L’antica follia
di Pietro Aldo Mocerino (IG)
Ce l’hanno fatta studiare a scuola
la guerra, ma intanto non abbiamo
imparato.
Il cielo straziato piove ancora bombe e terrore,
non si corre, si scappa,
non i frutti, ma i morti ricoprono
la terra,
un mare rossastro come cimitero.
Anche due mosche lottano sul vetro,
la notte illuminata dalle granate,
non dalle stelle,
il bagno di sangue è l’unico che
sporca il corpo e l’anima.
Dove c’erano case, ora trionfano rovine,
alte, polverose, monumenti all’odio
di un mondo senza più padri, madri,
figli.
I soldati non sono uomini, ma numeri
di una matematica che divide i popoli e moltiplica i
nemici.
Pace è una parola muta,
il silenzio è colpevole,
l’unica speranza sono
i nostri occhi che non
vogliono più vedere,
le nostre parole che costruiscono
ponti.
Le nostre mani che s’intrecciano,
i nostri sorrisi.
Nonostante tutto.
3° CLASSIFICATA la lirica comunica, con un linguaggio lineare e armonico, il caos della guerra e i suoi dolori che attraversano corpi e anime, accompagnando il lettore in un breve viaggio lungo suoni e sensazioni che si annullano, nel finale, in un "silenzio colpevole".