Trentuno giorni di terrore …circus – Capitolo 2
di Alice Musilli VH
Voltri,
Lucia aveva una passione per la fotografia, gli edifici abbandonati ed era scettica fino alla morte.
una fresca mattina di ottobre in cui avevano cambiato classe la giovane aveva notato un tendone enorme, come quelli di un circo, dalla finestra della sua scuola, nel boschetto vicino il quartiere.
Avevano notato che una parte del tendone era mancante, era abbandonato.
Così dopo scuola Lucia aveva deciso di andare a visitarlo, munita di due amici; Carlo e Maia, i quali però erano rimasti fuori dal tendone, superstiziosi com’erano.
Il tendone era immenso, con tutto ancora intero. Lucia iniziò a preparare la telecamera, traboccante di felicità. Voleva immortalare il trapezio nel bel mezzo della struttura
Appena guardò nell’obiettivo però si bloccò. Sul trapezio volante vi era un giovane dai boccoli biondi. Era seduto sulla barra rossa, si teneva alle funi di ferro con mani pallide.
Lucia alzò la testa di scatto, convinta di essersi impressionata.
Ma no. Il giovane ora penzolava a testa in giù. I capelli boccolosi e biondi, ipotizzò la ragazza, gli arrivavano forse alle spalle.
Gli occhi azzurri si posarono sulla mora. Si guardarono per qualche attimo, il giovane sembrava confuso.
“bonjour-?” La voce del ragazzo sembrava un eco lontano.
Lucia era senza parole. Sembrava che il mondo si fosse fermato.
“ Cos’è quella..?” il ragazzo indicò la fotocamera della ora terrorizzata Lucia, che indietreggiò.
Il biondo sembrò confuso. Ritirò la mano tenendosi ai fili del trapezio e tirandosi a sedere, facendo oscillare leggermente i piedi nudi
“Cosa ti porta qui? Non vedevo qualcuno da molto tempo” Il giovane fece cadere la testa di lato mentre apriva lentamente i due grandi occhi azzurri. Non aveva pupille e le iridi erano dilatate.
Lucia lo fissava ancora sotto shock, incapace di proferire parola. Questo convinse il giovane a lasciarsi cadere giù, atterrando senza far smuovere un granello di sabbia.
La castana fece qualche Passo indietro mentre il fantasma girava attorno ed osservava con infantile curiosità la fotocamera che la ragazza stava usando.
“Che strano oggetto… mi ricorda qualcosa…”
“T-tu sei un…”
“Un fantasma, si bellezza, me ne sono accorto. E non fare quella faccia sconvolta, non si addice al tuo viso.”
“Sei un fantasma.”
“Affermativo”
“Quindi sei morto”
“Grazie della notizia cara, lo so da circa 170 anni o giù di lì”
“170 anni?!”
“Sono morto nel 1850, nato nel 1831. Mi chiamo Laurent, Comunque”
“Sei… sei italiano?”
“Italiano? Non so che significhi” il ragazzo finalmente si allontanò dalla fotocamera, facendo rimbalzare su e i giù i boccoli biondi; “vengo dal regno di francia“
“Non sembri triste… insomma, non ti importa di essere morto?!”
“ero figlio di schiavi. Ho deciso di fuggire. Sono venuto ad esibirmi in questo circo quando avevo forse 10 anni. Da lì fino alla mia morte ho vissuto una meraviglia, la gente mi adorava ed ero trattato con dignità. Questo è quello che importa”
Quella risposta sgomentò Lucia. Aveva sempre pensato alla morte come una cosa orribile, e quel ragazzo era morto giovanissimo.
“Come sei morto..?”
“Nel modo più spettacolare immaginabile. Una dei membri del circo- sono sicuro che sia stata Maria, quella infame- diede fuoco al tendone dall’interno durante un’esibizione. A non morire subito ma a morire nel giro di un quarto d’ora per combustione fummo io, il giocoliere Michele e l’amante dell’infame, Alessio il pagliaccio”
“ e loro ora dove sono..?”
“Nel retro del tendone. Valli a salutare, se ti va, li faresti molto, molto felici”
“Capi-“
“Lucia tutt’ok?” Maia entrò nel tendone.
“Perché stavi parlando da sola..?”
“Non lo vedi?”
“Cosa??”
“Lui!”
Laurent intanto stava girando attorno a Maia, osservandola confuso.
“Eccolo, è lì! Accanto a te!”
“Lucia stai impazzendo, non c’è nessuno!”
“Hey che succede q-“ Carlo sí bloccò sul posto sentendo una mano toccargli la spalla.
“ sta toccando Carlo sulla spalla!” Esclamò Lucia.
Maia sí girò confusa guardando la faccia sotto shock dell’amico.
“Ragazzi è un qualche strano scherzo rivolto a me?? Perchè se questo è il caso non fa per nulla rid-“ Laurent diede una schicchera sul braccio alla giovane, avvertendola della sua presenza.
“Ragazzi mettevi di Lato! No, non così vicino Carlo- come se ci fosse un altra persona. Ecco! Così! Perfetto!” La ragazza scattò la foto e la mostrò ai due amici, che impallidirono. C’era davvero una terza persona fra loro due.
Mentre i due amici di Lucia imprecavano e andavano essenzialmente nel panico, Laurent, con grazia ed eleganza, si andò a riposizionare sul trapezio. Salì le scale, tirò a sé l’asta e saltò dalla piattaforma, eseguendo un paio di acrobazie da dilettante.
Carlo e Maia fissavano il trapezio muoversi da solo, mentre Lucia fotografò il fantasma mentre stava seduto, come fosse stato su una normale altalena. Una luce strana aleggiava attorno a lui nelle foto, come una sorta di sfocatura- o distorsione, Lucia non aveva mai capito la differenza.
Passò all’incirca un’ora prima che il gruppo tornasse alle loro case.
Lucia, crepitante di eccitazione per la nuova scoperta, corse a casa. Un freddo vento la faceva stringere nella sciarpa e nel cappotto.
“mamma! mamma non crederai mai cosa ho visto!” gridò la giovane entrata a casa. Poi però si bloccò sull’uscio. Non si ricordava cosa dovesse dirgli.
“tesoro?” chiamò la madre
“uh…fa niente, credo…”
“sicura?”
“si- anzi no!” Ricordandosi delle foto Lucia le mostrò alla madre, la quale ne osservò una prima di iniziare ad ammonirla “sei andata al circo abbandonato?!”
“tranquilla mamm-”
“noo non mi dire tranquilla! Non posso essere tranquilla se vai in un posto desolato dove se ti succede qualcosa non lo viene a sapere nessuno!”
“ero con Maia e Carlo mamma!”
“ahh vabbè! due adulti responsabili!” la madre gesticolava per accompagnare il suo sarcasmo.
“puoi almeno guardare le foto?”
Ma la madre era già andata via mugugnando preghiere. Così nessuno nella casa di Lucia seppe mai di Laurent.
Molto brava Alice! Leggendo questo capitolo, fra l’altro scritto molto bene, trovo che sei riuscita a trasmettere l’opportuna suspence e a dare all’accaduto un sapore inquietante ma, allo stesso tempo, tenero … molto particolare anche il finale…