo. I giocatori vengono sotto la curva a festeggiare con i tifosi.
Da quelle immagini si deve ripartire, dall’entusiasmo di ieri sera che dovrà accompagnare la nostra squadra fino a fine campionato.

 

PAGELLE

NAPOLI

 

  • Meret: 6

Torna tra i pali il nostro caro Alex. Ci eri mancato, come stai? Bene? Sono contento. Con i piedi, a parte un rilancio andato sui piedi di Matuidi che potevo costarci caro, non male. Piccolo errore sul gol di Ronaldo ma… UAGLIU’, ABBIAMO VINTOOOOOO!!!

 

  • Hysaj: 7,5

Abbiamo una cosa da dire a quel narcisista di CR7. Caro Cristiano, dopo questa partita dovresti cedere come minimo uno dei tuoi palloni d’oro al nostro terzino, che non ti ha fatto vedere nemmeno un pallone. Elseid si rifà dopo i brutti e stupidi errori con la Lazio con una partita sontuosa. Una partita fatta di sostanza, corsa, anticipi e persino tunnel a Matuidi. Insomma, ha fatto la partita della vita. Penso che dopo questa può anche dedicarsi ad altro (non so a cosa visto che non ha mai evidenziato grosse qualità). Grande Albania.

 

  • Manolas: 7,5

Perfetto. Basterebbe questo per descrivere la sua partita. Higuain e Dybala completamente annullati, spaventati dallo strapotere (e dalla cazzimma ineluttabile) del dio greco. Attento Zeus, qui c’è qualcuno che potrebbe spodestarti.

 

  • Di Lorenzo: 6,5

Ancora una volta da difensore centrale, ma a questo giro fa davvero una grande partita. Giovanni si rende protagonista di una prestazione attenta e ordinata anche in fase di impostazione. Anche per lui disattenzione sul gol ma… ABBIAMO VINTOOOOOO!!! GIOVA’, QUANDO VUOI CHIAMAMI CHE TI OFFRO UNA BIRRAAAAA!!!

 

  • Mario Rui: 6,5

Il baffuto soldato Mario non ci sta. L’incrocio colpito contro la Lazio lo tormenta anche di notte. Lui vuole segnare, vuole far esplodere di gioia il San Paolo. Ad un certo punto decide quindi di mettersi in proprio. Va via a Pjanic, entra in nella trequarti avversaria e carica il destro. Comprensibile che per fermarlo gli avversari devono ricorrere al gioco sporco. Bonucci quindi prende fiato e fa una pernacchia fragorosissima che distrae Mario. La palla va sul fondo e si rimane sullo 0-0. Rui però non si fa abbattere, continua a lottare su ogni pallone si fra trovare pronto in fase offensiva. TEMERARIO.

 

  • Zielinski: 7,5

Nel tunnel del San Paolo il suo ex compagno di squadra Gonzalo Higuain prima della partita si avvicina e lo minaccia: “Se fai qualcosa ti spezzo”.
Quindi Piotr, da classico bravo ragazzo della porta accanto, è intimorito da minacce di tale portata, e gioca un primo tempo sotto tono e un po’ intimidito. Nello spogliatoio, durante l’intervallo, il suo allenatore (i cui modi gentili e cordiali sono ben riassunti nel suo soprannome “RINGHIO”) gli va a chiedere spiegazioni. Zielu gli racconta l’accaduto, e a quel punto Ringhio taglia corto:”Pietro, non ti preoccupare, me la vedo io”. Rincuorato da queste parole il nostro centrocampista entra in campo con una verve diversa. Dribbla, si inserisce, crea gioco e segna il gol del vantaggio. Un saluto al mio amico Gabriele che ha vinto al fantacalcio grazie al gol di Piotr.

 

  • Demme: 7

Semplicemente meraviglioso. Si conferma il giocatore perfetto per questo Napoli. Corre, lotta, imposta, butta calci, dà ancora una volta ordine e velocità alla manovra partenopea e suda la maglia fino all’ultimo secondo. Fallo dopo fallo sta conquistando il Napoli e l’anima dei tifosi. Ogni altra parola su Diego sarebbe superflua. Eccezionale.

 

  • Fabian: 6

Ha imparato a giocare a due tocchi, incredibile ma vero. In ripresa rispetto alle ultime uscite ma comunque per un giocatore come lui non basta. Ha avuto buoni spunti che hanno ricordato un minimo il Fabian dell’anno scorso. Come Zielinski un po’ troppo impreciso nell’ultimo passaggio, avrebbe potuto mandare più volte i compagni in porta, ma nulla da fare. Da mezzala si conferma però completamente un altro giocatore.

 

  • Insigne: 8,5

Finalmente sta facendo quello che gli chiedono tutti da anni: la differenza. Il nostro capitano si conferma tale con una prestazione da vero leader contro la nostra e la sua rivale di sempre. Trascina l’attacco Napoletano e accende lo stadio con grandi giocate che mettono in difficoltà la Juve. Il gol realizzato ha un coefficiente di difficoltà altissimo, che solo chi è dotato di grandi qualità può fare. Lore’ vedi che se giochi semplice sei un grande giocatore? Critica dopo critica, pacchero dopo pacchero sta diventando un vero uomo-squadra, che non cede alla minima difficoltà, anzi… Speriamo non sia un fuoco di paglia…

 

  • Milik: 6

Arek finalmente lotta come non mai su ogni pallone, fa salire la squadra e crea spazi alle sue spalle per gli inserimenti. Partita apprezzabile da vero numero 9. “Il purpo” si è trovato un paio di volte in situazioni in cui avrebbe potuto davvero far male alla Juventus, ma si è sempre fatto fermare. Per essere un grande attaccante però in partite come questa devi lasciare il segno.

