Per non dimenticare
Al fronte dei salici, Giorno dopo giorno (1947)
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo ?
Alle fronde del salici, per voto,
anche le nostre cetre appese,
oscillavano lievi al triste vento.
Salvatore Quasimodo
Salvatore Quasimodo riesce in modo incredibile a trasmettere come l’anima di un uomo sia stanca davanti agli orrori della guerra. Quanto male e quanta sofferenza deve aver visto il poeta, quanto doveva essere stanco per decidere sfogare in versi il suo dolore e in questo modo liberarsene.
Possono sembrare solo parole, ma racchiudono migliaia di ricordi e la speranza che un giorno possa tornare a vivere.
Grazie Eleonora.
Un bel contributo personale ed un’ottima scelta letteraria per dare voce alla nostra “memoria”
La poesia e la letteratura riescono a parlare anche di quegli orrori della storia per cui non ci sono parole