Gianluca Cimminiello
di Camilla Pullano IV B
Gianluca è davvero un ragazzo che ama la vita. Nato a Secondigliano, sin da bambino mostrava la sua passione per l’arte, ricoprendosi i piedini di disegni di teschi, ovunque. Si pensava potesse avere dei problemi, una difficoltà psicologica, ma semplicemente era l’inizio di ciò che diventerà una passione. Frequenta la palestra, e in particolare era appassionato delle arti marziali diventando un esperto di kick-boxing; amava pescare, cantava e suonava la chitarra ed era appassionatissimo di calcio. Ha vissuto un’infanzia tutt’altro che serena, rovinata da un padre manesco denunciato e condannato per aver picchiato moglie e figli. È mandato in collegio con le sorelle, dopo essere stato “rifiutato” dalla nonna, subendo altre torture e tanta sofferenza, influendo sul suo carattere. La passione per le arti marziali, specialmente per il kick-boxing è nata dalla paura, dopo avere subito violenze, di poterne subire altre. Insieme ad un socio aveva aperto un laboratorio a Calata Capodichino. Poi decise di dedicarsi alla sua vera e propria passione: nasce lo “Zendark Tattoo”, a Casavatore. Gianluca è riuscito a farsi fotografare con Ezequiel Lavezzi, suo grande mito, soprattutto per il corpo pieno di tatuaggi; per la sua irrefrenabile gioia non esitò un secondo alla pubblicazione dell’immagine sul profilo di Facebook, scattata davanti al pullman che portava la squadra allo stadio, ma poi modificata da lui mettendo come sfondo il suo studio, facendo sembrare Lavezzi, suo ospite, pronto per un altro tatuaggio. Vincenzo Donniacuo, detto “il Cubano”, il cui studio di tatuatore è a Melito si irritò, non accettando questa “pubblicità” del negozio di Gianluca. Ci fu uno scambio di messaggi poco amichevoli fra i due “rivali”, passando al discutere direttamente per telefono: il Cubano annunciò che sabato sarebbe passato allo Zendark “per parlargli da vicino”, ma quel giorno non si presentò, arrivarono invece tre giovani di poche parole che giunsero subito ai fatti. Loro erano di più, ma nelle vene di Gianluca scorreva ancora la passione per le arti marziali. Attaccò uno degli aggressori mentre gli altri ormai erano già scappati.
Dalla mattina del 2 febbraio 2012 tutto cambiò… Un ragazzo entrò nel suo studio dicendo di volersi tatuare una carpa. La ragazza che collaborava con Gianluca, che era anche la sua fidanzata, iniziò a notare l’atteggiamento particolare del ragazzo, poco interessato ai tatuaggi, molto al negozio. Uscirono dal negozio per mostrargli altri bozzetti esposti in vetrina… …tre spari… Uno sul braccio destro perforandogli tutti e due i polmoni, un altro alla gamba. Un terzo distrusse una parte della vetrina. Rientrò Gianluca, sanguinante, moribondo ma ancora in piedi. La fidanzata chiamò l’ambulanza e i carabinieri. Arrivarono per primi i carabinieri, poi l’ambulanza, ma oramai non c’era più niente da fare: il suo cuore aveva cessato di battere. Susy, si stava preparando per il suo matrimonio, ora tocca organizzare un funerale… la famiglia, che, oltre tutte le sofferenze per la questione del padre, versa lacrime immense sul suo “cenere muto”.
Libera, associazioni nomi e numeri contro le mafie, nasce il 25 marzo del 1995 con l’intento di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie, di promuovere legalità e giustizia, di sensibilizzare gli animi, di dare concretezza ad una speranza: liberare l’Italia dalle mafie e dalla corruzione; il 21 marzo anche il nostro liceo ha partecipato alla “Giornata internazionale della memoria di vittime di mafia”, e, in precedenza, al concorso dedicato a lui, al quale hanno vinto Serena Savarese e Francesca Ledonne di VB…per promuovere il cambiamento, un cambiamento che deve nascere dal basso, affinché quella che oggi è una società silente possa diventare una società vigile, capace di saper gestire il peso della responsabilità di cui è stata investita e capace di rivolgere lo sguardo sempre verso a quanto di positivo si riesce a realizzare insieme, facendo ognuno la propria parte, con la consapevolezza che tutto ciò è indispensabile per liberarsi dalla zavorra mafiosa, per dire no all’insopportabile peso dell’illegalità!