 

  • Callejon: 6,5

FINALMENTE UNA SUFFICIENZA. È una vera liberazione mettere un buon voto a José. Ottima partita, sempre propositivo e autore dell’assist per Insigne. Completamente un giocatore diverso dalle ultime uscite, uno dei migliori Callejon della stagione, che dimostra che se è in giornata può fare la differenza. Purtroppo ormai è notizia del suo agente che lascerà il Napoli a Giugno. Grazie di tutto José, ci mancherai tantissimo, ma la stagione è ancora lunga e il Napoli ha bisogno di te.

 

  • Lobotka: 5,5

Cap e bomb entra, ma non convince. Impreciso negli appoggi e più volte prende la decisione sbagliata. Strano, con quel capocchione potrebbe pensare di più.

 

  • Elmas: S.V.
  • Llorente: S.V.

 

  • Gattuso: 8

Maurizio Sarri completamente ammutolito. Lezione di calcio da parte di Ringhio all’ormai ex Comandante. Il Napoli di Gattuso è sempre più la fotocopia del suo allenatore: entra in campo con una grinta e una voglia di vincere fuori dal comune. Napoli superiore alla Juve sotto ogni aspetto e il risultato lo dimostra. Il saluto e l’esultanza verso la curva dimostrano come anche lui sa che questa può essere una vittoria fondamentale per salvare la stagione. In circa due mesi è stato capace di rivoluzionare una squadra, relegando ormai a mero ricordo la saccenza di chi “aveva vinto tutto”. Per gioco, cuore e mentalità siamo sempre più dalla parte di quest’uomo.

 

JUVENTUS

 

  • Rocchi (VAR)- Mariani: 2

Forse è anche troppo. Non dare il rigore sul mano di Cuadrado è ridicolo. Nua da aggiungere, siamo alle solite. Provano a portare a casa il risultato, ma una forza superiore non glielo consente. Karma.

 

  • Higuain: 2-1

Caro Pipita, il match è finito 2-1. Stesso risultato dell’ultima volta in cui hai affrontato la Juventus al San Paolo con la nostra maglia. Da allora tante cose sono cambiate. Tu oramai sei dell’altra sponda, il nostro comandante ci ha tradito ed il Napoli non gioca più per lo scudetto. Una cosa sembra rimasta uguale, il tuo amore per le rovesciate nei minuti finali, ma se non giochi contro il Frosinone, a quanto pare, non ti riescono. Le tue lacrime di coccodrillo ormai non sortiscono più alcun effetto su nessuno. Gonza’, dove ti fai Natale, fatti pure Pasqua.

 

  • Dybala: 5

Inesistente per tutta la partita, completamente annullato dalla retroguardia partenopea. Non arriva mai al tiro e di conseguenza non è mai pericoloso. La Joya sarà sconsolato per questa sua prestazione. Noi, da sportivi e corretti quali siamo, godiamo ancora di più.

 

  • Ronaldo: 6,5

Più che altro per il gol che rimette in carreggiata la Juve nei minuti finali. Dei tre fenomeni bianconeri è stato sicuramente il più pericoloso (e vir tu), anche se, oltre al gol, non ha avuto chiare occasioni da gol. Meraviglioso gesto di Fairplay a fine partita: Cristiano infatti, dopo aver dato i suoi ossequi ed essersi piegato in un lungo e reverente inchino, cede uno dei suoi 5 palloni d’oro all’avversario più forte che abbia mai incontrato: Elseid Hysaj.

 

  • Codino di Ronaldo: NU SCHIF

Uagliù, ma nemmeno la treccina voltastomaco di Palacio arriva a tanto obbrobrio. Ma ch’è? Boh

 

  • Sarri:

Non possiamo mettergli un voto. Ci risulta difficile anche parlare di lui. Il comandante che ha tradito la rivoluzione torna nella sua base da nemico, questa volta cercando di conquistarla. A difesa del San Paolo trova Gennaro Gattuso e i suoi uomini che abbattono l’armata del Palazzo. Qui dove l’allenatore toscano (e sottolineiamo, non Napoletano) ha raggiunto i suoi massimi livelli, non riesce ad imporre il proprio gioco a causa di un Napoli aggressivo, che ha avuto praticamente in mano la partita dal 1′ al 90′. Caro Maurizio, evita di dire che la sconfitta contro il Napoli è meno amara delle altre dato che rimani attaccato a questa squadra. Oramai a queste tue favolette nessuno crede più. Non cercare di risanare un rapporto che stesso tu, con le tue decisioni, hai deciso di rompere. Ora sei solo un nemico della rivoluzione che tu stesso hai iniziato, rivoluzione che però non si ferma e stringe i denti.

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