USA vs NORD COREA

di Sveva Celaia I B

Molti sono gli eventi che si stanno verificando in questo periodo sia nel nostro Paese sia nel mondo intero. Sul piano internazionale è in corso, ormai da tempo, un conflitto che vede come protagoniste due potenze: Stati Uniti d’America e Corea del Nord.

Quest’ultimo Paese, già da molto ha attirato su di sé le attenzioni di molte nazioni e Istituzioni per i numerosi test missilistici e nucleari. Il primo tipo di test consiste semplicemente nel lanciare il missile, privo della bomba, per verificarne la gittata, cioè la distanza massima cui l’arma può colpire un bersaglio. Il test nucleare, invece, prevede la concreta esplosione di una testata. Fin dal 2006 sono stati effettuati ben sei collaudi. La maggior parte si è verificata sottoterra, ma ultimamente la Corea del Nord ha aumentato il suo raggio d’azione fino ad estendersi in delle zone ben lontane dal suo dominio. E’ stato proprio questo ad aver da subito allarmato la comunità mondiale.

Gli ultimi due test sono recentissimi: uno risale al 4 settembre di quest’anno, mentre l’altro al giorno 15 dello stesso mese. Entrambi hanno interessato le zone circostanti la zona del Paese del Sol Levante: il primo missile del 4 settembre è caduto nel Mar del Giappone, mentre il secondo ha sorvolato la zona settentrionale dell’isola e la regione dell’Hokkaido, per poi precipitare nel mare a duemila chilometri di distanza dalle coste. “Non tollereremo più”, annuncia il premier giapponese Shinzo Abe, sempre più preoccupato per la sicurezza del suo Paese.

Sono molte altre, quindi le nazioni coinvolte in questo conflitto e anche il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha cercato più volte di intervenire nella questione con numerosi richiami e condanne, ma tutti respinti dalla potenza asiatica.

La Cina continua a mantenere rapporti diplomatici con la Nord Corea per assicurarsi che né guerra né caos possa mai scatenarsi, soprattutto alle “sue porte”. Anche la Corea del Sud ha sempre cercato di mantenere rapporti non conflittuali, nonostante continui ad essere attivo il servizio militare obbligatorio.

Gli Stati Uniti sono particolarmente coinvolti in questo conflitto, a tal punto che alcuni giornali parlano di una “Seconda Guerra Fredda”, essendo altissima la tensione tra i due Paesi, entrambi con armi nucleari a loro disposizione.

Dopo aver inquadrato chi sono gli Stati interessati, bisogna capire chi si trova in primo piano in questa storia. Sfortunatamente questi nomi non fanno assolutamente gioire. Negli USA abbiamo l’attuale Presidente, Donald Trump, mentre in Corea del Nord, il dittatore Kim Jong-un.

La tensione tra i due è alle stelle a seguito di minacce e accuse reciproche, infatti oltre ai test missilistici coreani, ciò che preoccupa è l’America che non esclude il ricorso alla forza per risolvere il conflitto. Si spera, quindi, che la parola “scontro” possa continuare ad essere utilizzata unicamente in senso metaforico senza aprire la strada ad uno scenario apocalittico. Purtroppo, sia Trump che Kim, a quanto pare, non sono inclini ad un confronto pacifico, né si presentano come campioni della mediazione..

Il Presidente americano il 17 settembre ha postato sul suo account di Twitter un messaggio provocatorio, definendo il dittatore nord coreano “Rocket-man”, cioè Uomo missile. Il dittatore coreano non ha esitato a rispondere e infatti, con la folle ironia che accomuna entrambi, Kim ha definito Trump un “rimbambito” e ha sottolineato che “un cane spaventato abbaia più forte”. Sfortunatamente, il botta e risposta non finisce qui e la Nord Corea riferisce che potrebbe condurre il più potente test di bomba ad idrogeno proprio vicino agli Stati Uniti. Trump a queste provocazioni ha risposto in modo “molto intelligente” dichiarando che nonostante gli USA siano molto forti e “pazienti”, se si trovassero costretti a difendere se stessi e gli alleati, non avrebbero “alcuna scelta se non quella di distruggere la Corea del Nord”.

Dopo queste affermazioni la risposta mondiale non si fa attendere e il Ministro degli Esteri russo Lavrov ha dichiarato che “l’isteria militare” con la quale si sta procedendo da giorni non porterà altro che ad un tremendo disastro e che ci si dovrebbe attenere alla proposta russo-cinese che prevede un doppio “congelamento”, cioè bloccare contemporaneamente i test missilistici nord coreani e le manovre militari americane e sud coreane. La Cina rappresentata dal Ministro degli Esteri Wang Yi, parlando all’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) dichiara che le parti “devono incontrarsi a metà strada”.

Sfortunatamente, a capo delle “parti” non abbiamo delle persone propense ad uno scambio verbale pacifico e, infatti, Donald Trump dichiara all’Assemblea generale dell’ONU che l’America sarebbe pronta a “distruggere completamente” la Corea del Nord, nel caso non rinunciasse al programma nucleare. La risposta di Kim Jong-un non si è fatta attendere e definisce l’affermazione di Trump ” la più feroce dichiarazione di guerra della storia”. Il fuoco incrociato di accuse verbali non si ferma qua e il dittatore nord coreano continua dicendo che il presidente degli USA “è inadatto” a governare “come supremo comandante di un Paese, ed è sicuramente un bandito e un gangster al quale piace giocare con il fuoco, più che un politico”; da quando si è insediato alla Casa Bianca “ha reso il mondo inquieto con minacce e ricatti contro tutti i Paesi del mondo”. Queste dichiarazioni seguono l’“apparente” rifiuto del ministro degli Esteri di Pyongyang, Ri Yong Ho, di intervenire all’Assemblea generale dell’Onu dopo la dichiarazione del tycoon. Quest’ultimo risponde alle accuse con un tweet: “Kim Jong Un della Corea del Nord, che è ovviamente un pazzo a cui non importa di affamare il suo popolo, verrà messo alla prova come mai prima d’ora”.

Questa volta, però, il ministro degli Esteri nord coreano non rimane in silenzio e dichiara :”La carta delle Nazioni Unite sancisce il diritto all’autodifesa degli stati membri e, visto che gli Usa hanno dichiarato guerra al nostro paese, noi abbiamo il diritto di rispondere e di abbattere i caccia americani anche se non sono ancora all’interno dei nostri confini”. Il ministro degli Esteri di Pyongyang ha poi, però, precisato che il paese asiatico “spera sinceramente che la guerra di parole non si trasformi in azioni reali”, ma ha sottolineato che la comunità internazionale deve ricordare chiaramente che “sono stati gli Usa per primi a dichiarare guerra alla Nord Corea”.

La portavoce della Casa Bianca Sarah Sanders, alle interviste dei giornalisti, risponde: “Non abbiamo dichiarato guerra alla Corea del Nord. Francamente l’idea che sia così è assurda“. All’affermazione della portavoce Sanders che ha provato a calmare le acque, ne segue un’altra ben poco rassicurante che proviene dal portavoce del Pentagono, il colonello Robert Manning, (il Pentagono è la sede del quartier generale del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d’America), il quale dichiara che “Gli Stati Uniti hanno un arsenale immenso da fornire al presidente Trump per affrontare la questione della Corea del Nord”, sottolineando che “tutte le opzioni sono sul tavolo” e che offriranno al Presidente” tutte le alternative necessarie se le provocazioni di Pyongyang continueranno”.

La situazione è in continuo sviluppo e cambiamento e si spera che possa solamente risolversi per il meglio.

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