Tanta noia ed una speranza…
di Pietro Aldo Mocerino (IG)
Al “Maradona” pomeriggio autunnale e noioso, avaro di emozioni contro un Verona che, nelle
ultime giornate, si gioca il tutto per tutto pur di non retrocedere. Napoli per metà privo dei
titolarissimi, Spalletti sceglie il turn-over in vista del match da “aut aut” contro il Milan per il ritorno di Champions. Con Politano-Raspadori-Lozano gli azzurri schierano un tridente leggero, anche troppo, mai fatto un tiro nel primo tempo;se non fosse stato per un autogol di Gaich al 21’, annullato dall’arbitro per fuorigioco di Olivera, i nostri neanche avrebbero visto la porta. L’occasione più nitida l’ha avuta il Verona con Lasagna, che al 28’ ha costretto Mert alla respinta di pugno. La musica non è cambiata nella ripresa, solo al 56’ capitan Di Lorenzo – ci voleva lui! – si è spinto in attacco e, di testa, ha sfiorato il palo su cross di Anguissa. Nemmeno le sostituzioni hanno scosso il Napoli, dentro Kvaratskhelia ed Osimhen, si doveva attendere nientemeno che l’83’ per vedere il nigeriano ad un passo dal gol, sua una gran botta in area che ha preso in pieno la traversa, con Montipò incredulo e già battuto. E poco ci mancava che, allo scadere, il neo-entrato gialloblù Ngonge, a tu per tu con Meret in contropiede, non segnasse per gli ospiti.
Insomma, un pari strategico, perché ha consentito a Spalletti di far respirare molti titolari, ma per nulla divertente. L’unica nota positiva è stata riascoltare i cori dei tifosi, finalmente tornati vicini alla squadra. Infatti, prima della partita, il presidente De Laurentiis e il tifo organizzato hanno ricostituito la pace in vista di un traguardo molto importante, anzi fondamentale, decisivo. Se lo scudetto, infatti, è ad un passo, la Champions, invece, no, la semifinale è in bilico e serve il supporto del pubblico per non sciupare quest’opportunità unica ed irripetibile. Martedì il Napoli si gioca l’onore nella competizione più importante d’Europa, ci attende una vera impresa e non si può mancare.
Vero, stasera Osimhen non ha segnato, ma ci è andato molto vicino. Che sia il segnale della riscossa?