Gianluca è davvero un ragazzo che ama la vita. Nato a Secondigliano, sin da bambino mostrava la sua passione per l’arte, ricoprendosi i piedini di disegni di teschi, ovunque. Si pensava potesse avere dei problemi, una difficoltà psicologica, ma semplicemente era l’inizio di ciò che diventerà una passione. Frequenta la palestra, e in particolare era appassionato delle arti marziali diventando un esperto di kick-boxing; amava pescare, cantava e suonava la chitarra ed era appassionatissimo di calcio. Ha vissuto un’infanzia tutt’altro che serena, rovinata da un padre manesco denunciato e condannato per aver picchiato moglie e figli. È mandato in collegio con le sorelle, dopo essere stato “rifiutato” dalla nonna, subendo altre torture e tanta sofferenza, influendo sul suo carattere. La passione per le arti marziali, specialmente per il kick-boxing è nata dalla paura, dopo avere subito violenze, di poterne subire altre. Insieme ad un socio aveva aperto un laboratorio a Calata Capodichino. Poi decise di dedicarsi alla sua vera e propria passione: nasce lo “Zendark Tattoo”, a Casavatore. Gianluca è riuscito a farsi fotografare con Ezequiel Lavezzi, suo grande mito, soprattutto per il corpo pieno di tatuaggi; per la sua irrefrenabile gioia non esitò un secondo alla pubblicazione dell’immagine sul profilo di Facebook, scattata davanti al pullman che portava la squadra allo stadio, ma poi modificata da lui mettendo come sfondo il suo studio, facendo sembrare Lavezzi, suo ospite, pronto per un altro tatuaggio. Vincenzo Donniacuo, detto “il Cubano”, il cui studio di tatuatore è a Melito si irritò, non accettando questa “pubblicità” del negozio di Gianluca. Ci fu uno scambio di messaggi poco amichevoli fra i due “rivali”, passando al discutere direttamente per telefono: il Cubano annunciò che sabato sarebbe passato allo Zendark “per parlargli da vicino”, ma quel giorno non si presentò, arrivarono invece tre giovani di poche parole che giunsero subito ai fatti. Loro erano di più, ma nelle vene di Gianluca scorreva ancora la passione per le arti marziali. Attaccò uno degli aggressori mentre gli altri ormai erano già scappati.
Dalla mattina del 2 febbraio 2012 tutto cambiò… Un ragazzo entrò nel suo studio dicendo di volersi tatuare una carpa. La ragazza che collaborava con Gianluca, che era anche la sua fidanzata, iniziò a notare l’atteggiamento particolare del ragazzo, poco interessato ai tatuaggi, molto al negozio. Uscirono dal negozio per mostrargli altri bozzetti esposti in vetrina… …tre spari… Uno sul braccio destro perforandogli tutti e due i polmoni, un altro alla gamba. Un terzo distrusse una parte della vetrina. Rientrò Gianluca, sanguinante, moribondo ma ancora in piedi. La fidanzata chiamò l’ambulanza e i carabinieri. Arrivarono per primi i carabinieri, poi l’ambulanza, ma oramai non c’era più niente da fare: il suo cuore aveva cessato di battere. Susy, si stava preparando per il suo matrimonio, ora tocca organizzare un funerale… la famiglia, che, oltre tutte le sofferenze per la questione del padre, versa lacrime immense sul suo “cenere muto”.
Libera, associazioni nomi e numeri contro le mafie, nasce il 25 marzo del 1995 con l’intento di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie, di promuovere legalità e giustizia, di sensibilizzare gli animi, di dare concretezza ad una speranza: liberare l’Italia dalle mafie e dalla corruzione; il 21 marzo anche il nostro liceo ha partecipato alla “Giornata internazionale della memoria di vittime di mafia”, e, in precedenza, al concorso dedicato a lui, al quale hanno vinto Serena Savarese e Francesca Ledonne di VB…per promuovere il cambiamento, un cambiamento che deve nascere dal basso, affinché quella che oggi è una società silente possa diventare una società vigile, capace di saper gestire il peso della responsabilità di cui è stata investita e capace di rivolgere lo sguardo sempre verso a quanto di positivo si riesce a realizzare insieme, facendo ognuno la propria parte, con la consapevolezza che tutto ciò è indispensabile per liberarsi dalla zavorra mafiosa, per dire no all’insopportabile peso dell’illegalità!