SPIDER-MAN: NO WAY HOME, UN SOGNO (O INCUBO) AD OCCHI APERTI – Spider-Man: No Way Home (J.Watts, 2021)
di Riccardo Maiello (IA)
Spider-Man: No Way Home è un film che prometteva di portare sullo schermo un ricco e ghiotto carico di aspettative, per il suo cast nostalgico e con la prima inclusione del concetto di multiverso in un film Marvel, traportando le fantasie dei fan dei fumetti, legati a storie ricche di intrighi, ai loro massimi storici. Le scene action di Spider-Man: No Way Home sono uno dei suoi elementi distintivi: le sequenze di combattimento sono coreografate con una grande maestria che mette in evidenza l’impegno del team di produzione nel mettere alla luce le acrobazie dinamiche che ci si aspetta da un film dell’arrampica-muri. Tutte le scene sono fluide e offrono un’esperienza visiva che non permette allo spettatore di sbattere le palpebre, per non perdersi nulla di ciò che vede. La CGI è utilizzata intelligentemente e crea una sensazione, salvo nelle scene finali e qualcuna centrale, di realismo nonostante la natura fantastica delle scene.
L’inclusione dei personaggi iconici proveniente da altre iterazioni del franchise di Spider-man è una mossa brillante che aggiunge l’elemento nostalgico: vedere i volti familiari di Tobey Maguire, interprete della prima versione cinematografica del supereroe, e di Andrew Garfield, secondo interprete, è un momento emozionante per qualunque fan di vecchia data. La presenza di questi personaggi consente di approfondire le loro storie, aggiungendo profondità e complessità alla trama.
Vedere i tre Spider-Man interagire è stato come rivedere dei vecchi amici lontani, provenienti da paesi diversi, che si riuniscono in gruppo. Nulla di quel film, per un po’, è sembrato reale, poiché sembrava di vivere il sogno che per anni ha occupato le menti dei fan dell’uomo-ragno.
Poco reale, ahinoi, è stato anche il tentativo di donare una trama coerente al film: la pellicola soffoca sotto il peso di troppe sottotrame e personaggi, di temi troppo disparati senza il tempo per svilupparli correttamente. Ad esempio, l’introduzione dei vecchi villains, ben interpretati e affascinanti, rischia affollare e confondere la trama, per non parlare delle incongruenze tra le storie da cui i cattivi provengono e quanto accade nel film (sappiamo che i nemici attratti nell’universo di No Way Home conoscono la vera identità del supereroe. Per chi ha visto i vecchi film, è chiaro che Electro, ad esempio, non dovrebbe essere lì, in quanto muore prima di scoprire chi si cela dietro la maschera).
Il concetto del multiverso, con le sue infinite possibilità creative, avrebbe potuto offrire a film di Watts l’opportunità di esplorare nuovi territori narrativi e di portare la storia del nostro amato eroe in direzioni inaspettate e innovative. Tuttavia, il film sembra cadere troppo spesso nel ricorso a cliché e tropi narrativi prevedibili, mancando così l’occasione di cogliere appieno il potenziale della sua premessa. Mentre è emozionante vedere personaggi iconici come il Green Goblin o il Doctor Octopus tornare sullo schermo, la loro presenza e i loro obiettivi seguono spesso schemi narrativi già visti nei film precedenti., mancando di sorprendere lo spettatore con nuove prospettive o sviluppi inaspettati. Inoltre, la trama generale del film segue una struttura abbastanza convenzionale per un’avventura di supereroi, con l’eroe che affronta una serie di ostacoli e nemici prima di raggiungere la sua maturazione personale e risolvere il conflitto principale. Anche se questo approccio può essere confortante per i fan più devoti, rischia di deludere coloro che cercano freschezza e originalità nell’approccio alla storia di Spider-Man.
Alla fine, il film sembra offrire un semplice patto con il pubblico: un film con una base di fan service che, sebbene possa soddisfare alcuni spettatori, potrebbe non essere sufficiente a mantenere viva l’intera esperienza cinematografica nel tempo.
Spider Man: No Way Home (id.)
Regia: Jon Watts
Distribuzione: USA 2021 (col., 148’)
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