Topspin- Australian Open 2022: promosso o bocciato?
di Francesca Tierno (IF)
Dall’odissea di Novak Djokovic, al rientro di Naomi Osaka, all’uscita anticipata (non inaspettata) di Alexander Zverev, all’arrivo alle semifinali di Matteo Berrettini, fino al trionfo di Rafa Nadal e Ash Barty. Il 2022 per il tennis si apre così: con l’Australian Open, che ha avuto i suoi alti e bassi.
Con il numero 1 dell’ATP (Association of Tennis Professionals) fuori dai giochi, molti tennisti della ex-Next Gen hanno visto e colto nuove possibilità. Si riconferma un astro nascente del tennis maschile il canadese Felix Auger-Aliassime, arrivato ai quarti di finale e sconfitto solo da Daniil Medvedev. Anche Denis Shapovalov, compatriota di Aliassime, sembra essere tornato in forma e dopo una terribile chiusura della stagione 2021, approda anche lui ai quarti ma viene sconfitto da Rafa Nadal.
Chiaramente, è degno di nota il nostro Matteo Berrettini, unico italiano ad aver raggiunto i quarti di finale in ogni Slam. Berrettini è ormai da molto tempo nella Top 10 dell’ATP e quest’anno all’AO è arrivato in semifinale, ma non sembra ancora in grado di centrare un major: è forse giunto il tempo di fare il salto di qualità, anche attraverso un cambio di staff.
Sicuramente però, non smette di stupire il russo Medvedev: dopo la vittoria all’US Open, raggiunge per la seconda volta la finale all’Australian Open. “Meddy” è decisamente il tennista più forte e costante al momento. Il suo stile è particolare, certamente non elegante e aggraziato come quello di Grigor Dimitrov o Roger Federer, ma è efficace e i suoi colpi fanno male agli avversari. Anche per la sua velocità negli sprint e nei movimenti nel campo, è soprannominato ‘the Octopus’ (il polpo). Giunto in semifinale, si scontra con il suo rivale Stefanos Tsitsipas, di cui si sbarazza in 4 set.
Infine, abbiamo l’intramontabile Rafa Nadal, che è arrivato al suo ventunesimo slam, primo fra tutti per numero di Slam conquistati nella classifica maschile. Il maiorchino, dopo un 2021 segnato da infortuni e falliti ritorni nei tornei, trionfa a Melbourne recuperando due set a zero e sconfiggendo così Daniil Medvedev. La vittoria di Nadal è forse quella più emozionante e che più segna la comunità del tennis, dove sia fans che giocatrici e giocatori sono rimasti strabiliati dalla performance del 35enne, tornato a un livello di tennis altissimo. Nadal è conosciuto come il re della terra rossa, ed ha trionfato infatti innumerevoli volte al Roland Garros, ma nessuno avrebbe mai pensato che sarebbe stato proprio lui a raggiungere il maggior numero di Slam tra lui, Djokovic e Federer. Questa, per lui, è una vittoria particolarmente significativa: la sua storia con l’Australian Open è stata particolarmente complicata. Dopo il primo titolo nel 2009, ha affrontato ben altre 4 finali (esclusa quella del 2022), dove ha sempre perso. Quindi, un trionfo del genere è una sorta di riscatto per Rafa e vale molto più del numero ‘21’. Il trofeo si fa scrigno di tutti gli anni di duro lavoro e di sofferenze che il tennista è stato capace di superare.
Anche il torneo femminile è stato pieno di sorprese. Innanzitutto, la vittoria al terzo turno di Amanda Anisimova contro Naomi Osaka. Avevamo lasciato all’US Open una Naomi provata, che non riusciva a spiegarsi perché giocare non la rendesse più felice come un tempo. C’è da dire che in seguito a questa sconfitta, la giapponese ha affrontato molto bene la conferenza stampa e sembra che si senta meglio. Ovviamente, la speranza è che torni forte come era qualche anno fa.
Strabiliante anche il torneo della francese Alize Cornet, che è riuscita a raggiungere i quarti di finale, venendo poi battuta dalla futura finalista Danielle Collins.
Nella classifica WTA, c’è una costante, l’australiana Ashleigh ‘Ash’ Barty. La campionessa di Wimbledon 2021 ha vinto lo Slam di casa e non potrebbe esserne più felice: era da 44 anni che non trionfava una campionessa australiana a Melbourne Park. La numero 1 del mondo è ora una figura di riferimento per l’intera classifica WTA (Women’s Tennis Association) e come ha detto la sua collega Jessica Pegula, la Barty ‘fa tutto meglio di tutti’, in ambito sportivo. Proprio come quello di Nadal, anche il trofeo di Ash è uno ‘scrigno’. Il percorso che ha affrontato per arrivare a essere l’unica tennista, insieme a Serena Williams, ad aver vinto uno slam su tutte e tre le superfici è stato lungo e tortuoso.
Poco dopo il debutto nel tennis professionale, Barty ha sofferto di depressione e si è volutamente allontanata da questo mondo, tentando la carriera da giocatrice di cricket. Rientrata nel 2016 e nel 2019 vince il Roland Garros e le Tour Finals in singolare, si spinge fino alla posizione di numero 1 nel mondo. In finale, l’australiana ha affrontato una versione fortissima di Danielle Collins, statunitense, che in semifinale ha battuto la promessa del tennis polacco Iga Swiatek. Nonostante gli sforzi e anche un vantaggio nel secondo set, la Collins non ha potuto che cedere di fronte alla potenza della sua avversaria.
In conclusione, lo Slam di gennaio è stato molto particolare. Numerose lamentele sono giunte dai giocatori anche a causa del pubblico, che non si è dimostrato esattamente corretto. Certo è che avere l’onore e la gioia di vedere trionfare due sportivi del calibro di Nadal e Barty, è un’emozione unica, che rimarrà nei cuori di ogni appassionatə di tennis.