La manifestazione dell’ANPI del 28 ottobre
di Aldo Marinaccio III F
Una delegazione di alunni delle classi terze ha partecipato alla manifestazione indetta dall’ANPI il 28/10/2017. Di seguito il report di due nostri studenti:
Il 28 ottobre è una data divenuta tristemente nota nella storia Italiana, il giorno in cui, nel 1922, i fascisti marciarono su Roma intenzionati ad istituzionalizzare la loro ideologia di violenza e morte.
Ciò che avvenne in seguito è storia nota, tuttavia di recente sembra proprio che gli italiani abbiano una memoria sempre più corta e non sono poche le persone che mostrano un atteggiamento “nostalgico” nei confronti del Fascismo.
Non mancano però, fortunatamente, le iniziative che si prefissano lo scopo di rinfrescare la memoria a chi c’era e di raccontare correttamente ciò che accadde alle nuove generazioni. Molto attiva da questo punto di vista è l’A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) che proprio in occasione del novantacinquesimo anniversario della nefasta Marcia su Roma ha organizzato una sorta di “contromarcia” in tutta Italia, in collaborazione con associazioni, partiti e movimenti democratici, al fine di rispondere a quanti ritenevano opportuno addirittura celebrare con una manifestazione il colpo di stato di Mussolini.
Il liceo Classico “Adolfo Pansini” di Napoli ha partecipato alla tappa napoletana di questa metaforica marcia, tenutasi nella Galleria Principe di Napoli.
Protagonisti dell’evento sono stati Antonio Amoretti, partigiano delle Quattro Giornate di Napoli e Presidente ANPI Napoli e lo storico Francesco Soverina. Moderatore del dibattito Anteo Sannino.
Amoretti ha efficacemente illustrato la triste realtà storica dell’epoca fascista, sfatando quei miti oggi sempre più diffusi tra chi, esasperato dallo scenario politico attuale, crede che “si stava meglio quando si stava peggio”; Soverina ha descritto con chiarezza la ferocia, le dinamiche, le origini del regime Fascista, dimostrando come la conoscenza dei fatti storici e una certa dose di cultura rendano davvero impossibile l’ammirazione e/o il rimpianto di quegli anni.
Antonio Amoretti ha voluto iniziare il suo racconto sottolineando che ha vissuto in prima persona gli anni del regime, a differenza della maggior parte delle persone che oggi inneggiano al Duce senza conoscere la realtà dei fatti. Lui c’era, ha sottolineato, e ricorda molto bene com’era vivere in Italia durante il fascismo: non poter parlare liberamente, dover sempre mostrare fedeltà al duce; soprattutto ricorda (e qui Amoretti ha tenuto in particolar modo a sfatare determinati miti) com’era difficile la vita già prima dell’inizio della Seconda Guerra Mondiale. Sono noti a tutti i luoghi comuni sul ventennio fascista: “quando c’era lui si dormiva con la porta aperta”, “quando c’era lui i treni arrivavano in orario”, “con lui si viveva bene”, “ha dato le pensioni”. L’ex Partigiano ha prima ironizzato, dicendo che non ricorda affatto treni così puntuali, poi ha descritto lo stato di angoscia in cui si viveva perennemente, ma soprattutto la misera condizione in cui le famiglie più povere, di come lui stesso fosse stato costretto a cibarsi di bucce di patate e la fame diffusa ovunque ben prima dello scoppio della guerra, smontando completamente il mito di un’Italia opulenta grazie a Mussolini.
Lo storico Soverina, concordando pienamente con Amoretti, ha poi illustrato il fenomeno del fascismo da un punto di vista storiografico. I regimi di estrema destra trovarono in Europa terreno fertile a partire dagli anni 20 per arginare il cosiddetto “pericolo Rosso”. Questo spiegherebbe l’atteggiamento arrendevole del Re Vittorio Emanuele III che, come molti, sottovalutò il Fascismo. In Italia come all’estero si era certi che il Fascismo avrebbe rappresentato un breve parentesi della politica italiana. Soverina ha poi sottolineato quanto sia sbagliato ed ipocrita ritenere che il fascismo non sia stato feroce e violento quanto il Nazismo; entrambe le dittature condividevano la stessa ideologia della violenza, come provano diversi avvenimenti storici. Durante la spedizione militare Italiana in Etiopia, ad esempio, l’esercito fascista, guidato dal Generale Graziani, fece largo uso di armi chimiche vietate come gas asfissianti, Iprite e lanciafiamme che uccisero più di 400.000 persone, non solo soldati, ma anche donne, anziani e bambini. I fascisti collaborarono attivamente allo sterminio degli ebrei, macchiandosi di crimini efferati alla pari dei loro alleati tedeschi. Purtroppo la memoria storica degli italiani pare essere molto lacunosa ed è per questo che oggi è molto importante ricordare. Sempre più numerosi sono i partiti politici di estrema Destra che infestano l’Europa, basando la loro propaganda sulla paura del diverso e sul rifiuto degli immigrati. La loro ideologia si fonda sul ripudio delle altre culture e fa leva sul timore di una presunta invasione che i dati smentiscono: su 510 milioni di abitanti Europei meno del 7% è extracomunitario: una media decisamente bassa.
La morale di quest’incontro è stata l’unica possibile: studiare ed informarsi è un imperativo morale; il Fascismo a suo tempo attecchì grazie all’ignoranza e se oggi la Destra estrema sta tornando in auge, ciò è ancora una volta il frutto della disinformazione.