Squarcio. Speciale San Valentino
di Luisa Granata (IIF)
Sweeter would be the death
If my eyes had last horizon as your face.
And if so.
A thousand times I would be born
To die, a thousand times even.
Più dolce sarebbe la morte
se il mio sguardo
avesse come ultimo orizzonte il tuo volto
e se così fosse
mille volte vorrei nascere
per mille ancora morire.
-William Shakespeare, Amleto
Vivere.
Percepita la fugacità di un attimo, ne deriva quella della vita.
Ed un uomo cosa cerca incessantemente?
Che giustificazione dà alle sue azioni?
A cosa dedica la sua vita, iniziando a correre talmente veloce da non notare il paesaggio?
Ad essere felice.
Prova tutte le emozioni per tornare a ghermire la prediletta.
Uno degli errori più grandi che l’uomo commette è quello di affidare le proprie emozioni ad una persona. Eppure.
Eppure c’è una persona, una più di qualsiasi altra, che, piombando nelle giornate più serenamente gelide, senza chiedere il permesso, sta.
Ed il suo solo respiro è una boccata d’aria in apnea.
Con questa persona, la vita scorre come sabbia tra le mani. Ed egoisticamente edonista, l’uomo si accorge che il tempo di una vita, la fugacità di quell’attimo, è insufficiente per lui, per riuscire a godere pienamente della presenza di quella persona.
Non capendo, ancora una volta, che è proprio l’effimerità a rendere essenziale e giustificata la ricerca della felicità.
E per molti uomini, la felicità ha un nome proprio.
E dopo una vita passata con lei, chissà.
Dolce, terribile e romantica!