Quando l’animazione genera inquietudine – Coraline e la porta magica (H.Selick, 2009)

di Max D’Alessandro (ex 3A)

Henry Selick, già regista di un capolavoro come The Nightmare Before Christmas (1993), ripropone la sua tecnica cinematografica in “stop motion”, naturale perciò aspettarsi un film d’animazione che si discosta totalmente dai canoni abituali, a iniziare dalla tecnica (il film utilizza pupazzi e bambole animate al computer in sequenze di fotogrammi e ciò conferisce alla pellicola un fascino particolare, tipico di film come  ad esempio Pinocchio di Del Toro, Fantastic Mr.Fox di Wes Anderson, Giu per il tubo, ecc…).

Si fa sentire da subito un senso di inquietudine nella rappresentazione, favorito anche dall’accompagnamento musicale tetro e mistico, oltre che, in primis, dai personaggi stessi, che non hanno i contorni dei classici personaggi – ad esempio quelli della Disney – ma sono a dir poco grotteschi e imbruttiti appositamente. La protagonista della storia è Coraline, bambina di 11 anni che si è da poco trasferita in una nuova struttura, il Pink Palace. Coraline ora vive lì con la madre e il padre, che però sono sempre impegnati per lavoro e non hanno mai abbastanza tempo da dedicarle: la bambina, per passare il tempo, va in giro per la casa e la esplora. Ad un certo punto nota una piccola porticina e, quando si sta per addormentare, è attirata là da alcuni topi: magicamente, dentro la porta compare un tunnel colorato (da qui si crea la separazione tra il mondo reale e “l’altro mondo”). Coraline, dopo averlo attraversato, si accorge di un primo particolare inquietante: si dirige verso la cucina e vede sua madre, che però ha dei bottoni al posto degli occhi. Coraline capisce poi, dopo aver incontrato anche il padre (sempre con i bottoni sugli occhi), che è finita in una specie di mondo alternativo, nel quale tutto è migliore e i suoi desideri vengono esauditi (i genitori sono affettuosi, la casa è nuovissima, al contrario della realtà, e le viene sempre preparata dalla madre una cena sontuosa); sembra tutto un mondo perfetto, un paese dei balocchi. Coraline ci fa ritorno diverse volte, finché non capisce che è tutta un’illusione creata dall’altra madre, che in realtà è una strega dall’aspetto orribile e che ha creato quel mondo solo per appropriarsi dell’anima di Coraline.

Coraline ebbe un forte impatto sul pubblico, subito diviso tra coloro che lo considerarono quasi rivoluzionario per tecnica e contenuto e quelli che lo ritennero inadatto ad un pubblico di giovani. Certamente però Coraline è da considerarsi come il film d’animazione horror per eccellenza, anche se non è il primo del genere: già prima di Coraline, ad esempio, tra i primi in assoluto, film come La collina dei conigli (1978), The plague dogs (1982), Le avventure di Mark Twain (1985) spaventarono i bambini che li videro; in seguito, vennero il già citato The Nightmare Before Christmas (1993), La sposa cadavere (2005), Monster house (2006), Tè di sangue e filo rosso (2006),  ParaNorman (2012), Frankenweenie (2012) e anche serie Tv come Le avventure del bosco piccolo (1993-1995) o Leone il cane fifone (1996-2002).

La storia di Coraline, tratta dal libro di Neil Gaiman, pare addirittura sia stata ispirata da un trauma dell’infanzia del suo autore: da bambino, Gaiman avrebbe visto dalla finestra di una casa in campagna una donna anziana che conservava una sagoma di un piccolo corpo morto, per poi applicarci dei bottoni sugli occhi. Da ciò, la relazione con alcune teorie sull’anima secondo le quali essa si incarnerebbe negli oggetti, come nelle bambole, e il riferimento agli occhi, che spesso sono definiti “la finestra dell’anima”.

Il film è strutturato in modo da ricordare anche la storia di Alice nel paese delle meraviglie: la porticina all’inizio, l’idea di un posto fantastico alternativo al reale, fino ad arrivare all’incontro con la figura dell’antagonista (in Alice, la Regina di Cuori, in Coraline la Strega); non mancano nemmeno gli aiutanti e i compagni (in Alice lo Stregatto, in Coraline un Gatto Parlante che ha un ruolo fondamentale per sconfiggere la strega). È importante evidenziare anche l’aspetto psicologico del film: Coraline è una bambina annoiata che riceve poco affetto; non appena trova l’occasione giusta per poter fare qualcosa di diverso, la coglie al volo e la sfrutta, confortata dalle illusorie delizie che soddisfano il suo desiderio di perfezione nel suo mondo imperfetto. Per sua fortuna è una bambina coraggiosa ed astuta e questo l’aiuterà nella difficile impresa di sopravvivere.

 

Coraline e la porta magica (Coraline)

Regia: Henry Selick

Distribuzione: USA 2009 (anim., col., 100 min.)

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