La street art per il sociale

di Gaia Lucrezia Russo IIF

La street art nasce negli anni 70 a New York in quartieri poveri e degradati nel desiderio degli abitanti di urlare alla società di non essere cittadini di serie b, nella voglia di lasciare un segno, una tag, per riacquistare importanza in risposta naturale alla disperazione; magari nell’inconscia speranza di ottenere giustizia sociale. Presto l’arte urbana migra dai quartieri alle strade principali sino a giungere ai treni, diventando anche un mezzo per collegarsi al mondo e rompere i confini imposti da sistemi capitalistici. Col tempo il desiderio di rivalsa e critica sociale non è più stato inconsapevole, anzi, i più noti street artists moderni realizzano le loro opere per ricordare ai cittadini di prendere a cuore i propri diritti e doveri, da non dare mai per scontati, e di agire se testimoni di ingiustizie. La cooperativa Onulus “ La Locomotiva” e l’assessorato al Welfare del Comune di Napoli, al fine di rendere i giovani cittadini attivi e consapevoli della realtà che li circonda, hanno scelto di promuovere all’interno del progetto “La Città Dei Ragazzi” un workshop di street art con il noto artista Jorit Agoch. Oltre che con Jorit, nei primi incontri gli adolescenti si sono confrontati anche con altri street artists, come Luca “Zeus40” Caputo e Salvatore “Tukios” Blissett, e con esponenti della musica hip hop, tra i quali Vincenzo “Oyoshe” Musto che al momento lavora ancora con La Locomotiva ad un laboratorio di freestyle.  Durante il progetto i ragazzi, prima di cimentarsi nella realizzazione dei murales, si sono riuniti in un paio d’incontri per apprendere la cultura dell’arte di strada, decidere quale concetto diffondere e imparare a conoscersi per lavorare in sintonia. La struttura sulla quale sono stati realizzati i murales si trova a piazza Immacolata in Via Verrotti. L’edificio un tempo era una piattaforma dove si ricaricavano i filobus, ma da anni ormai era stato abbandonato al degrado. Con l’intervento dei ragazzi non ci sono stati solo miglioramenti estetici, ma la realizzazione dei disegni si mostra essere anche un’oggettiva testimonianza della possibilità che hanno i giovani di poter sanare il mondo di giorno in giorno. I disegni realizzati riprendono i temi del lavoro, della pace e della giustizia che i ragazzi hanno approfondito confrontandosi sugli articoli 1,3 e 11 della costituzione italiana e leggendo il giornale di strada “Scarp’ de tennis”. Insieme ai disegni dei ragazzi, Jorit ha deciso di raffigurare sulla struttura il volto di Ilaria Cucchi come icona della giustizia. La caratteristica più evidente dei murales del giovane artista italo-olandese è il segno tribale tracciato sui volti che rappresenta, con l’intento di indicare l’umanità come un’unica e coesa tribù. Però l’arte di Jorit ha anche un’altra importante peculiarità. Prima di ritrarre i volti, Agoch scrive sul muro un pensiero, lo fotografa e lo pubblica sui social per poi ricoprirlo col volto che più rappresenta il messaggio che vuole diffondere. Sotto al volto di Ilaria Cucchi Jorit ha scritto “per non dimenticare per far comprendere a tutti che anche la vita degli ultimi conta! Perché potrebbe accadere a chiunque, anche a te. Perché chi sbaglia non può essere chiamato a risponderne con la vita”. Il 22 novembre si è tenuta l’inaugurazione dei murales durante la quale sono intervenuti Ilaria Cucchi, il Sindaco De Magistris, l’Assessore alle Politiche Sociali Roberta Gaeta e Jorit con i ragazzi del laboratorio che hanno presentato i loro disegni e spiegato il grande valore che hanno, nel loro piccolo, per la coscienza civile. 

 

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