La morte dell’anima
di Mariafrancesca Esposito (IIIF)
Sono sprofondata sul fondo del mare
raggomitolata su me stessa in attesa di una risalita.
Ho esplorato il fondo del mare
e il dolore mi ha divorato l’anima
impossessandosi dei residui del mio cuore.
Ho rivisto l’amore che, attaccatosi al mio petto,
ha risucchiato ogni mio respiro.
Ho incontrato mio padre
su quel buio fondale
che dallo stringermi nelle sue braccia
è passato al non tendermi nemmeno le dita delle mani.
Ho risentito le urla
che risuonavano nelle mie orecchie fino a farle sanguinare.
Ho percepito l’ansia
che, ancora una volta,
ha costruito casa sulle mie spalle
appesantendo ogni mio piccolo e docile passo.
Sono incappata nel buio,il mio peggior nemico,
ed ha nuovamente divorato la mia anima
facendone il suo pasto preferito.
In un angolo, ho intravisto una lampadina accendersi
l’ho abbracciata come mai avevo fatto con nessuno prima d’ora, quasi fosse la mia ultima speranza.
Le ho permesso di trascinarmi a galla,
ho permesso al mio respiro di tornare con regolarità.
In quel momento ho avuto l’illuminazione:
Non servono le lampadine
se il buio ce l’hai dentro.