Napoli a lezione d’Italiano
di Pietro Aldo Mocerino (IIG)
Contro la Fiorentina il Napoli non ha perso solo sul campo, ma anche in panchina. Garcia ha subìto una lezione di tattica dal collega gigliato Italiano, vero è che il tecnico azzurro ci ha messo del suo, insistendo nello schierare dall’inizio Olivera, poi peggiore in campo, al posto di Mario Rui, che con la sua esperienza sarebbe risultato più utile. Il match appare subito in salita, con la ‘doccia fredda’ del vantaggio viola già al 7’, quando Bonaventura crossa indisturbato dalla destra, Quarta, spostatosi in attacco, colpisce il palo e Brekalo è rapido ad approfittarne, infilando il pallone tra le gambe di Meret. Gli azzurri faticano a ritrovarsi, specie a centrocampo, dove Arthur smista bene il gioco, mentre il pressing gigliato costringe i partenopei a diversi errori in fase di appoggio. Al 21’ pari napoletano, ma il gol di Osimhen è annullato per offside di Olivera su assist di Kvaratskhelia. Ci riprova Lobotka con una frustata dal limite respinta da Terracciano (28’), subito dopo Garcia perde per infortunio Anguissa e, a sorpresa, lo sostituisce con Raspadori, per piazzare il neoentrato in un 4-2-3-1 a fare pressione come sottopunta centrale su Arthur e inaridire la fonte del gioco viola. La mossa sembra pure funzionare, il Napoli attacca di più e prima protesta per una carica su Osimhen in area, poi, però, si vede assegnato il rigore perché Terracciano su retropassaggio errato di Parisi, travolge Osimhen, che, dopo un conciliabolo con Zielinski, si incarica di realizzare dal dischetto al quinto minuto di recupero e trasforma con un tiro angolato e violento. A questo punto, forse, si è registrata l’unica nota lieta della serata, col nigeriano che è andato, finalmente, ad esultare in modo incontenibile sotto la curva. Sembrava l’inizio della riscossa, invece, di li a poco sarebbe stata notte fonda per gli azzurri, con alcuni preoccupanti campanelli d’allarme, come un palo di Ikoné (50’) e l’occasione divorata da Osimhen, bravo a rubare palla alla retroguardia viola, ma scontato nel tirare su Terracciano in uscita (58’). Nel frattempo, Garcia aveva escluso dalla sfida Politano (perché?) per sostituirlo col mediano Cajuste, quindi tornava frettolosamente al 4-3-3- iniziale. Il Napoli, insomma, dava l’impressione di essere in confusione mentale e di questo approfittava la squadra di Italiano, prima fortunata a passare di nuovo in vantaggio grazie ad un rimpallo in area su errato disimpegno di Olivera, che favoriva Bonaventura, libero di tirare a rete senza alcuna pressione (63’), in seguito brava a chiudere i conti con Gonzalez che, su centro di Parisi, insaccava in pieno recupero (93’). Il Napoli? Solo Simeone ha provato a dare una scossa, impensierendo Terracciano (85’), ma è stato troppo poco davvero. In sostanza, 1-3 e fischi meritati.
Meret 5: a parte le gambe aperte sul vantaggio di Brekalo, dà sempre l’impressione di essere poco tranquillo e reattivo.
Di Lorenzo 5: male il capitano, ne azzecca poche, Brekalo lo fa soffrire e lui sbanda.
Ostigaard 5: talvolta fatica a controllare Nzola, si perde Bonaventura in occasione del raddoppio.
Natan 5,5: più intraprendente del collega norvegese, si fa apprezzare per qualche appoggio offensivo, ma in occasione del palo di Ikoné non aggredisce l’avversario.
Olivera 4: un disastro, sbaglia di tutto, prima lascia Ikoné libero di puntare Natan e di colpire il palo, poi regala l’assist a Bonaventura sul raddoppio viola.
Anguissa 6: finché resta in campo fa il suo.
Lobotka 6: uno dei pochi con qualche idea, specie quando Garcia piazza Raspadori su Arthur e gli procura più spazi di manovra. Discutibile la sostituzione.
Zielinski 6: l’unico a saper cambiare il passo-gara, quando avanza lo fa bene, si arrangia anche come play aggiunto dopo l’uscita di Anguissa.
Politano 6-: a differenza di altre volte, meno illuminante nei cambi di gioco e negli assist, ma almeno era mobile, un mistero la sua sostituzione.
Osimhen 6: combatte, si procura e segna il rigore del pari momentaneo, ma non è da lui fallire solo davanti al portiere.
Kvaratskhelia 5,5: qualche sgroppata, un paio di volte va via a Kayode, cambia anche fascia, ma è come se provasse a giocare per conto suo.
Raspadori 5,5: finché opera come sostegno ad Osimhen qualcosa lo crea, poi sparisce quando è confinato all’ala destra, riappare nel finale con un assist troppo generoso per Simeone, invece di tirare.
Cajuste 5,5: inizio timido, poi non offre quel contributo di sostanza che è lecito attendersi da lui.
Simeone 6: almeno prova a tirare in porta. Gaetano e Lindstrom s.v.
Garcia 4: legge male la partita ed i cambi, dapprima preferendo Olivera a Mario Rui, poi provando il 4-2-3-1, salvo rinnegarlo poco dopo e stravolgere il volto del Napoli con sostituzioni che aggravano la situazione, forse non era il caso di estromettere dal match quasi tutti i ‘senatori’.