Black Friday
Da molto tempo, anche nel nostro Paese, si sente parlare spesso di “Black Friday”. Ormai quasi tutti sono a conoscenza di questa “pseudo-festività”, durante la quale molti negozi (soprattutto le grandi catene) offrono numerosi e notevoli sconti per incrementare le vendite e favorire lo shopping natalizio. Tutt’oggi, infatti, il Black Friday segue il Giorno del Ringraziamento (essendo un evento di origini americane) e sancisce l’inizio degli acquisti del periodo di Natale.
Quali sono, però, le origini di questo “speciale venerdì”?
Una delle varie ipotesi sulla sua origine risale agli anni ’50: il venerdì dopo il Ringraziamento veniva definito “nero, nefasto”, poichè alcuni dipendenti si davano per malati in modo da avere più ferie, unendo il Giovedì con il weekend. Il Black Friday, infatti, non è festivo e all’epoca non si offriva il giorno libero ai dipendenti non impiegati nel commercio.
Un’altra possibile spiegazione di questo nome è data dall’espressione utilizzata dai poliziotti di Philadelphia, sempre negli anni ’50, per descrivere un giorno segnato da ingorghi automobilistici, negozi invasi da clienti e un conseguente aumento delle ore di servizio.
Nacque negli anni successivi un problema: il Black Friday, diventato ormai un evento di marketing nazionale negli anni ’80, indicava presumibilmente un qualcosa di negativo e ciò non incentivava i consumatori. Precedentemente, si era cercato di cambiare il nome in “Big Friday”, ma non avendo funzionato, si cercò di “nobilitare la sua storia”. Esso è stato chiamato così perché, in origine essendo tutti conti scritti a mano, l’inchiostro nero indicava un aumento dei profitti, mentre quello rosso si usava per annotare le perdite. Nel giorno del Black Friday, quindi, questi libri contabili diventavano completamente neri, data la portata degli acquisti. Bisogna sottolineare che questo “speciale” venerdì cade proprio nel periodo natalizio, momento che permetteva ad alcuni negozianti di chiudere “in attivo” (con una buona resa di profitti) il proprio bilancio.
Il Black Friday è visto da molti, soprattutto da noi giovani, come una grande possibilità di poter comprare numerosi articoli ad un prezzo molto basso rispetto al normale. Non è, però, tutto oro ciò che luccica. Questo Venerdì nero rappresenta per i compratori un’ottima opportunità, ma esso in realtà si tramuta in un vero e proprio inno al consumismo. Come si è potuto precedentemente notare dalla storia di questa pseudo-festività americana, si è cercato di renderla più efficace possibile attraverso manovre di marketing dando un nuovo nome e nuove origini. Per giustificare questo acquisto quasi eccessivo, gli analisti finanziari statunitensi hanno definito questo giorno fondamentale poiché viene utilizzato “come indicatore statistico della propensione ai consumi e alla spesa in America e come parametro per stimare l’andamento di tutta la stagione natalizia”, come riportano alcuni siti.
Bisogna evidenziare che in America, il Black Friday ha portato ad un tipo si shopping quasi patologico, del tipo ossessivo- compulsivo: numerosissimi sono i casi in cui molte persone passano la notte a dormire fuori ad un negozio per essere i primi ad accaparrarsi le offerte migliori. Altri, invece, comprano numerose quantità di uno stesso articolo dati i prezzi bassissimi, per il puro bisogno di comprare. Il consumismo è proprio questo “ atteggiamento volto al soddisfacimento indiscriminato di bisogni non essenziali, alieno da ideali, programmi, propositi, tipico della civiltà dei consumi”.
Ultimamente, inoltre, da un solo giorno di “spese pazze”, si è passato ad un’intera settimana, quella che precede il venerdì in oggetto. Numerose aziende hanno magnanimamente ritenuto che molte persone, purtroppo, non riuscissero a cogliere l’occasione del Black Friday e gentilmente hanno concesso ben una settimana. Gli acquisti, però, non si fermano qui, il marketing ci ha offerto un’altra possibilità: il CyberMonday. Quest’ultimo cade il lunedì successivo al Venerdì Nero ed è dedicato agli acquisti di oggetti elettronici e su siti online, nonostante alcuni di essi mettano in saldo numerosi articoli già di venerdì.
In conclusione non bisogna, però, essere ipocriti, cioè ritenere il Black Friday un malefico rito consumistico, quando invece si è i primi a sfruttare questa occasione; bisogna semplicemente rendersi conto della portata di questo evento e di quanto possa rappresentare un’ottima trovata di marketing e una grande possibilità di arricchimento da parte delle grandi aziende.
Sveva Celaia IB